Capitolo 26

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Pov's Maya

Appena arrivata a casa, apro lo sportello della macchina e lo richiudo sbattendolo. Pier mi segue lasciano l'auto in moto, e mi ferma per un polso.

"Ma è possibile che dobbiamo sempre litigare per colpa sua?" sbuffa strattonandomi per un braccio.

Lo fulmino con lo sguardo e mi libero dalla sua presa. Continuo a camminare verso la porta di casa ma mi blocca nuovamente per un polso.

"Perché ti comporti così? Mi sono stancata della tua gelosia, sei una testa calda!" sbuffo.

"Quindi è colpa mia se sono geloso?!" Esclama.

"Certo che è colpa tua! Lo sai che amo solo te, perché continui a fare il cretino, nonostante tu queste cose le sappia già?!" urlo isterica sbracciando. "Dovresti essere contento, sto con te, e lui non mi può avere. Al posto di sfotterlo, perdi tempo a fare il geloso, non è esattamente il comportamento che mi aspetto da un ragazzo maturo. E ora torna a casa, voglio stare da sola." Dico secca proseguendo per la stradina che mi porta davanti all'entrata di casa.

Sento le mani di Pier che mi stringono e mi fanno voltare verso di lui, le sue labbra fredde baciano le mie, per pochi secondi. Faccio un passo in dietro e tengo lo sguardo basso.

"Buonanotte" dico il meno fredda possibile per poi entrare in casa. Vado direttamente in bagno per struccarmi. Poi mi butto sul letto e cado in un sonno profondo.

Mi sveglio con il mio telefono che squilla. C'è una chiamata persa da parte di Fabiano e un suo messaggio. 'Scusami per ieri sera' sorrido, penso sia stato carino, oltre che giusto, chiedere scusa, anche lui non si è comportato da persona matura. Ahhhh i maschi...

Rimango qualche minuto ferma nel letto a raccimolare un po' di energie per alzarmi e andare a fare colazione. Oggi è sabato, non ho scuola, non ho impegni, e ho tempo per studiare. Mi alzo, infilo le ciabatte e scendo a fare colazione. Nel corridoio incontro mia nonna che mi avvisa di aver preparato i pancake, mi ha già rallegrato la giornata. Scendo frettolosamente le scale e andando in cucina vedo Penny seduta al tavolo da sola, che litiga con lo sciroppo d'acero.

"Ti serve una mano?" rido avvicinandomi a lei.

"No! Ce la faccio da sola!" dice con tono minaccioso, ovviamente riferendosi alla bottiglietta, non a me.

"Come vuoi, non ti arrabbiare" la oltrepasso ridendo andandomi a prendere un piatto, e mi siedo a tavola con la mia profumatissima montagna di pancake. Guardo mia sorella sperando riesca a mettersi quel cavolo di sciroppo entro trenta secondi.

"Penny ti muovi!? Ho fame!" Esclamo rubandoglielo dalle mani, e spremendolo sul mio piatto. Glielo restituisco e finisco tranquillamente la mia colazione.

Mentre torno in camera il mio cellulare inizia a squillare, è Pier, ma non ho nessuna intenzione di rispondergli, non ho voglia di parlarci, e poi mi disturba sempre quando ho intenzione di studiare.

Silenzio il telefono e mi chiudo in camera, che nessuno mi cerchi per le prossime ore.

"Maya?!" mi sento smuovere. La voce di mia mamma mi risveglia, mi sono addormentata sui libri?

"Che ore sono?..." chiedo assonnata e stropicciandomi gli occhi.

"Maya hai dormito tutto il giorno... è pronta la cena, sei sicura di sentirti bene?" chiede preoccupata poggiandomi una mano sulla fronte.

"Mi sento così rimbambita" dico a occhi socchiusi.

"Sei bollente, mi sa proprio che ti sei presa la febbre, scendi a mangiare, dopo te la misuri"

Sbuffo e mi faccio forza per alzarmi e seguirla in cucina. Appena oltrepasso la porta cerco di mettere a fuoco tutte le figure sedute a tavola.

"Tu che cavolo ci fai qui?" chiedo confusa guardando Pier seduto a capotavola, sono troppo stanca per arrabbiarmi. Perché lui è qui e io non sapevo nulla?

"Poco fa è arrivato, pensavo lo avessi chiamato tu, e l'ho fatto entrare, poi ovviamente la nonna lo ha anche fatto sedere a tavola per cenare con noi" risponde scherzosamente mia mamma sedendosi a tavola.

Sgrano gli occhi e faccio spallucce mentre mi siedo, poggio un gomito sul tavolo e mi tocco con una mano il viso bollente, comincio a sentire anche qualche sintomo di nausea, che palle.

Arrotolo lentamente un po' di spaghetti nella forchetta, ma prima di farli arrivare alla bocca li faccio ricadere nel piatto, facendo schizzare il sugo da tutte le parti, non ce la faccio.

"Non ho fame" mi metto una mano sulla pancia e poggio la schiena sulla sedia, mentre guardo gli altri mangiare, mia nonna mi fulmina con lo sguardo. A nessuna nonna piace questa frase.

"Ti accompagno in camera" Afferma Pier alzandosi dalla sedia e sistemandola sotto il tavolo. Si mette un mio braccio attorno al collo e mi porta in braccio fino a dentro al letto.

"Perché sei venuto?" chiedo prendendogli la mano, che teneva sulla mia coscia, e spostandola sul mio addome.

"Perché volevo vederti, però questo gesto mi mette ansia" guarda le nostre mani.

"Non sono incinta" lo guardo divertita.

"Sì, ok, ma mi mette ansia comunque" ride insieme a me.

"Fabiano si è scusato per ieri sera..." guado il mio telefono sul comodino, Pier lo afferra e lo sblocca leggendo il messaggio.

"Non voglio più saperne di quello lì ok? Non voglio parlare di lui, specialmente ora che tu stai male" sospira e mi guarda preoccupato.

"Amore.. ho solo un po' di febbre, non sto morendo" ridacchio e mi nascondo sotto le coperte.

"Non posso neanche più preoccuparmi per te?" ride allungandosi davanti a me.

"No, non puoi" dico a bassa voce, e tenendo gli occhi chiusi, accucciandomi sul suo petto e addormentandomi.

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Sono viva! Scusate la mia poca attività ultimamente...
Stellina e commento?!♥️⭐️

Il mio veleno - MadManDove le storie prendono vita. Scoprilo ora