Capitolo 3

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Mi concentrai sui fogli per distrarmi da quello che era appena successo. Mike. Sylver. Sapevo che, se mi fossi concentrata sull'ultima ora, sarei davvero scappata di lí irresponsabilmente, facendomi scoprire ed annullando il piano di Mike e Sylver. Pensare a loro due alleati era quasi impossibile, tanto quanto pensare a Mike e Stacey non piú fidanzati.
Mi si strinse il petto e mi morsi il labbro, per cacciare indietro lacrime di rabbia e frustrazione. Avevo causato io la morte di Mike. Ed era successo appena mezz'ora prima. Subito prima di scoprire che, in realtà, Sylver era ancora viva.
Scossi la testa e mi riconcentrai sui fogli. Sarebbero stata un'utile distrazione.
Le porte d'uscita erano in prossimità di corridoi, in mezzo, tanto invisibili da non poter essere trovati. Le porte erano di legno fine, lo dimostravano le linee sottili sulla piantina del piano su cui mi trovavo. Sul piano, c'erano tre uscite.
È impossibile.
Guardai fuori dalla finestra, la neve ed il vento che aumentavano. Uscire a quell'altezza dalla struttura sarebbe significato morire di sicuro. Eppure, se Mike aveva scritto che sul piano c'erano tre porte d'uscita, ci dovevano essere.
Passai ad un altro foglio, che riguardava il piano in cui c'era l'enorme sala da pranzo e gli alloggi di tutti i licantropi che avevano applaudito, quando avevano visto James e me insieme.
Rabbrividii. Se la rossa lo avesse scoperto, non sapevo cosa avrebbe potuto fare a James.
La porta si aprí improvvisamente, facendomi sussultare e facendomi accartocciare i fogli ed infilarli sotto alle lenzuola del letto. Guardai la porta aperta della stanza e vidi proprio la rossa sulla soglia.
Deglutii e cercai di comportarmi normalmente, mentre seguivo il suo sguardo che si spostava, da me al letto e dal letto a me. Tentai di mantenere il controllo, mentre, dentro di me, tremavo dalla paura di essere stata scoperta.
Tutto ció che avevano fatto Mike e Sylver.
La rossa aprí la bocca.

"Inappropriato." commentó, incrociando le braccia al petto.
Per un secondo, temetti si riferisse al piano di Mike e Sylver. Trattenni il fiato, in attesa che continuasse.
"Il comportamento che hai avuto poco fa è stato inappropriato per una principessa.".
Tornai a respirare. Non si stava riferendo ai fogli, ma al mio comportamento al processo di Mike.
Il dolore mi attanaglió il petto. Ancora. Ma fu presto rimpiazzato dalla rabbia. Come osava dirmi come gestire le mie emozioni?

"L'hai ucciso." Scandii lentamente ogni parola, dando ad ognuna di esse una nota acida. "Non puoi sapere come ci si sente a perdere qualcuno che si ama.".
L'accusa colpí a fondo, tanto che vidi il suo sguardo vacillare, per un attimo.

"È per questo che non ti biasimo. Perchè so come ci si sente." mormoró.
Il suo sguardo, ora, era pieno di dolore. Ma si ricompose subito.
"Cambiati." ordinó, a voce piú alta.
Il suo tono, ora, era calmo e severo, un tono che aveva usato tante volte con me e con le guardie.
Non disse altro ed uscí dalla stanza. Io, seppur riluttante, feci come mi aveva ordinato.

Uscii con un vestito lungo e pesante, colore dei pini, verde, simile ad uno che avevo indossato anche al castello di James. Ma, questa volta, ero in un castello diverso, in una situazione diversa. Sotto un sovrano diverso.
La rossa mi condusse, attraverso il corridoio principale, ai piedi della scalinata che conduceva al corridoio illuminato, che dava sull'enorme sala da pranzo.
Nel corridoio non c'era nessuno, non si avvertivano nemmeno i rumori dei passi dei servi. Non sapevo cosa stesse succedendo, ma non osai domandarlo alla rossa. Lo scoprii quando arrivai nella sala da pranzo.
Tutte le persone che, il giorno prima, mi avevano parlato, in corridoio, con i loro figli, si trovavano, ora, nella sala da pranzo, seduti ai tavoli, che parlavano. Sembravano aver già fatto colazione. Di solito, peró, la rossa si premurava di arrivare ai pasti prima dei suoi sudditi. Ora, invece, aveva fatto l'esatto contrario. Non poteva essere uno sbaglio. La rossa non faceva niente per sbaglio. Era vero, il suo regno di poteva distruggere, ma non cosí facilmente.
Persi un po' di speranza.
La rossa si avvicinó al tavolo, dove ci sedevamo di solito ai pasti, e io la seguii. Tuttavia, lei si fermó sui gradini che portavano al tavolo, non lo raggiunse. Attiró l'attenzione dei presenti.
"Signore e signori, vorrei avere la vostra attenzione." annunció la rossa.
Sapevo cosa significava, sapevo cosa avrebbe voluto fare la rossa. Quella frase era, ormai, l'inizio di una bugia. La rossa non riusciva a convincere i propri sudditi, se non con bugie. Ma le bugie non riescono a sostenere un regno, soprattutto se non vengono smentite per molto tempo.
Nella stanza caló il silenzio. Osservai la rossa, confusa. Lei continuó.
"Questa notte, è avvenuto un fatto gravissimo: Mike Pharnet è morto." la sua voce vacilló.
Un piano studiato. Ma che funzionó.
Nella stanza, si levó un brusio, persone spalancarono gli occhi, altre sembravano dispiaciute.
La rossa, peró, non aveva finito.
"E, come sapete, Mike era anche" esitó, "il padre del bambino di Lilith.".
Sussurró appena l'ultima frase, ma la pronunció abbastanza forte perchè tutti potessero sentirla.
Spalancai gli occhi. Come poteva dire una cosa del genere?
Poi, mi ricordai di quello che era successo, il giorno prima, nel corridoio. Deglutii. Osservai la sala, temendo che qualcuno parlasse. Scorsi lo sguardo su tutti, nella sala, ma nessuno obiettó. Nessuno parló. Eppure, sapevano la verità.
"È stata una grave perdita e il regno ne soffre. Per di piú, il bambino di Lilith, ora, è senza padre. È per questo che, al Consiglio, abbiamo deciso di affidare l'incarico di padre del bambino di Lilith a qualcun'altro." la rossa indietreggió, salendo di un gradino.
Non appena lo fece, un completo elegante, nero, addosso ad un uomo con i capelli pettinati all'indietro e con gli occhi magnetici catturó la mia attenzione. Il mio stupore si trasformó in rabbia, alla vista del Capitano. Lo fulminai con lo sguardo. Lui lo ricambió.
"Il nuovo padre del bambino di Lilith sarà il Capitano." annunció la rossa.
Prima che qualcuno potesse dire qualcosa, capii cos'aveva detto la rossa.
Mi girai immediatamente verso di lei.

"Cosa?" esclamai, insieme al Capitano.

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