Capitolo 18: Burattino.

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Dopo qualche giorno Killian iniziò a sentirsi meglio e decise di tornare alla sua nave.
Proprio il giorno in cui era andato via, la regina, Biancaneve, face un annuncio.
"Allora, è tutto pronto, quindi oggi ci sarà un ballo per annunciare il fidanzamento e l'imminente matrimonio tra il principe Joseph e la principessa Emma."
"Oggi ci sarà cosa?" Chiese Emma infastidita.
"Ha capito bene, tesoro." Disse il principe.
Si alzò dalla sedia e andò via.

《Io non posso sposarlo. Io non voglio sposarlo. Non riesco neanche a guardarlo negli occhi.》

Emma era disperata, non sapeva come evitare quel matrimonio e non sapeva come dirlo a Killian.

《Killian. Ora come glielo dico?》

Passò tutto il pomeriggio a pensare, quando sentì dei rumori.
Qualcuno aprì la porta.
"Emma, non sei ancora pronta?" Chiese la regina.
"No, stavo pensando a che vestito mettere." Rispose.
"Metti questo." Le mostrò il vestito rosso che era in fondo all'armadio della principessa da troppo tempo.
"Va bene. Ora, se non ti dispiace, vorrei prepararmi in pace." Disse mentre cacciava la madre.

Se la prese comoda, anche perchè aspettava Killian che, alla fine, non si presentò.
Era strano. Non lo vedeva da giorni.

Indossò il vestito e lasciò che i capelli le scendessero morbidi lungo le spalle.

Uscì dalla stanza e scese le scale. Lentamente.
Fu costretta a sfiorare la mano del principe e sentì l'aria venir meno.

Poi lo vide. Era lì. Tra la gente che acclamavano i futuri sposi. Riuscì a riconoscerlo tra quella immensa confusione.

Scese la seconda scalinata e si diresse verso di lui.
Partì la musica.
"Perchè non sei venuto prima?" Sussurrò Emma al suo orecchio, mentre ballavano.
"Non ho avuto tempo." Rispose.
Killian non la avvicinò a sè più di tanto, aveva paura di metterla a disagio.
"La mano, è...?" Si interruppe.
"Mia? Sì." Rispose.
"Come dovrei chiamarti adesso, capitan mano?" Sorrise.
"Killian andrà più che bene." Rise.

Purtroppo la musica finì ed Emma o, per meglio dire, la principessa fu chiamata dal fidanzato per fare l'annuncio.

"Signori e signore, oggi siamo qui per annunciarvi che io e la mia fidanzata, la principessa Emma, ci sposeremo la settimana prossima." Affermò il principe, deciso.
Emma rimase impassibile. Non sorrise, non annuì. Era pietrificata.
Tutti iniziarono ad applaudire.
Invece, Killian non applaudì. Stette fermo a guardare mentre qualcosa, dentro di lui, si rompeva.

Tutti si congratulavano. Continuavano ad applaudire. Sembravano così felici.
Ma non Emma. Era come se non riuscisse più a respirare.

"Il ballo col principe!" Esclamò il pubblico.
Sì, pubblico, così lo definiva Emma dato che, più che a un ballo reale, sembra una rappresentazione di burattini. Perchè era così che si sentiva: un burattino.
Un burattino nelle mani dei genitori e di quello che tutti credevano un principe, ma che, in realtà, era solo un viscido essere spregevole.

Non appena partì la musica e il principe mise le mani sui fianchi della principessa, la mente di quest'ultima le fece rivivere quel momento.

Cercò Killian con lo sguardo, ma non riuscì più a trovarlo.

La musica sembrò non finire mai, così come le sofferenze di Emma.
Dopo qualche minuto, interpretato dalla principessa come un'eternità, la musica finì e lei corse via.

Si rifugiò sul terrazzo del castello. C'era molto freddo, ma preferiva stare lì piuttosto che tornare a respirare la stessa aria di quel verme.

Qualcuno le mise la giacca sulle spalle e lei si girò.
"Killian..." Non riuscì a parlare. Lo abbracciò e pianse. Sfogò tutta la rabbia, la tristezza e la paura.
In un primo momento, lui, non sapeva se stringerla o lasciare che fosse lei ad abbracciarlo.
Poi, però, vedendola in quello stato, non poté farne a meno.
Le mise una mano tra i capelli. "Emma, tesoro, sono qui adesso." Non gli piaceva vederla così, ma allo stesso tempo, sapere che riusciva a tranquillizzarla, lo faceva sentire bene. "Troverò un modo per portarti via da qui, va bene?" Disse con tono sicuro.
Annuì, ma non riusciva a smettere di piangere.
"Ora, però, smetti di piangere." La guardò e le asciugò le lacrime con i pollici. Poi le sorrise e le accarezzò la guancia.
Emma non sapeva se quello era il momento giusto, non sapeva se era pronta, ma sentì il bisogno di sentire Killian vicino.
Lo prese per il colletto della camicia e lo baciò.
Lui non riuscì a capire.
Si allontanò, solo un po'. "Sei sicura, lo vuoi davvero?" Le chiese a bassa voce.
"Scopriamolo. Insieme." Rispose.
All'udire l'ultima parola pronunciata dalla principessa, il finto principe, non esitò a baciarla ancora.
Tuttavia, tutte le cose belle finiscono, dovettero tornare dentro prima che qualcuno sospettasse.
"Grazie per la giacca." Disse Emma, facendo un inchino.
"Quando vuole, mylady." Le sorrise.

I due entrarono nella sala e si scambiarono tanti sguardi finchè la serata non finì.

Emma seguì Killian fuori senza farsi vedere e gli mise un bigliettino nella tasca della giacca.

Quando Killian arrivò alla Jolly Roger aprì il biglietto.

《Spero di rivederti presto perché devo dirti una cosa importante e non posso davvero aspettare più di una notte. -Swan.》

Queste erano le parole scritte da Emma su quel foglietto e lui non poteva far altro che aspettare quella notte per sentire ciò che la sua principessa aveva da dirgli.

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Scusate per l'ora e per gli eventuali errori, ma ho tempo solo di notte. Giuro che lo ricontrollerò presto.
Intanto vi ringrazio per i commenti e per le stelline che mi piacciono tanto.

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