Capitolo 22

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Avanzo di qualche passo per riuscirlo a vedere almeno di profilo.

"Vieni... siediti qui..." dice con voce vaga, battendo la mano sul divano.

È fatto, stra fatto. E avvicinandomi, i suoi occhi me lo confermano.
Rimango in piedi davanti a lui.

"Dai siediti" mi afferra per un braccio e mi tira verso di lui, cercando di farmi sedere.

"No, lasciami" dico aspramente liberandomi dalla sua presa.
"Si può sapere che cazzo stai facendo?"
Lo guardo delusa.
Non riesco a vederlo in queste condizioni.
Gli prendo la canna dalle mani schiacciandola per terra.

"Che cazzo fai?!" Urla, sembra proprio arrabbiato, anche se con quella faccia mi fa ridere.
Si avvicina scontroso verso di me.
"Si può sapere che cazzo hai fatto?" Sbraita puntando la mano verso la canna schiacciata per terra.

"Ti fa male quella roba." Rispondo secca, fissando i suoi occhi rossi.

"Tu continuerai a non capire vero? Non capirai mai" poggia la sua grande mano alla base del mio collo e mi spinge lentamente contro il muro.

"Illuminami allora" lo sfido.

Mi prende per i fianchi e mi spinge contro di lui baciandomi il collo.

"Così non risolvi nulla" sbuffo cercando inutilmente di allontanarlo.

"Non abbiamo niente da risolvere"
Mi tira con se sul divano.

"Certo, ora è questa la scusa. Lasciami, sei stra fatto." Dico secca, cercando ancora di allontanarmi da lui.

"Non è vero" afferma.

Siamo per metà sul divano, e per metà sul pavimento, coperto da un morbido tappeto.
Per fortuna, aggiungerei.

Mi libero finalmente dalla sua presa, facendolo cadere per terra.
"Senti, io torno a casa, ci si vede quando stai meglio" sbuffo allontanandomi.

Prima che io possa uscire mi blocca per un braccio e mi fa voltare verso di lui.

"Ti prego, non andare"

Mi guarda con quegli occhi, a cui non riesco a resistere.

Mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Questa volta non cerco di allontanarmi.

Mi prende in braccio e mi fa sedere frettolosamente su un mobile in sala, facendo cadere a terra tutto ciò che c'era sopra.

Ridiamo entrambi guardando il casino.

Pov's Pier

Accidenti, dopo dovrò mettere tutto apposto, ma ora non me m frega nulla.

Torno a lei, e al suo bellissimo corpo che aspettava solo me.
Le sfilo la maglia frettolosamente buttandola a terra, e passo le labbra ovunque trovi pelle calda da baciare.

Mi passa una mano tra i capelli strattonandoli leggermente. Mentre scendo, arrivo al bordo del suo pantalone.

"Aspetta.." mi blocca.

No dai ti prego.
La guardo con occhi supplicanti.

"No... non voglio fare una cosa di cui poi neanche ti ricorderesti..." sospira scendendo dal mobile, e rimettendosi la maglia.

"Che palle" sbuffo, buttandomi sul divano.

Si avvicina lasciandomi un bacio sull'angolo della bocca, per poi andare via.

Nel dubbio, mi rollo un'altra canna.

Pov's Maya

Appena rientro a casa mi siedo a cenare.

Il mio veleno - MadManDove le storie prendono vita. Scoprilo ora