1º giorno dalla vittoria

34 3 0
                                    

Apro gli occhi. Sono sdraiata su un letto. Provo ad alzarmi, ma mi fanno male tutte le parti del corpo.
Poi mi ricordo tutto. Abbiamo vinto. Posso tornare a casa. Da mamma! Dai miei fratellini! Da Osha! Dalle mie amiche! Voglio scendere dal letto. Andare da Katniss, Peeta, Gilly, Haymitch, ho voglia di vedere pure Minha e Effie.
Il distretto 11 sarà nel caos, con tutti che si affannano per organizzare i festeggiamenti per il mio ritorno.
Poi entra una ragazza, una senza voce, che mi posa un vassoio pieno di cibo sulle gambe.
«Grazie»
Lei mi sorride ed esce.
Dopo aver finito il mio pasto terribilmente triste e solitario, decido di trovare il coraggio di alzarmi. Mi fanno male le gambe e le braccia, gli addominali, tutto. Guardo il braccio su cui prima c'era la bruciatura, ora non c'è più. Sulla mia gamba destra su cui c'era una cicatrice, fatta quando ero piccola e sono caduta dall'albero su un sasso, non c'è più. Non ho più alcun graffio sulle mani o sulle braccia. Nessuna sbucciatura sulle gambe.
Esco dalla stanza e percorro un corridoio. In fondo trovo Haymitch, Effie, Minha e Gilly.
«Rue!» urlano Effie e Minha.
«Hey» dico sorridendo.
«Tesoro, come stai? Meglio?»
«In che senso?» chiedo.
Perché dovrei stare male? Nell'arena non avevo niente di così grave.
«Piccola, hai avuto la febbre a quaranta per una settimana senza accorgertene» mi risponde Haymitch.
Ma è possibile?
«Oh be' ora sto bene, no? A proprosito di stare bene, Katniss? Peeta?»
«Stanno bene... li vedrai direttamente in diretta» mi risponde sempre Haymitch.
«Vieni, tesoro, andiamoci a preparare per l'intervista» dice Gilly.
Mi avvicino a lei, che mi circonda le spalle con un braccio e mi conduce via.
È un sollevio essere sola con Gilly, nell'arena mi è mancata così tanto. Saliamo in ascensore. Quando le porte si aprono vengo accolta da Kitty, Mircella e Marcus. Mi travolgono parlando in fretta e congratulandosi un centinaio di volte, credo siano entusiasti di vedermi.
Poi mi trascinano in sala da pranzo. Roast-beef, pisellini e panini morbidi. Le mie porzioni, però, sono rigorosamente controllate.
«Non vorremmo mai che ti tornasse su quando sei sul palco»
Questa è la scusa che usa Mircella.
Dopo pranzo, Gilly sparisce e il mio staff di preparatori si mette all'opera. Loro tre sono moto entusiasti per la mia pelle perfetta. Io però riesco solo a notare che sono più magra di quando me ne sono andata dall'11.
Mi fanno fare una doccia. Marcus si occupa dei miei capelli(povero lui) e mi fa un enorme chignon. Mircella si occupa delle unghie, che mi dipinge di bianco con piccoli fiorellini azzurri. Kitty si occupa del trucco, come sempre fa qualcosa di leggero, mi applicano solo delle ciglia finte, una linea di eye-liner e un rossetto color salmone. Quando hanno finito vanno a chiamare Gilly. Entra nella stanza con un abito con il corpetto azzurro e la gonna bianca. Me lo fa indossare.

«Allora, tesoro?» mi chiede Gilly abbracciandomi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Allora, tesoro?» mi chiede Gilly abbracciandomi.
«È bellissimo, come sempre»
«Tesoro, non ho avuto il tempo di chiedertelo, ma come ti senti dopo l'arena?»
«Sinceramente? Distrutta. Non mi riconosco più. Non posso essere la stessa Rue di qualche settimana fa. Io ho ucciso delle persone...»
Ed è vero. Tutto vero. Non mi sento più la tenera bimba che tutti vedono. Ora mi sento un'assassina. Non posso ancora credere di aver portato via dei figli alle loro madri. Non può essere vero. Vorrei che tornasse tutto come prima. Perché, sì prima morivo di fame, ma almeno era serena, avevo Tresh e avevo la certezza di essere una brava persona.
«Tesoro, non è colpa tua, chiaro?»
Annuisco poco convinta.
«Ora andiamo, dai!» mi sorride.
Poi mi porta verso l'ascensore e andiamo nella sala dove ci siamo allenati. È consuetudine che il vincitore o la vincitrice e la sua equipe di supporto salgano sul palco. Prima lo staff di preparatori, poi l'accompagantore, lo stilista, il mentore e infine, il vincitore. Ma quest'anno hanno dovuto rivedere la procedura.
Gilly mi lascia in una stanza e poi va a cambiarsi anche lei.
«Allora piccola, fatti un po' guardare, va'»
Mi compare davanti Haymitch, che viene subito accontentato da me, che allargo le braccia.
«Che ne pensi?»
«Carino»
Io mi metto a ridere. È raro che Haymitch dica "carino" con un mezzo sorriso. Mi accorgo che era da tanto che non facevo una vera e propria risata.
«Haymitch?»
«Sì, me lo dai un abbraccio?» chiedo allargando le braccia.
Lui mi guarda un po' stranito. Poi capisce che gli devo solo parlare. Così si avvicina a me e mi abbraccia. Io mi metto in punta di piedi per raggiungere il suo orecchio.
«Siamo nei guai, vero?»
L'ho capito per via degli sguardi tra gli stilisti ed Haymitch. Perché era troppo strano che nessuno ci avesse detto qualcosa sulla vittoria, o Haymitch avesse fatto una battuta cinica.
«Tu sei troppo intelligente per la tua età»
Sorrido.
«Comunque sì. A Capitol non è piaciuta la vostra idea di sfida perché li ha messi in ridicolo davanti a tutta Panem»
«Magari imparano a non fare più 'sta cavolata» dico ironica.
«Piccola, promettimi che non sarai aggressiva o pungente. Solo la piccola e dolce Rue»
«Io non lo sono più»
«Lo so l'arena cambia tutti, ma non puoi rischiare...»
«Peeta, lo sa che Katniss non lo ama?»
Lui si allontana e mi mette le mani sulle spalle.
«No»
«Pensi che...»
«No»
«Ma non pensi che quando lo verrà a sapere sarà peggio?» chiedo mentre gli liscio la giacca che indossa.
«Sì, ma è l'unica alternativa che abbiamo»
Haymitch si allontana da me e mi guarda ancora un po'.
«Ora vai sualla pedana e goditi il tuo momento»
Come si fa uno a godersi un momento, quando questo momento avviene dopo morti su morti e in più si ci deve pure preoccupare di non dire niente di sbagliato per non rischiare casini. Mi accompagna alla mia pedana.
Dopo poco l'inno mi rimbomba nelle orecchie, poi sento Caesar Flickerman salutare il pubblico. Sento applausi su applausi. Le mie gambe ricominciano a tremare. Ce la posso fare, questa è la penultima tappa prima di casa. Ce la posso fare.
Sento la piattaforma che si solleva e vengo tirata su. Luci accecanti. Il boato assordante della folle che esplode in un applauso e in grida di gioia. Sono esattamente al centro del palco. Alla mia destra c'è Peeta e alla mia sinistra Katniss. Sembrano stare bene entrambi. Loro due corrono verso il centro e ci abbracciamo. Mi accorgo che Peeta è appoggiato a un bastone. Quando ci giriamo verso il pubblico, io in mezzo a loro che si baciano, impazziscono tutti. Poi sguscio fuori e loro due restano a baciarsi. Dopo un bel po', Caesar prova a farmi smettere, ma niente.
«Ragazzi?! Contegno!» dico con un sorriso.
Il pubblico scoppia a ridere. Loro due si girano verso di me e poi ci dirigiamo verso il divanetto posto lì per noi. Katniss si sdraia su Peeta che prontamente l'abbraccia e poi mette l'altro braccio intorno alle mie spalle. So che tutto questo lo stiamo facendo per sopparavvivere, ma continuo a pensare che sia orribile nei confronti di Peeta.
Caesar fa qualche altra battuta poi arriva il momento dello spettacolo. Durerà tre ore e tutta Panem dovrà guardarlo. Arriva il momento del video. Non sono affatto pronta a vedere Tresh morire un'altra volta. A vedere me uccidere Clove. A vedere tutte le morti che fortunatamente non avevo dovuto vedere. A dover vedere Cato torturato. No, non sono pronta per tutto questo. Credo che Peeta lo abbia capito perché mi stringe più forte come per darmi sostegno.
La prima mezz'ora è incentrata sui momenti pre-arena. La mietitura, la sfilata, i punteggi della sessione privata e l'interviste. Poi nell'arena non fanno altro che alternare riprese di tributi morenti e Katniss e Peeta, o Peeta e me, o me e Katniss. Purtroppo per me mostrano la morte di Tresh per intero. Vorrei rifugiarmi tra le braccia di qualcuno, andarmene via. Ma resto lì e guardo Tresh morire per la seconda volta. Mi scende una lacrima, ma non l'asciugo. Quella lacrima è il mio disappunto. Il disappunto per la situazione, la rabbia per lo schifo in cui viviamo, il disappunto perché ho vinto. Perché forse era meglio morire e rimanere me stessa, senza dover diventare una persona piena di incubi e paure che ha fatto cose orribili. La fine arriva dopo le bacche. Con Katniss che urla il nome di Peeta sul l'hovercraft e io che provo a calamarla.
Suona di nuovo l'inno e ci alziamo ed entra il presidente Snow seguito da una ragazzina con un cuscino su cui c'è una corona. Un sola corona? Ma che...? Anche il pubblico sembra non capire.
Posiziona un terzo di corona sulla testa di Peeta sorridendo, poi passa a me ancora sorridendo e infine a Katniss ancora sorridendo. Quando mi ha posato la corona in testa, l'ho guardato negli occhi e quegli occhi farebbero paura a chiunque. Incutono timore, ma non ho abbassato lo sguardo. Non gli darò vinta anche questa.
Alla fine delle tre ore, questa cosa finisce con Caesar che ricorda di sintonizzarsi per l'intervista.
Io, Peeta e Katniss veniamo condotti alla residenza del presidente per il Banchetto della Vittoria. Non riusciamo a mangiare quasi nulla, perché le persone importanti di Capitol sgomitano per farsi foto con noi. Mi sento il viso bloccato da quando sto sorridendo.
Il sole spunta all'orizzonte quando riusciamo a tornare al Centro di Addestramento. Dopo aver salutato tutti vado a dormire accompagnata da Minha. Mi augura la buona notte e poi se ne va.
Mi tolgo il bel vestito e mi metto una maglia molto grande per poi buttarmi nel letto.
Gli occhi però non mi si chiudono. Sono paralizzati dal terrore. Ho il terrore a pensare a cosa potrebbe farci Snow. Quegli occhi che mi scrutavano non mi piacevano affatto. So che ha in mente qualcosa, ma che cosa?
Dopo non so quante ore a guardare il buio mi addormento. Faccio un sonno pieno di incubi.

Rue: la Bimba di Panem Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora