Capitolo 18

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Non osavo immaginare la scena. Una ragazza morta. Ed un bambino affianco a lei.
Notai il Capitano irrigidirsi, abbassare lievemente le spalle. Il suo sguardo era fisso su James.

"Non è vero. Io non ho mai toccato Reina." sibiló James.
Si era di nuovo avvicinato alla rossa, mi aveva quasi superata.

"Reina è rimasta incinta da quando ti ha incontrato, se non dopo pochi giorni! Io l'ho saputo una settimana dopo da quando ti ho visto per la prima volta al villaggio! E, da quando Reina mi ha detto ció che era successo, tu hai smesso di presentarti a casa nostra! Reina ha dovuto sopportare l'attesa di un bambino da sola! E ha partorito la notte in cui il Capitano ha distrutto il villaggio, poco prima che la nostra casa cadesse a pezzi e la uccidesse! Sapevi che la nostra casa era fatta di frassino? Il legno l'ha uccisa! È morta nel luogo in cui è nata! Per colpa tua!" le grida della rossa erano disperate, riservavano rancore ed amarezza, frustrazione e rabbia, per la morte della sorella.
Il Capitano spostó lo sguardo su Rowena e riuscí a prenderla e a trattenerla, prima che si scagliasse contro James, dietro di me. Rowena urló per la frustrazione e tentó di divincolarsi.
Mentre la rossa cercava di liberarsi, riflettei sulle sue parole: Reina era rimasta incinta di James in una notte in cui lui era ubriaco; quella stessa notte, lui l'aveva morsa; dopo quella notte, lui non si era piú presentato a casa di Reina; lei era morta la stessa notte in cui il Capitano aveva distrutto il loro villaggio, dopo aver partorito.
La notte in cui il Capitano aveva distrutto il loro villaggio. Uno sconosciuto, un licantropo, aveva distrutto il loro villaggio. Il Capitano. Il Capitano e Rowena si conoscevano da molto piú tempo di quanto pensassi.

"Rowena!" la richiamó il Capitano, ma lei non si fermó.
Lui, allora, molló una mano, facendo avvicinare Rowena pericolosamente a noi, infiló la mano nella giacca e ne estrasse dei fogli secchi, sporchi dal tempo, su cui riconoscevo esserci scritte alcune parole. Il Capitano gettó i fogli tra la rossa e noi, catturando l'attenzione di Rowena, che si precipitó sui fogli, con gli occhi spalancati e disperati.

"No!" urló.
Tentó di riprenderli tutti frettolosamente, mentre James si sporgeva oltre la mia spalla, per vedere di cosa si trattasse. Nemmeno io sapevo riconoscere quei fogli, ma li avevo già visti in mano alla rossa, nella biblioteca, quando mi aveva liberata dalla cella di Dimitri.
Rowena si rialzó e strinse i fogli al petto, poi arretró, coprendo i fogli con le braccia.

"Cosa sono?" le chiesi, incalzandola.
Lei mi guardó di sottecchi.

"Le pagine del diario di Reina." sibiló Rowena.
Portai l'attenzione di nuovo sui fogli sottili e sporchi, le pagine si piegavano sotto la pressione delle braccia di Rowena.
Il respiro di James divenne profondo, lo sentivo tremare.
Il Capitano guardava me. Il suo sguardo, ora, era indecifrabile.

"Perchè non hai ucciso prima James, se avessi voluto vendicarti di lui?" le parole mi uscirono di bocca, prima che potessi fermarle.
Arretrai, spaventata dalla rossa.
Lei non mi guardó. Guardava i fogli.

"Perchè non è ció che avrebbe voluto Reina." sussurró lei.
Su di noi, caló il silenzio. Dietro di me, sentivo ancora i respiri rabbiosi di James. Avrei voluto calmarlo. Ma avrei voluto sapere di piú.

"E cosa centro io, in tutto questo?" le chiesi.
Lei non distolse lo sguardo dai fogli.

"Il bambino che ha partorito Reina si è salvato. Qualcuno l'ha salvato. Non ho piú saputo niente di lui, fino a quando non ho sentito il suo sangue in questa città. Era il sangue dei tuoi nonni.".
Il cuore rallentó, le informazioni cominciavano ad incastrarsi, nella mia testa. Aspettai che Rowena finisse.
"Poi, ho sentito il sangue di Reina in tua madre. Tua madre era simile a Reina. Ma tua madre e mia sorella avevano una differenza: Reina non ha mai saputo distinguere il nemico dalla persona comune. Non ha mai saputo riconoscere il pericolo. Tua madre sa capirlo.
E ho sentito il sangue di Reina in te. Anche tu sei simile a Reina nell'aspetto, ma, soprattutto, nel carattere. Il Capitano mi ha detto che tu hai visto qualche ricordo di mia sorella.".
Aggrottai le sopracciglia. Ricordo?

"Non...quali ricordi?" chiesi.
La rossa non aspettó a rispondermi.

"Tu, incinta, nella casa, i bambini che ridono. Forse, hai visto anche qualcos'altro.".
Annuii.

"Due bambine che salivano per vedere l'alba." affermai.
Rowena sorrise, triste.

"Quelle due bambine eravamo noi due, io e Reina." mormoró, gli occhi puntati su di me.
Rowena si voltó completamente verso di me, dando le spalle al Capitano.
"Lilith, tu sei una discendente di mia sorella Reina, il suo sangue scorre dentro di te." Guardó, sprezzante, James, il suo sorriso scomparve. "Ed è l'unico motivo per cui tu sei legata a James e lui a te: lui ha morso mia sorella, il cui sangue scorre dentro di te, quindi voi due siete legati per il vincolo di mia sorella, perchè mia sorella è stata morsa. Lilith, un vampiro rimane legato per l'eternità alla prima persona che morde. E Reina è stata la prima persona, per James. E tu, per lui, è come se fossi Reina. Per lui, non sei Lilith. Ma il tuo non è l'unico cuore spezzato, adesso. Anche la mia serva saprà presto tutto.".
Sul suo viso apparve un orribile sorriso subdolo.
Sapevo a chi si stava riferendo. La ragazza che sarebbe rimasta legata a James per l'eternità, che era stata morsa da James. Sylver.

Sangue regaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora