"Vi prego, smettetela!" Urlò.
Killian sentì la voce di Emma e si voltò verso di lei per rassicurarla, ma, quando stava per andare da lei, sentì un dolore lancinante al fianco.
Cadde a terra in ginocchio e poi si schiantò completamente contro il marmo del pavimento.
"Cosa? Killian?!" Si accovacciò accanto a lui. "Cosa gli hai fatto?" Guardò il principe.
"Gli ho dato ciò che si meritava." Disse lasciando scivolare il taglierino dalla sua mano al pavimento.
"Tu non sei un principe, né un uomo! Sei solo un infelice che si approfitta del suo titolo per prendere ciò che vuole con la forza, ma sai che ti dico? È più un principe lui, senza un titolo che tu." Disse Emma alzandosi. Poi gli si avvicinò e gli sputò sul viso, proprio come gli aveva insegnato Killian.L'infelice rimase lì, a guardare la principessa che, da sola, portava il suo amato in camera sua.
"Killian, non ti preoccupare. Andrà tutto bene. Io sono qui!" Gli parlava, ma lui non sentiva.
Aveva sanguinato parecchio.
Emma gli tolse la camicia e notò che, per fortuna, l'aveva colpito al fianco.
Sospirò.
Strappò un pezzo della camicia di Killian e fasciò con cura la parte lesa."Sei stato uno stupido, Killian." Gli accarezzò il viso.
"No, l'ho fatto per te." Borbottò.
Si sedette sul comodino accanto al letto. "Lo so, grazie." Gli sorrise.
"Tu come stai?" Le chiese.
Emma, non appena udì quella domanda, sorrise. Era lui quello ferito, ma si preoccupava di come stesse lei. Non avrebbe mai pensato di incontrare una persona così.
"Io sto bene. Comunque, anche se non approvo le risse, devo ammettere che sei bravo a fare a pugni." Rise.
"Sì, be', che dire? Ho anche io dei talenti nascosti." Le sorrise.
"Tu non puoi muoverti da qui. Lo sai, vero?" Disse.
"Emma, ma sei fuori di testa? Non siamo sulla Jolly Roger, siamo nel palazzo dei tuoi genitori." Le ricordò lui.
"Di questo non devi preoccuparti." Lo rassicurò.Arrivò la sera ed Emma, essendosi messa d'accordo con una delle domestiche, si fece portare una cena abbondante in camera.
Dopo aver cenato, passarono parecchio tempo a parlare e ridere. Forse anche troppo. Si addormentarono entrambi, l'uno abbracciato all'altra.
Era strano, Emma sapeva di non aver superato la sofferenza del momento che voleva cancellare dalla sua memoria, ma sapeva anche che di Killian poteva fidarsi. Lui l'avrebbe aspettata anche per tutta la vita e, nonostante la voglia di farlo, non l'avrebbe toccata senza il suo permesso.Killian quella notte si svegliò e vide Emma vicina a lui. Troppo vicina. A lui piaceva starle vicino, ma sapeva che lei soffriva ancora per ciò che le era accaduto, quindi, evitando anche solo di sfiorarla, si spostò.
La mattina dopo, fu Emma la prima a svegliarsi. Per la prima volta si sentì protetta, era come se Killian fosse la sua armatura. Per la prima volta, sentiva di poter affermare di stare bene, come se la sua presenza fosse una medicina.
Si alzò e fece un bagno caldo."Emma." La chiamò Killian.
"Arrivo tra un attimo." Si vestì un fretta. "Eccomi." Disse uscendo dal bagno.
"Come stai?" Domandò.
"Bene!" Esclamò. "Tu invece?" Chiese.
"Molto bene." Le sorrise.Dopo qualche scherzo, Emma riuscì a rimedicare la ferita.
"Killian, stavo pensando ad una cosa..."
"A cosa, tesoro?"
"Voglio andare via da qui."
"Ce ne andremo." Le promise.*******
Heyhey. Scusate se fa un po' schifo sto capitolo, ma volevo proprio postarlo perchè è un capitolo di passaggio.
Comunque, anche se in ritardo, buon Natale.
Spero abbiate scartato tanti regali!💓
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Simply complicated.
FanfictionUna doppia fuga. La prima da una vita piena di privilegi e responsabilità, l'altra da un passato burrascoso. Un incontro casuale. Bugie, intrighi e complicazioni aiuteranno i nostri protagonisti a scoprire chi sono e quale sia realmente il loro de...