16º giorno nell'arena

30 3 0
                                    

Mi sveglio per via dell'alba.
«Non piove più» noto.
«Già si può andare a caccia» esclama Katniss.
Abbiamo passato due giorni nella grotta per via della pioggia. Così non abbiamo potuto procurarci del cibo. Per fortuna Katniss e Peeta sono riusciti a mandare avanti il loro idillio e Haymitch ci ha ricompensati. Io, invece, che non faccio più incubi, grazie alle pastiglie di cui però ho dovuto aumentare la dose, cercavo di non interrompere i loro momenti romantici, a volte facendo finta di dormire. Altre volte invece loro mi coinvolgevano e ci comportavamo come fratelli.
Dopo aver svegliato Peeta e aver fatto colazione, partiamo per la caccia.
«Se volgiamo del cibo, è meglio che risaliamo fino al nostro vecchio territorio di caccia» dico guardando Katniss che annuisce.
«Ai vostri ordini ditemi solo cosa volete che faccia» risponde Peeta.
«Sta attento. Rimani sulle rocce il più possibile, non ha senso lasciargli delle tracce da seguire» lo esorta Katniss.
Se non fosse per la gamba di Peeta probabilmente cammineremmo nell'acqua, ma Katniss ha paura che non lo regga. Quando il terreno roccioso finisce torniamo sugli aghi di pino, in mezzo agli alberi e qui mi sento subito più protetta. Peccato che Peeta faccia un rumore che secondo me si sente fino all'11 e non tramite le telecamere. Io e Katniss ci voltiamo a guardarlo.
«Cosa c'è?»
«Devi muoverti più silenziosamente» risponde Katniss.
«A parte mettere sull'avviso Cato, stai facendo scappare tutti i conigli nel raggio di cinque chilometri» gli spiego io.
«Davvero? Mi spiace, non lo sapevo»
Ripartiamo e Peeta va leggermente meglio, ma molto leggermente.
«Puoi toglierti gli scarponi?» gli chiede Katniss all'improvviso.
Lui la guarda incredulo.
«Qui?»
«Sì, lo faremo anche noi così saremo tutti più silenziosi»
Katniss mi guarda in malo modo e io le rivolgo un'occhiataccia. Dopo esserci tolti gli scarponi ripartiamo. Va meglio, ma niente selvaggina.
«Ragazze, bisogna che ci dividiamo. So che sto facendo fuggire la selvaggina»
«Solo perché la gamba ti fa male» risponde Katniss magnanima.
Alla fine però vince Peeta e così lui rimane a raccogliere delle piante commestibili. Katniss va a caccia a terra mentre io salgo su un albero per prendere qualche uccello o scoiattolo. Alla fine Katniss ha preso due conigli e io un grosso scoiattolo e un fagiano. Poi posizioniamo delle trappole per pesci. Dopo torniamo indietro da Peeta. Però iniziamo a preoccuparci per lui perché non risponde al nostro segnale, allora corriamo fino alla sua postazione, ma non lo troviamo. Katniss si fa prendere da una crisi isterica di preoccupazione e quando vediamo Peeta vorrei urlargli contro che è un cretino perché ci ha fatto prendere un colpo, ma Katniss è troppo sconvolta e lui riesce a tranquillizzarla.
«E hai anche mangiato senza di noi!» dico io indignata.
Stavo facendo la rassegna del cibo quando noto che manca del formaggio.
«Cosa? No, non ho mangiato!»
«Ah e suppongo che le mele si siano mangiate il formaggio» ironizza Katniss che si era avvicinata a me.
«Non so chi si sia mangiato il formaggio. Ma non sono stato io. Sono stato giù vicino al fiume a raccogliere bacche. Ne volete un po'?»
Katniss sembra titubante, ma si avvicina. Io invece le prendo, ma mi fermo. Morsi della notte. Mio papà mi metteva in guardia da quelle bacche da quando ero piccola. Sono velenosissime.
Poi sentiamo il cannone sparare. Ci voltiamo e vediamo dei capelli Rossi che vengono tirati su da un hovercraft. Era Faccia di Volpe. Dovevo immaginarlo, ci stava seguendo.
Katniss spiega a Peeta come mai la rossa del cinque è una sua vittima.
«Mi sbarazzerò del resto» dice raccogliendo tutti i morsi della notte che aveva raccolto. Ma Katniss lo ferma.
«Aspetta! Se hanno ingannato Faccia di Volpe, forse possono ingannare anche Cato. Se ci sta dando la caccia, o qualsiasi cosa stia facendo, possiamo fingere di aver lasciato cadere il sacchetto per caso e, se lui le mangia...»
«Allora, salve casa dolce casa!» finisco io.
«Esatto»
«Adesso saprà che siamo qui. Se è nei paraggi e ha visto l'hovercraft, saprà che l'abbiamo uccisa e verrà a cercarci»
Peeta ha ragione da vendere.
«Accendiamo un falò» dice Katniss all'improvviso.
«Sei pronta ad affrontarlo?» chiede Peeta poco convinto, mentre io la guardo con il nostro solito sguardo complice avendo capito il suo piano.
«Siamo pronte a mangiare. Meglio cuocere il cibo finché possiamo farlo. Se sa che siamo qui, lo sa e basta. Ma sa anche che siamo in tre e magari pensa che stiamo inseguendo Faccia di Volpe. Questo significa che tu ti sei ristabilito. E il fuoco significa che non ci stiamo nascondendo, che lo stiamo invitando qui. Tu ti faresti vedere?» chiedo io.
«Forse no» risponde.
Peeta è abilissimo ad accendere un fuoco. Quando il cibo è cotto ne mettiamo via la maggior parte. Peeta vorebbe tornare alla grotta per la notte, ma a me sembra una pessima idea: altre ore di fracasso e cammino. Spero che Katniss sia d'accordo con me.
Lei si alza in punta di piedi per dargli un bacio e dice «Certo, torniamo alla grotta»
Davvero? E io che speravo che ci saremmo rifugiati su un albero. Poi capisco perché l'ha fatto. Oggi ha urlato contro Peeta una miriade di volte, l'idillio sta crollando e lei deve rissolevarlo. Devo ammettere che questa storia sta inziando a pesarmi. In più ho molta paura che quando Peeta scoprirà che Katniss in realtà non lo ama rimarrà ferito, deluso e disgustato dalla situazione. E la cosa che forse voglio di meno è che lui ne esca frantumato. Già chi sopravvive agli Hunger Games non è tutto a posto, in più se subisci anche un dolore amoroso è peggio.
Però devo ammettere che, dopo aver ottenuto il permesso di arrivare alla grotta tramite gli alberi, sono felice che ci ritorniamo. Mi sembra di essere tornata all'11, al mio lavoro, a Tresh, a mamma, ai miei fratelli, alle ragazze. Pensando a casa mi viene in mente la mia vita se vincessimo. Sarai ricca e avrei fama da vendere a Capitol. Non avrei più problemi a mantenere la mia famiglia e aiuterei in modo esponenziale il mio distretto. Però io non sarei più al stessa bimba che è partita da lì almeno due settimane fa. Sarei cambiata e soprattutto non avrei più nemmeno una certezza. Non avevo mai pensato che forse il sopravvivere all'arena è peggio che morire, se hai incubi tutte le notti come succede a me.
Sono felice di avere degli alleati con cui poter vincere. Degli alleati come loro, come Katniss e Peeta, che mi hanno voluto a prescindere dal fatto che fossi la più piccola e la più indifesa. Che mi hanno voluto al prescindere dal fatto che li avrei potuti far scoprire con tutti quei miei incubi. Sono felice perché almeno so che non dovrò affrontare Cato da sola, perché sono certa che non ce la farei.
Quando arriviamo alla grotta siamo sfiniti e trasciniamo i piedi. Io e peeta ci mettiamo a dormire mentre Katniss inizia il turno di guardia.

Rue: la Bimba di Panem Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora