Capitolo •13•

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CLARA
I forgive you, you don't know what you have done.
È da più di un ora che sono qui nel mio posto segreto..mi piace chiudere gli occhi e immaginare quei pochi minuti insieme a Jace..
E non chiedetemi perché pensò sempre e solo a lui..è solo che..non lo so ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino, e lui era l'unico a colmare quel tipo di vuoto. L'ombra della quercia mi oscura il volto, una lacrima si permette di colare.
La asciugo in fretta, ho pianto abbastanza, cosa mi aspettavo?
Sbuffo arrendendomi per l'ennesima volta.
Okay! Hai vinto tu! Mi sono illusa di nuovo!
Continuo a ripetermi, perché allora mi sembrava cosi affezionato..forse mi sbagliavo completamente su di lui.
Forse è come tutti gli altri.
Se solo, rispondesse alle mie chiamate.
Prendo il telefono e con la mano tremolante digito il suo numero.
Squilla!
Sorrido.
Segreteria telefonica
Lascio scivolare via il telefono dalle mani.
Metto la testa tra le mani.
Prendo velocemente le mie cose a passo svelto e con lo sguardo basso mi allontano dalla mia amata quercia.
Una mano mi blocca il polso.
Mi volto di scatto con il cuore a mille..
Carson?
Lascia la presa lentamente, sembra avere una faccia triste, vorrà chiedermi scusa di qualcosa?
Carson: "Ehy..senti so di aver sbagliato, ma so anche che quel coglione ti sta facendo soffrire e-"
Lo blocco
Clara: "Che ci fai qui?"
Chiedo fredda
Lui gesticola un po'
Carson: "Beh, insomma i-io.."
Clara: "Mi hai seguita?"
Dico incrociando le braccia
Carson: "mi dispiace tanto."
Ammette.
Sorrido per poi fargli cenno di sedersi su una panchina li vicina.
Carson: "È da un po' che non ti sento a scuola, ti saluto e tu non ti azzardi a guardarmi negli occhi."
Clara: "È solo che.."
Carson: "che stai soffrendo tanto."
Completa la frase. Provo ad evitare il contatto visivo ma senza risultati
Carson: "So che stai soffrendo per lui..e io mi sento cosi stupido..insomma, ho creduto di avere speranze contro quell'attore del cazzo.."
Abbasso lo sguardo
Carson: "Io, ho esagerato e sono stato un coglione."
Annuisco
Clara: "Sta tranquillo, è acqua passata."
Sorride
Carson: "Vorrei che lo fosse anche per me.."
Clara: "davvero, è tutto okay, non sentirti male per questo."
Carson: "sei sempre cosi dolce."
Dice accarezzandomi i capelli.
Carson: "Se hai bisogno di qualcuno, di un amico, io ci sarò sempre per te..sempre.."
Detto questo si alza dalla panchina e si allontana lentamente.
Non so cosa mi ha dato alla testa in quel momento ma-
Clara: "Ehy!"
Dico facendolo voltare
Clara: "Ti va di...insomma, fare una passeggiata? Magari, potresti accompagnarmi a casa."
Sorride
Carson: "Sarebbe un piacere madame!"
Dice prendendomi la mano.
Poi si ferma, facendo combaciare le nostre dita.
Carson: "Ricominciamo da qui..ti prego."
Abbozzo un sorriso.
Clara: "Si."
Sapete cosa?
Fanculo Norman!

JACE
Mia madre entra in camera.
Jace: "Esci, non voglio più saperne di te."
Mamma: "jace, non mi importa quello che pensi qui dentro c'è puzza e devo pulire la tua stanza visto che hai deciso di non uscire dal letto."
Spiega 'brevemente' iniziando a buttare via della roba.
La seguo con lo sguardo ma poi riprendo con la musica.
Che vita di merda.
È da giorni che salto scuola e soprattutto le riprese.
Forse sto diventando una persona orribile..non voglio che accada ma il mio carattere schifoso deve sempre far si che succeda.
Alzo lo sguardo e noto un pezzo di carta accattocciato tra le mani di mia madre.
Sta per buttarlo.
Jace: "NO!"
Urlo alzandomi di scatto.
Glielo strappo dalle mani.
Mamma: "Jace non fare il bambino."
Jace: "No! Questa..questa-questa è.."
Dico bloccandomi
Mamma: "Cosa?"
Jace: "Una lettera."
Dico mettendola dentro un cassetto.
Mamma: "Ma se non l'hai mai letta!"
Jace: "Ti prego va via."
Mamma: "Dammi quella cosa! Subito! È un compito? Sei andato male?!"
Jace: "No! È DI CLARA!"
Lei tace
Abbassa lo sguardo
Mamma: "Jace..ti stai comportando da idiota egoista."
Jace: "Tu ti sei comportata bene?!"
Le urlo contro
Mamma: "Leggi la lettera."
Jace: "Nah! Che schifo."
Dico buttandomi sul letto.
Mamma: "Quella ragazza ha bisogno di te, pensa quante brutte cose starà passando!"
Ribatte
Chiudo gli occhi
Mamma: "avete entrambi bisogno di stare vicini..eri cosi felice con lei, so di aver sbagliato ma non far si che tutta la tua vita vada all'aria..quella ragazza ti vuole un bene dell'anima e so che tu lo sai! Quindi smetti di fare l'orgoglioso e prendi quella lettera, leggila più volte possibile, anche 1000 se necessario e poi corri da lei."
Mi sdraio sul letto
Jace: "Ti prego lasciami solo a riflettere."
Sento i suoi passi dirigersi verso la porta
Mamma: "Vuoi che te la portino via?"
Dice per poi uscire.
Metto le mani tra i capelli a quelle parole..e solo dopo quelle parole..ho iniziato a riflettere.
Su cosa stessi diventando.
Su quello che stavo facendo alle persone che amo.
E Riele?
Cosa penserà di me?
E Sean?
Sarò ancora il suo migliore amico?
E Gaia?
Si sarà messa con Sean?
E Leo?
Sarà sempre lo stesso coglione?
E-e Clara?
Sarà sempre la mia Clara?
Strofino gli occhi.
Prendo il cellulare..
Non ho neanche il coraggio di guardare lo schermo.
Scuoto la testa e osservo con rancore tutti i messaggi di Clara, tutte le chiamate perse..e dio, quanto sono stupido?
La richiamo immediatamente.
Squilla
Clara: "Ciao!"
Jace: "CLARA! Ciao! Mi dispiace! Lasciami spiegare io-"
Clara: "Al momento non posso rispondere, aspetta il segnale dopo il beep prima di registrare un messaggio."
Una lacrima riga il mio viso.
Jace: "Cazzo! CAZZO!"
Dico sbattendo ripetutamente il telefono a terra.
singhiozzo rumorosamente appoggiandomi alla parete. Se solo fossi stato meno egoista!
Se solo avessi pensato a quello che stavo facendo..
Ho pensato solo a me stesso.
E tutto questo non sarebbe successo se non fossi tornato giovedì mattina.
Credevo non ci fosse nessuno in casa, mia madre e mio padre Giovedì lavorano entrambi..
Pensavo di saltare scuola, c'era il compito di fisica.
Purtroppo ho visto qualcosa che non avrei dovuto vedere.
Mia madre se la stava facendo con un uomo mai visto prima.
Avevo intenzione di fare qualcosa ma rimasi immobile a guardare come un coglione.
Non pensavo che mia madre si sarebbe mai azzardata a fare qualcosa alla nostra famiglia.
Non mi aspettavo che ne sarebbe stata la rovina, siamo sempre stati, una famiglia di classe e benestante.
Mio fratello Xander è fuori casa da nemmeno 1 mese e guarda che succede qui dentro.
Quando mia madre si è accorta della mia presenza mi ha preso per il polso e mi ha portato di sopra.
Cacciò via quell'uomo che sembrava piuttosto spaesato dal gesto.
La prima cosa che sono riuscito a dire è stata.
"Da quanto va avanti?"
Non ha saputo nemmeno rispondermi, si è messa a piangere come un'irresponsabile.
Ho urlato.
"Non ti perdonerò mai per questo!"
E me ne sono andato, nonostante la pioggia, non potevo rimanere li.
Ho anche rincorso l'uomo che ha collaborato alla distruzione della mia famiglia, per quanto si possa ancora definire tale.
Quando sono tornato a casa ero completamente bagnato e non mi importava, ero a pezzi.
Mio padre era a casa, ormai erano passate più di 5 ore, urlava brutalmente
in faccia a mia madre, cose come
"È tutta colpa tua!" "Guarda che cosa hai fatto! Stai diventando una puttana."
senza rispetto.
Ma d'altronde ne ha mai avuto lei per lui?
Per me? Per noi?
Ho iniziato a sentirmi male e sono stato barricato in camera mia a pensare a cosa avessi sbagliato, dimenticandomi dei fantastici amici che ho.
Mio padre entra nella stanza lentamente.
Si siede accanto a me, lasciandomi sfogare.
Papà: "Come ho fatto a non accorgermi di te, figliolo?"
Dice sorridendo
Papà: "Non ho neanche avuto il minimo pensiero che tu fossi speciale, eri un ragazzo come tanti."
Gioca con i pollici.
Papà: "Io e tua madre non abbiamo mai rispettato le tue scelte, non abbiamo mai percepito, quanto avessi bisogno di qualcuno che ti appoggiasse, che ti sostenesse."
Sorrido asciugandomi le lacrime.
Papà: "Siamo stati cosi stupidi e incomprensibili..vorrei tornare indietro e chiederti un "ciao figliolo come va?"
O magari un "come è andata la giornata?" Sarebbe stato meglio."
Jace: "Non importa papà, ho imparato a cavarmela da solo..in un modo o nell'altro."
Si alza e si avvicina alla porta ma prima di chiuderla
Papà: "Non scordarti che ci sono per te."
Annuisco
Papà: "Ti voglio bene."
Sussurra.

Chiudo gli occhi stanchi..
Che posso farci?
Questa è la vita che mi spetta.

LET ME LOVE YOU -jace norman-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora