Capitolo 42

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"Rowena!" questa volta, gridai, la mia voce era rauca e graffiava, nel mio petto.
Era un disperato richiamo alla regina, una supplica, quella di salvare un nemico.
Rowena si voltó di scatto, al sentire la mia voce. Aveva gli occhi leggermente spalancati, come se fosse stata sorpresa per la mia presenza. Dopodichè, assottiglió lo sguardo, osservando prima me, poi James. Ci guardó alternativamente, mentre il Capitano teneva fisso lo sguardo su di me. Sembrava volesse capire che intenzioni avessi. O come avevo fatto ad uscire dalla stanza, ferita com'ero.
Probabilmente, il Capitano e Rowena mi avevano abbandonata di proposito, in quella stanza dalla porta pesante, in modo che non potessi impedire loro di uccidere James.
Serrai la mascella. Non gliel'avrei permesso.
Rowena spostó di nuovo lo sguardo sul Capitano e disse qualcosa, sottovoce. Sembrava non si preoccupasse minimamente della mia presenza. Il suo viso era rilassato.
"Rowena!" gridai ancora.
Ero senza fiato, per lo sforzo.
Rowena si voltó di nuovo, furiosa.
Io ricambiai il suo sguardo, per quanto possibile. La vista non era ancora completamente lucida.
Le guardie ripresero James tra le braccia ed avanzarono ancora, arrivando vicino al punto in cui mi trovavo io. James era troppo arrabbiato e preoccupato per poter accorgersi della mia presenza. E le guardie non si fermarono. Avanzarono.

"Lasciatemi!" gridó, di nuovo, James.
Le guardie lo strattonarono ancora e lo derisero.

"Rowena, lascialo!" gridai di nuovo.
Non sopportavo di vedere James in quelle condizioni.
Rowena mi fulminó con lo sguardo. E si avvicinó. Camminava lentamente, verso di me.
Il Capitano mi guardava da lontano. Le guardie e James passavano accanto a me. Ma Rowena camminava verso di me. La sua attenzione era tutta su di me.

"Lilith, a quanto pare tuo figlio ti sta dando molta piú forza di quanto pensassi." la sua voce era subdola, stupita e tagliente.
Aveva un sorriso, sul volto.

"Rowena, lascialo! Ordina alle guardie di lasciarlo!" la supplicai.
Lei sorrise ancora di piú. Quasi, si vedevano i suoi denti. Era subdola. Sapeva di aver vinto.

"Lilith, non mi sembri in condizione di potermi ordinare cosa fare o non fare. Sono io la regina.".

"Rowena, lascialo!" provai di nuovo.
La rabbia fomentava, dentro di me.
Rowena fece un gesto al Capitano e lui seguí le guardie, che mi avevano superata.
Tra le grida di fatica e di scherno, ci allontanammo dal resto delle guardie.
Rowena rimase immobile, gli occhi nei miei.

"Lilith, ho vinto. È arrivato il momento che James paghi per ció che ha fatto. A mia sorella. A te.".

"Di me non ti interessa niente! Tu stai facendo questo solo per tua sorella!" mi ritrovai a dire.
Era straordinario come le parole che mi uscivano di bocca formassero dei discorsi da sole, senza che premeditassi niente.
Rowena incroció le braccia al petto, il sorriso le svaní dal volto. Un ricciolo le ricadde sugli occhi.

"Tu sei la mia erede. È mio dovere proteggerti. Soprattutto dai vampiri e soprattutto da James. Lui ti ha fatto del male." Rowena mi afferró una ciocca di capelli e se la rigiró tra le dita. "È giusto che paghi.".
La sua voce era suadente, cercava di persuadermi a fare ció che voleva farmi fare lei.
Ma non avrei ceduto alle sue insistenze.

"Rowena, non puoi farlo. È il padre di mio figlio." le ricordai, posandomi una mano sulla pancia e catturando la sua attenzione sul mio corpo.
Aggrottó la fronte.
Ed è l'unico motivo per cui faccio ancora ció che mi ordini: se lui rimane in vita, io posso decidere di obbedirti. Se lo uccidi, io divento tua nemica.
Le parole erano in gola, avrei solo dovuto pronunciarle.

"Ma tu sei promessa in sposa al Capitano." Mi ricordó lei. "Dovrebbe essere semplice il concetto: al mio regno non importerà che James muoia, il popolo crede che sia Mike il vero padre e vuole solo assistere alle nozze tra te ed il Capitano.".

"Cosí, il Capitano sarebbe costretto a vedermi, a spogliarmi, a passare tutto il tempo con me." Sbottai. "E tu dovresti accettarlo! Non puoi protestare davanti ad un bacio davanti ai tuoi sudditi!".
Vedere me ed il Capitano baciarci mi fece venire i brividi.
Che schifo!
Rowena sembró riflettere sulle mie parole, soppesandone la gravità e la serietà, cercando di capire come agire. Non si era aspettata una risposta del genere, da parte mia.
Dentro di me, esultai.
Lilith 1 - Rowena 0.
Probabilmente, peró, i punti erano sbagliati, perchè avevo la netta impressione che, invece, stesse vincendo lei.
Rowena prese un profondo sospiro.

"Cosa vuoi?" chiese.
Il suo sguardo era serio. L'avevo colpita nel suo punto debole.
Per quanto possibile, mi drizzai sulla schiena.

"Lascia James, esilialo dal tuo regno. E io lasceró stare il Capitano. Non diró a nessuno chi è il vero padre.
Non uccidere James, esilialo." proposi.
Mi accorsi che stavo seguendo esattamente il consiglio di Dimitri.
Rowena serró la mascella, indecisa.

"James, peró, ha visto il mio regno, potrebbe organizzare una rivolta con i vampiri e gli umani contro di me. Potrebbe facilmente tornare qua e sapere come uccidere me.".
Assottiglió lo sguardo. Poi, d'un tratto, spalancó gli occhi e mi guardó. Il sorriso le tornó, sul volto. Temetti il peggio.
"L'esilio di una persona equivale al divieto per l'esiliato di tornare nel regno da cui è stato bandito. Ció significa che James, nel caso dovesse tornare nel mio regno, verrebbe immediatamente condannato a morte, senza ulteriori proposte.".
Sembró convinta.
"Posso esiliare James. Ma tu non devi toccare il Capitano." mi ricordó.
Allungó una mano verso di me, in attesa che gliela stringessi. La osservai, riflettendo.
Avevo ancora l'occasione per rimangiarmi tutto. Il patto non era ancora stato sancito. Ma Rowena sembrava convinta di ció che stava facendo, aveva addirittura voluto stringere un patto con la stretta di mano.
Strinsi la sua mano sottile.
Rimanemmo in quella posizione, a guardarci, per alcuni secondi, poi staccammo le mani. Lei sembró piú rilassata.
"Non vedrai piú James, che io lo uccida oppure no." mi ricordó.
Mi resi conto improvvisamente di ció che avevo fatto: avevo appena permesso a Rowena di portarmi via James, anche senza la sua morte.
Ma è pur sempre vivo.
Rowena mi passó a fianco, leggiadra e rilassata.
"Allora, Lilith, vieni ad annunciare il verdetto? Il Consiglio ci sta aspettando.".

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