eighteen

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Walk Through The Fire - Zayde Wølf ft. Ruelle

D E R E K

'...Pensi di farmi paura, Derek? Hai proprio sbagliato persona...'

Quella voce continuò a tormentarmi la mente da quella notte nella foresta.

Non riuscivo a capire di chi fosse, non riuscivo a ricollegarla a nessuno, ma ero più che certo di averla già sentita.

Dovevo a tutti i costi scoprire chi fosse l'alpha per evitare che metà dei cittadini innocenti di Beacon Hills, venissero trasformati o addirittura uccisi da quell'essere.

Scesi dalla mia auto, chiudendo la portiera.

Mi guardai intorno: nel parcheggio vi erano solo una decina di macchine, così mi sistemai il giubbotto e mi diressi verso l'entrata dell'ospedale.

"Ciao, posso aiutarti?" domandò un'infermiera dietro il bancone all'ingresso.

"Sono qui per Peter..." dissi tenendo lo sguardo basso "Peter Hale."

La donna controllò sullo schermo del computer "Stanza 210."

Mi misi le mani nelle tasche e mi avvivai verso l'ascensore. Spinsi il pulsante del secondo piano e prima che le porte si chiudessero, entrò un'infermiera dai capelli ricci neri.

Mi salutò educatamente e poi abbassò lo sguardo verso la cartella clinica che aveva in mano.

Osservai il suo viso, i lineamenti mi ricordavano tanto una persona a me familiare.

Mi spostai leggermente per poter leggere il nome sul cartellino attaccato al camice: Melissa McCall.

"S-scusi..." intervenni improvvisamente spezzando il silenzio "Lei è la madre di Scott?"

La donna si voltò sorpresa e presa alla sprovvista "Ehm... sì." annuì "Sei un suo amico?"

Rimasi immobile per un istante e poi risposi "Sì." ammisi e poi bisbigliai "All'incirca..."

La donna mi sorrise e poi le porte di metallo di aprirono.

Scesi dall'ascensore, dirigendomi verso la stanza numero 210.

Entrai, rimanendo sulla soglia: la finestra aveva la tapparella abbassata quasi del tutto, lasciando trapassare solo un filo di luce.

L'ambiente era troppo bianco e ordinato per i miei gusti.

All'interno della stanza vi era un'altra infermiera. Era girata di spalle e non si accorse della mia presenza.

Quando si girò e mi riconobbe, non mi rivolse nemmeno la parola. Mi venne incontro solo per andarsene e chiuse la porta.

Poi lo vidi.

Era lì, seduto sulla sua sedia a rotelle, che guardava un punto indefinito fuori dalla finestra.

"Ti trovo bene, Peter." incrociai le braccia al petto.

L'uomo rimase immobile, senza muovere un muscolo.

Sorrisi "Ancora non parli, eh?"

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