fifteen

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Glitter&Gold - Barns Courtney

D E R E K

Quella ragazzina non sapeva minimamente con chi avesse a che fare.

Se stava cercando di mettersi contro di me, aveva proprio sbagliato persona.

Avrei potuto ucciderla la prima volta, così da togliermela dai piedi, ma purtroppo c'erano delle complicazioni: era la sorella di Stiles e considerando che avrei dovuto sopportare quel diciassettenne iperattivo, che non teneva mai il becco chiuso, e il suo amico Scott, che era stato trasformato in licantropo, non avevo molta scelta se non dover sopportarli tutti e tre, per un lungo periodo di tempo.

Dentro di me cominciai credere che, la spessa corazza che avevo difficilmente instaurato con gli anni, si stesse pian piano crepando fino a rompersi in mille pezzi, permettendo così al mio lato più debole di impossessarsi di nuovo di me.

Era una cosa che non potevo far accadere.

Avevo già sofferto abbastanza.

Ma c'era qualcosa in quella ragazza, qualcosa che non avevo ancora capito, che accentuava le crepe della corazza. Era come se lei volesse cercare di capirmi, trovando l'origine del mio turbamento, prima che mi chiudessi in me stesso.

"Basta, smettila!"

Dal momento in cui se ne andò, dopo avermi lanciato addosso la mia giacca, la mia mente continuò a pensarla.

"Non farti abbindolare, Derek. Non farti, abbindolare." mi ripetevo, mentre cercavo di distrarmi allenandomi.

Persi il conto di tutte le flessioni che avevo fatto, quando mi ricordai del suo corpo paralizzato contro l'albero e i suoi occhi che mi guardavano terrorizzati.

Terrorizzati da me.

Scossi la testa e, con un salto, tornai con i piedi a terra. Mi accorsi di aver lasciato dei segni con gli artigli sulla tegola dove mi ero appeso.

Sospirai passandomi una mano sul viso.

Cosa mi stava succedendo?
Perché improvvisamente mi sentivo in colpa?

"Dannazione..." dissi sedendomi sui gradini delle scale.

Al mio fianco, appoggiata sulle scale, c'era la giacca che Stacy mi aveva restituito qualche ora prima. Odorava di lei.

Stavo per raccoglierla, quando udii un rumore provenire dall'esterno.

Il mio istinto aveva captato il pericolo, così
scattai in piedi, nascondendomi oltre alla parete, proprio un momento prima che un proiettile d'argento mi sfiorasse in braccio.

Stranamente ci fu un solo sparo, il che mi fece pensare che forse arrivasse da lontano, ma quando una voce familiare echeggiò nell'atrio della casa, mi si gelò il sangue.

"Merda... lo sapevo. Mai uscire con un solo proiettile."

Deglutii a fatica, arrampicandomi fino ad insidiarmi tra le tegole sul soffitto per nascondermi. Mi trasformai velocemente: i denti diventarono zanne e le mani si allungarono fino a diventare artigli affilati.

"Derek? Dove ti nascondi?" domandò la persona camminando sul parquet cigolante "Lo sai che prima o poi ti trovo. Ti trovo sempre..."

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