°RIVELAZIONI°

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Kira's pov

Questa mattina a svegliarmi non è stata la solita sveglia, oppure le forti urla di Jasmine. Ma è stato Luke, si è presentato fuori alla porta di casa mia con due cornetti e due cappuccini tra le mani e anche se la cosa mi è sembrata alquanto strana, ho deciso lo stesso di farlo entrare.

Siamo entrambi seduti a tavola, entrambi a mangiare la nostra colazione, ma soprattutto entrambi imbarazzati. Non so perché ma questo ragazzo sta iniziando ad avere del potere su di me, con un semplice gesto riesce a far crollare le mie barriere e mi rende molto vulnerabile, più di quanto vorrei.

Ieri sera ho lasciato che vedesse il mio dolore, gli ho permesso di sentire le mie urla interiori, ho fatto esattamente ciò che in passato lui mi ha chiesto di fare. Ho preso il mio cuore e le mie sofferenze e le ho appoggiate sulle sue mani, ammetto che all'inizio avevo paura, non è facile donare ciò a qualcuno. Ma lui quasi da esperto le ha prese e le ha poste sulle sue spalle, poi ha accarezzato il mio cuore rendendolo molto più leggero.

Dopo non mi ha chiesto nulla, non mi ha chiesto dei miei genitori e ne ha detto le solite frasi che tutti direbbero, anzi, mi ha sorriso e ha sfiorato la mia guancia con la sua mano. Ed è andato via senza prima aver aggiunto un "Ci vediamo domani, te lo prometto."

Il "te lo prometto" alla fine mi ha fatto capire che non intendeva a scuola, ma non ne ero poi così sicura. In ogni modo, sono felice che lui sia qui.

«Come ti senti?» mi chiede dopo davvero tanto tempo.

«Sto bene, grazie» alzo i miei occhi su di lui e lo becco a fissarmi «Grazie tante anche per la colazione Robert, è stato gentile da parte tua.»

«È una sciocchezza» si passa le mani tra i capelli, lo vedo alzarsi e sgranchirsi le gambe. «Dovremmo andare ora.»

«Va pure, io aspetto Jasmine e Tyler.»

«A dire il vero loro si sono già avviati. Quindi devi venire con me» una fossetta gli si forma sulla guancia mentre io sbuffo.

«Mi stai dicendo che dovrò venire in macchina con te?» la voce schifata e gli occhi alzati verso il cielo.

«Sì, e ritieniti fortunata. Non tutti hanno il privilegio di salire nella mia auto» sorride ancora e si avvia alla porta, io sbraito sottovoce ma prendo lo zaino seguendolo. Non ho intenzione di andare a piedi.

Salgo nella sua macchina e mi rendo conto che è più pulita di casa mia. «Sei un tipo fissato per le pulizie?»

Alza un sopracciglio «Più o meno» ammette.

«È carina» dico aprendo il finestrino e accendendo la radio, alzo il volume e le note di Paradise mi bruciano i timpani, ma non mi interessa. Io amo i Coldplay.

«È un vizio il tuo vero?» gli sento dire e quindi mi tocca fissarlo, le mani sul volante, l'aria fresca che gli sposta il ciuffo e le labbra sempre intrappolate tra i suoi denti. Non posso non pensarlo, è molto carino. Ma nulla di più, solo carino.

«Cosa vuoi dire?» rispondo alla sua domanda poco sensata.

«La prima cosa che fai quando entri in un auto è accendere lo stereo e alzare il volume, perché?»

Questa cosa è vera, solo che quando salgo in auto con Tyler lui mi fa trovare già lo stereo acceso e la voce a massimo, quel ragazzo non ha bisogno che io gli dica nulla, ormai sa tutto. Ma in ogni modo, cosa ne sa il pulcino?

«Cosa vuoi saperne tu?»

«L'hai fatto anche l'altra volta?» ma cosa sta dicendo?

Lo vedo fermarsi a un semaforo e punta i suoi occhi su di me, vedendomi confusa riprende a parlare «I primi giorni di scuola, Cal diede una festa a casa sua alla quale venisti anche tu, a fine serata eri un po' brilla e ti accompagnai io a casa e, facesti la stessa identica cosa» le parole di Jasmine mi tornano in mente, quando a mensa mi disse che era stato il pulcino a riportarci a casa. Ma possibile che dopo un mese lui si ricorda questo piccolo dettaglio?

Beside you || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora