Capitolo •29•

701 29 0
                                    

JACE
Cammino verso casa con le cuffie nelle orecchie.
I brividi del freddo non vogliono abbandonarmi anche oggi.
Nonostante io ami l'inverno, devo ammettere che il ritorno da scuola non è proprio la parte che preferisco.
E poi vedere Clara, sempre attaccata a quel ragazzo..e le sue parole, le sue parole cosi false..eppure efficaci.
Rido pensando alle sue battute.
La allontanerò da quello stronzo per sempre.
Entro in casa e riesco a sentire il cambiamento d'aria in un secondo.
La puzza di fumo indescrivibile da quando è tornato mio fratello.
Jace: "Xander?"
Lo richiamo sventolando la mano davanti al viso per allontanare l'odore.
Papà: "Jace.."
Mi volto verso di lui spaventato.
Jace: "Oh sei tu."
Dico lasciando cadere lo zaino sul divano e facendo per andare in camera
Papà: "Parliamo."
Mi blocco alzando lo sguardo
Incrocio le braccia
Jace: "Tu? Ed io?"
Chiedo ironicamente
Lui annuisce serio cosi
Mi avvicino lentamente.
Prendo posto accanto a lui.
Jace: "Parla sono tutt'orecchie."
Porto una mano sotto al mento osservandolo.
Versa un po' di spumante nel suo bicchiere per poi fare lo stesso col mio.
Sembra abbia preparato tutto ma sa bene che odio l'attesa.
Jace: "Senti! Taglia corto."
Dico alzandomi impaziente
Lui si innervosisce leggermente tirandomi di nuovo giu.
Papà:"Io e tuo fratello abbiamo parlato."
Dice sorseggiando un po' di liquido.
Jace: "Non dirmi che deve gia andare via."
Lui poggia il bicchiere sul tavolo
Papà: "abbiamo parlato di quel che è successo ieri..e mi ha fatto capire del grave errore che sto commettendo."
Mi inserisco meglio nel discorso lasciandolo continuare
Papà: "so che quella donna non si merita quello che le ho fatto."
Jace: "oh non sono quella donna."
Annuisce a fatica
Papà: "Jace..mi dispiace..per essere stato cosi stupido..per non aver compreso. Mi dispiace di essere un padre di merda okay? Ma sono fatto cosi..io non dovevo essere padre ecco tutto. Non riesco a comprenderti perché tu sei un adolescente, sogni, immagini, vivi, e riesci a sorridere. Siamo cosi diversi Jace, so di essere un mostro..lo so bene, ma non riesco a fare quello che fai tu ogni giorno, a guardare le persone in modo allegro e non squadrandole amaramente."
Mi avvicino leggermente mentre mio padre finisce di bere il contenuto del suo bicchiere.
Papà: "sono cosi fiero di te figliolo, guarda dove sei arrivato..e senza neanche il nostro aiuto, eppure mi sembra di non conoscerti abbastanza. Se solo avessi l'opportunità di cambiare il nostro rapporto di ricominciare da capo..e non solo con te, con tua madre, tuo fratello.."
Caccio via le lacrime deciso
Papà: "Ho deciso..assumerò quella donna."
Sorride.
Da quanto tempo non lo faceva
Jace: "Grazie papà."
Annuisce comprensivo
Papà: "Ti voglio bene."
Lo abbraccio
Papà: "Ma! Dovrà prima superate delle prove di fiducia, deve dimostrarmi di essere all'altezza! Un solo passo falso Jace!"
Mi avverte
Sbuffo
Jace: "E riecco il solito padre."
Ridacchiamo per poi abbracciarci ancora.
Sto per tornare in camera ma mi fermo
Jace: "Sai papà."
Lui si volta
Jace: "Anche io sono fiero di te."
I suoi occhi si illuminarono d'improvviso.

RIELE
Sono felice di aver riallacciato i rapporti con Clara.
Mi ha suggerito di ripagarlo con la stessa moneta. Ha detto che spesso Leo ascolta troppo i consigli degli altri lasciando la buona strada a farsi fottere.
In poche parole, per lei non è fidanzato, vuole solo farmi.."ingelosire" o come dire "mettermi alla prova".
So che suona piuttosto strano ma, alla fine sembra anche piuttosto sensato.
Conosco Leo ormai, usciamo ogni giorno insieme e poi so che é uno dei ragazzi più timidi del mondo sotto sotto.
Sorrido vedendolo in lontananza.
Leo: "Ri!"
Sorride
Riele: "Ehy Leo."
Lo vedo arrossire leggermente
Riele: "Come va con.."
Lui china la testa confuso per poi realizzare e sbiancare
Leo: "Oh! La mia ragazza! Si certo benissimo!"
Risponde agitato
Faccio un complice sorrisetto.
Riele: "Beh..allora non sarà un problema per te se..ti dicessi che sono anch'io fidanzata."
I suoi occhi sembrano uscire fuori dalle orbite all'improvviso
Leo: "T-tu t-tu cosa?"
Ridacchio
Riele: "Non sei felice per me."
Serra la mascella
Leo: "Senti."
Si morde il labbro mettendo una mano sulla destra del mio armadietto, esattamente vicino al mio viso.
Leo: "Forse ti sembrerò stupido."
Dice avvicinandosi
Deglutisco
Leo: "Ma sono diverso da quello che credi. Andiamo non prendiamoci in giro, perché stiamo giocando su questa cazzata."
Lo scanso violentemente dal mio corpo
E questo Leo selvaggio da dove è spuntato?
Continuo a domandarmi imperterrita
Riele: "Beh, b-beh io non so d-di cosa parli."
Ridacchio nervosa
Leo: "Facciamo che ne riparliamo a casa mia dopo la scuola."
Spalanco la bocca
Riele: "Leo, ma? Vorrei delle spiegazioni. Che ti succede?"
Sta per rispondermi ma si blocca
Leo: "Ri, io non sono fidanzato."
Annuisco
Riele: "Lo so..beh, neanch'io."
Lui abbozza un sorriso
Leo: "lo so."
Lo continuo a guardare confusa fin quando non decide di spiegarmi.
Leo: "Beh, Gaia, mi ha dato dei consigli su come poter piacere di più a te, so che è una cosa da bambini ma mi ha detto di essere un po' più intraprendente."
Scuoto la testa quasi arrabiata
Riele: "Ma sei matto? Tu mi piaci!"
Sorride speranzoso
Riele: "E mi piaci cosi, cosi come sei, timido, dolce, e stronzo solo per farsi figo. Mi piace prendere il controllo della situazione. Mi piace farti credere che io non sia innamorata di te..non hai bisogno di tutto questo per piacermi. Sii te stesso."
Si avvicina di più a me.
Leo: "Lo pensi davvero?."
Annuisco sorridente
Riele: "certo, ma ora dimmi..perché lo hai fatto?"
Mi prende la mano
Leo: "Perchè i-io..credo di amarti."

LET ME LOVE YOU -jace norman-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora