nine

5K 203 33
                                    

Decode - Paramore

Sette notti.

Sette lunghe notti di incubi. O per meglio dire, lo stesso incubo ripetuto in continuazione.

Mi svegliavo intorno alle tre urlando, molte volte anche piangendo.
Non riuscivo a respirare, sentivo sempre qualcosa che mi bloccava la gola e poi un dolore atroce alla spalla, proprio dove vi era il graffio.

Stiles accorreva sempre. Si catapultava nella mia stanza e mi abbracciava, facendomi sentire al sicuro. Facendomi sentire a casa.

La cosa che lo faceva preoccupare di più era il motivo del mio incubo: Stiles era all'oscuro di quello che sognavo ogni sera quando andavo a letto.

Poteva sembrare una stupidata, dato che lui era presente quella notte. Era stato lui a portarmi via dal combattimento tra i due licantropi.

Ma il problema era che non ce la facevo, non ce la facevo a raccontarglielo.
Era troppo difficile per me dirgli cosa provavo nel sogno, soprattutto dopo essere aver affrontato dei lunghi attacchi di ansia.

Stiles dovette rimanere al mio fianco e addormentarsi con me per tranquillizzarmi del tutto.

Essendo gemelli, lui mi capiva più di chiunque altro.

Mi svegliai urlando nuovamente, ma quella volta mio fratello non arrivò. Mio padre era ancora alla centrale di polizia.

"Stiles?" chiamai turbata ancora con il magone.

Nessuno rispose.

Provai a chiamarlo ancora e ancora.
Quando trovai le forze per alzarmi, uscii dalla mia camera, entrando in quella di Stiles: il letto era sfatto e... vuoto.

"Oh, no." pensai.

Andai alla finestra, sicura di quello che credevo, ma con mia sorpresa vidi che l'auto di mio fratello era parcheggiata nel vialetto.

Cosa stava succedendo!

Il mio cellulare squillò improvvisamente sul comodino vicino al mio letto.

Tornai nella mia stanza e avviai la chiamata.

"Stiles?"

"Stacy," rispose lui frettolosamente "devi ascoltarmi..."

Dei rumori in sottofondo, simili a degli spari, mi rendevano difficile capire cosa mi stesse dicendo mio fratello.

Poi lo sentii. Un ruggito.

"Stiles, dimmi che non sei nella foresta." dissi più come una affermazione che come una domanda.

Sospirò nervosamente "Ti prego, Stacy. Abbiamo bisogno del tuo aiuto."

Abbiamo.
Non era solo.

Esitai un momento e poi acconsentii.
Sapevo che mi sarei pentita di quello che stavo per fare, ma il mio cervello prese il possesso di me.

"Okay." annuii "Cosa devo fare?"

"Prendi la mia jeep, guida fino alla fine del nostro isolato. C'è il sentiero che porta alla foresta, noi saremo lì..."

"D'accordo." risposi.

Ma prima che terminassi la chiamata mio fratello aggiunse "Stacy, fa presto."

WerewolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora