Capitolo 16: Andrà tutto bene.

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"Emma, tesoro..." Disse Killian avvicinandosi.
Emma si allontanò di scatto.
"Non toccarmi, ti prego." Disse Emma balbettando.
"Io lo ammazzo. Guarda cosa ti ha fatto."
Emma rimase in silenzio.

Killian si sdraiò sul tappeto. "Non ti preoccupare, io resto qui fino a domani. Non ti toccherò, ma ti starò vicino. Va bene?" Disse Killian alzando lo sguardo per guardarla.
Emma non riuscì a parlare, quindi si limitò ad annuire.

Killian passò la notte insonne a vegliare su Emma, la quale si agitava nel sonno e si svegliava ogni ora.
Lui non sapeva come rassicurarla, non poteva accarezzarla e dirle che tutto sarebbe andato bene perchè probabilemente non sarebbe stato così.

Emma si svegliò per l'ennesima volta, piangendo.
"Tesoro, sono qui. Non è niente. Era solo un incubo." La rassicurò.
"Non era solo un incubo. Era reale. È quello che mi ha fatto che continua a ripetersi." Non riuscì a trattenere le lacrime.
"Emma, ascoltami, lo sistemerò io quel bastardo. Non preoccuparti. Dormi."

Killian riuscì a vedere le prime luci dell'alba, quindi si alzò e si affacciò per accertarsi che non ci fosse nessuno, infatti era così.

Quando sentì un rumore abbastanza forte, Emma si svegliò.
Fu in quel momento che vide Killian con la mano sinistra sulla bocca.
"Killian, cosa è successo?" Chiese confusa.
"Niente, ho urtato quello stupido mobile. Non pensavo che il legno potesse fare così male." Disse dopo aver tolto la mano dalla bocca per massaggiarsi il fianco.
Rise. "Mi dispiace, ma sei tenero e, al tempo stesso, divertente."
"Che bello vederti ridere." La guardò. "Io devo andare, ma non sarai sola tornerò nel pomeriggio per verificare che vada tutto bene." Le sorrise.
"A dopo Killian." Gli sorrise.

Quando la regina si accorse dell'assenza della principessa a colazione, decise di andare da lei.
"Emma." Entrò, come al solito, senza bussare ma, con sua grande sorpresa, vide che Emma era vestita di tutto punto. Era, tuttavia, assente.
Solo nel momento in cui la madre le sfiorò il braccio reagì o, per meglio dire, sobbalzò e si alzò mettendo una certa distanza tra loro.
"Emma, va tutto bene?" Chiese la madre preoccupata.
"Io-" cercò di formulare una frase di senso compiuto, "ero sovrappensiero, non volevo fare tardi." Cercò di convincerla con un mezzo sorriso.
"Va bene. Ti aspetto al piano di sotto, per la colazione." Le ricordò la regina.
"Arrivo tra un attimo."

《Emma, tranquilla, andrà tutto bene. Respira.》

Erano queste le parole che la fanciulla si ripetè durante il percorso dalla sua stanza fino all'ingresso della sala da pranzo.
Tuttavia, quando vide il principe, un brivido le percorse la schiena e iniziò a tremare per la paura.

"Emma, vieni a sederti." La invitò il re.
"Scusatemi, con il vostro permesso, io mi ritirerei. Ho una forte emicrania." Disse secca e, dopo un cenno del capo del padre, fece un inchino e si rifugiò in camera sua.

Dopo ciò che le era successo, Emma, voleva solo stare da sola. Non sapeva come, quando e se avesse superato quel trauma.

Non riusciva a far uscire quelle immagini dalla sua testa, quindi decise di fare un bagno. Quando, però, si tolse l'abito, notò dei lividi sulla sua pelle.
La sua espressione non cambiò, rimase impassibile.

《Emma, starai bene.》, si ripeteva.
《Killian arriverà presto. 》, cercava di convincersi.

Dopo aver fatto il bagno ed essersi vestita, si sdraiò sul letto e cadde in un sonno profondo.
Stranamente non sognò nulla: nè incubi, né miraggi. Era tutto completamente buio.

Qualche ora dopo, fu costretta a svegliarsi a causa di un forte rumore. Solo dopo essersi strofinata gli occhi riuscì a mettere a fuoco la situazione: dopo aver fatto il bagno si era addormentata e ora qualcuno stava bussando violentemente alla porta che, qualche ora prima, aveva chiuso.

"Chi è?" Chiese a voce bassa.
"Emma, sono io. Regina." Rispose.
Appena sentì la voce di Regina, Emma, si tranquillizzò.
"Arrivo." Disse mentre si dirigeva verso la porta.
Girò la chiave.
"Emma!" Le sorrise. "Come stai? Non hai una bella cera." Cercò di abbracciarla.
"Io sto bene, tu?" Evitò l'abbraccio.
"Bene, sono venuta qui per invitarti al mio matrimonio!" Disse con un grande sorriso.
"Wow, Regina. Sono molto felice per te! Congratulazioni." Le sorrise.

Dopo parecchi giri di parole e gli strani atteggiamenti di Emma, Regina capì che qualcosa non andava.

"Emma, cosa c'è?" Chiese palesemente preoccupata.
Le lacrime strariparono dagli occhi della principessa come fiumi in piena. "Regina, il principe che devo sposare..." Singhiozzò. "Ha abusato di me." Non riusciva a smettere di piangere.

Stava provando così tante emozioni che tutti gli oggetti dentro la stanza presero a muoversi.

"Emma, calmati o farai cadere tutto." Si interruppe e pensò a cosa dire. "Non lo hai ancora detto a nessuno?"
"A Killian." Rispose.
"Killian il pirata? Quando?" Chiese perplessa.
"Ieri sera. È venuto qui e gli ho raccontato tutto. È rimasto qui con me, nonostante abbia dovuto stare sul tappeto. Non ha dormito nemmeno un secondo perchè, quando mi svegliavo, lui era sempre lì a dirmi di stare tranquilla perchè lui era accanto a me." Raccontò.
"Tu lo ami."
"Sì."

Nel frattempo, Killian scalò per l'ennesima volta il castello.

"Emma sono-", si interruppe subito.
"Tu devi essere Killian. Io sono Regina." Sorrise.
"Salve?" Disse con tono interrogativo.
"Killian, puoi fidarti di lei." Lo rassicurò Emma.
"Sì, puoi.  Io vi aiuterò." Disse con tono deciso. "Ora devo andare. A presto."
"A presto." Dissero in coro.

"Come stai oggi, tesoro?" Chiese Killian dopo che Regina lasciò la stanza.
"Non bene, non riesco a stare vicina a nessuno e questo mi fa sentire uno schifo."
"Scusami, tesoro, io devo."
Killian aprì la porta e iniziò a camminare per il corridoio del palazzo a passo svelto, seguito da Emma, la quale era completamente all'oscuro delle sue intenzioni.
"Hey, tu!" Gridò Killian. "Che razza di principe sei?" Gli si avvicinò pericolosamente e gli diede un pugno.
Il principe rispose con la stessa moneta.

"Vi prego smettetela!" Urlò.

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