2º giorno dalla vittoria

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«Cara, svegliati! Sta per iniziare un'altra grande, grande, grande giornata!»
«'Giorno Minha... mi hai per caso sentito urlare?» chiedo.
Lei contro ogni mia espettativa si sede ai piedi del mio enorme letto.
«Si, ma tesoro, vedrai che passerà, okay? Quando ti ho sentito urlare sono andata da Haymitch, ma mi ha detto di lasciarti dormire»
Non pensavo che l'avrei mai detto, ma sono così felice che Minha sia la mia accompagnatrice. In fondo un cuore ce l'ha anche lei, come un cervello d'altronde.
Faccio colazione in camera mia e poi arriva il mio staff di preparatori. Sono entusiasti, mi hanno detto che aspettavano il loro grande momento di ieri sera da anni. Passano due ore a prepararmi, poi quando arriva Gilly, loro tre vanno via ancora esaltati e al settimo cielo.
Gilly mi fa indossare un vestito azzurro che mi arriva poco sopra il ginocchio e che sul corpetto ha un sacco di ricamature di foglie e fiori.

 Gilly mi fa indossare un vestito azzurro che mi arriva poco sopra il ginocchio e che sul corpetto ha un sacco di ricamature di foglie e fiori

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L'intervista si tiene nel salotto dell'attico. Ci sono alcune telecamere a riprendere l'evento e non ce pubblico. Quando entro trovo Katniss che parla con Ceasar.
«Rue, la mia preferita! Come va?»
«Abbastanza, dai...»
Lui scoppia a ridere «Io ti adoro!»
Sorrido.
Poi entra Peeta che tira da una parte Katniss. Mi sto sentendo uno schifo. Continuo ad essere dell'idea che dovremmo dire a Peeta la verità. Ci mettiamo nella stessa posizione di ieri sul divanetto e poi comincia il conto alla rovescia.
Caesar è fantastico come sempre, ride e scherza un secondo prima e si commuove un'attimo dopo. Poi però arriviamo alle domande di vita o di morte.
«Quando hai capito che lo amavi?» chiede Caesar a Katniss.
L'unica domanda a cui credo Katniss non fosse preparata. Ma un solo suo errore e finiamo tutti uccisi. Grazie a Dio esiste Caesar che salva Katniss.
«Rue, la bimba di Panem, mi spiace tanto per te e Tresh. Dimmi come ti sei sentita quando ti è morto tra le braccia?»
Okay, questa domanda non me l'aspettavo. Guardo Haymitch dietro la telecamera. Sii te stessa.
«Il mondo mi è crollato addosso e il pavimento è crollato con lui. Non sapevo che fare. Lui era la mia forza, la mia ancora, la mia speranza. Non lo dimenticherò mai. Resterà per sempre il mio fratellone. Ma credo che sarebbe felice di sapere quello che mi è successo dopo. Di Katniss e Peeta che mi hanno aiutato e voluto con loro a prescindere da tutto. Io gli avevo promesso che avrei vinto, ma senza Katniss che mi dava la forza di andare avanti e Peeta che si prendeva i miei pugni notturni. Non ce l'avrei mai fatta»
Caesar si è commosso ancora, così dobbiamo aspettare un po' per riprendere, nel frattempo Peeta mi abbraccia e Katniss mi sorride incoraggiante.
Poi Ceasar parla della nuova gamba di Peeta. Aspetta, nuova gamba?
«Nuova gamba?» chiede Katniss.
«Oh no» sussurro io.
«Non ve l'ha detto nessuno?»
«Io non ne ho avuto la possibilità» dice Peeta.
«È colpa mia. Del laccio emostatico.» mormoro io.
«Sì è colpa tua se sono vivo» dice Peeta stringendomi a se.
«Ha ragione. Senza laccio sarebbe sicuramente morto dissanguato. Rue l'hai salvato» dice Katniss.
«Katniss so che hai avuto uno shock, ma devo chiedertelo. Nel momento in cui hai tirato fuori quelle bacche, cosa avevi in mente?»
Bene, ci siamo è la domanda cruciale.
«Non lo so, io non... non potevo proprio sopportare il pensiero di... stare senza di lui. E Rue è come una sorellina, non potevo lasciarla morire, dovevo salvarla...»
Katniss ce l'ha fatta, ora dobbiamo solo sperare che la falsa della ragazza innamorata funzioni. Lei l'ha fatto perché ci vuole bene, perché non ci vuole uccidere. Ma non sono sicura che sappia che Peeta la ama veramente.
«Peeta? Tu hai qualcosa da aggiungere?»
«No. Penso che valga per entrambi.»
«Rue?»
«No. Penso che Katniss abbia parlato per tutti»
Caesar fa segno di chiudere ed è finita. Tutti ridono e si abbracciano.
«È andata bene» susssuro a Haymitch.
«Già» risponde lui.
Ritorno nella mia stanza per vedere se c'è qualcosa da prendere, ma mi accorgo che ho tutto addosso. Tocco la mia collanina. È ancora lì. Intorno al mio collo. E sono sicura che sia stato un fantastico portafortuna.
Ci conducono via in un auto con i vetri oscurati. Arrivati in stazione abbiamo giusto il tempo di salutare gli stilisti. Saluto Gilly felice del fatto che potrò rivederla tra pochi mesi quando faremo il Tour della Vittoria.
Il treno inizia a muoversi. E solo ora metabolizzo che sto finalmente tornando a casa. A casa, ma senza Tresh. A casa, ma diversa.
Vado a cambiarmi e mi metto dei jeans neri e una felpa bordeaux.

Mi guardo allo specchio, voglio ritrovare la vecchia Rue

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Mi guardo allo specchio, voglio ritrovare la vecchia Rue. Ma la vedo sempre più nascosta in me. Io sono ancora quella ragazzina vivace, che fa i doppi turni per mantenere la famiglia e ama i suoi fratelli? Io sono ancora quella! Non è vero, mi sto solo illudendo. Non sarò mai più la stessa.
Il treno si ferma per una breve sosta. Io rimango sopra a parlare con Effie e Minha, mentre Katniss e Peeta scendono. Da fuori del treno sentiamo urlare. Katniss e Peeta stanno litigando. Peeta sale sul treno arrabbiato e va in camera sua. Io lo seguo, anche se Haymitch mi ha detto di non farlo.
Busso alla sua porta. Nulla. Busso ancora.
«Peeta? Sono io, Rue»
Busso ancora. Ma niente. Sto per andarmene quando la porta si apre.
«Entra»
Lo sapevo che sarebbe finita così. Lo sapevo. Non riesco a smetterla di pensare che l'unico motivo per cui ora Peeta sta soffrendo è perché abbiamo provato a soppravivere. Detto così sembra solo una questione di priorità. Però non posso fare a meno di sentirmi in colpa.
Entro nella stanza di Peeta e lui va a sedersi sul letto e mi fa segno di sedermi anch'io. Mi avvicino.
«Lo sapevi?»
E ora cosa gli rispondo? Sì, lo sapevo e mi spiace. È orribile da pensare figuriamoci da dire.
«L'avevo capito, non subito, dopo un po'...»
«Mi stai dicendo che l'unico cretino... sono io?»
«No, Peeta, tu non sei cretino. Sei solo... innamorato»
È l'unica parola che mi viene in mente per descriverlo in questo momento.
Lui sbuffa «Perché non me l'hai detto?»
Questa conversazione è più difficile di un'intervista davanti a tutta Panem.
«Avrei voluto. Ma non volevo farti soffrire»
«Prima o poi l'avrei scoperto, non trovi?»
«Sì, sì lo so. Ma non volevo essere io a farti soffrire»
«Rue, non saresti mai stata tu»
Detto questo mi abbraccia. Un abbraccio che vuol dire "ti perdono".
Resto ancora un po' con Peeta a parlare. Poi sento il treno frenare ancora.
«Mi sa che sono arrivata...» dico.
Esco dalla camera seguita da Peeta.
«Cara, dobbiamo andare. Sei pronta?»mi chiama al rapporto Minha.
«Sì, posso salutare?»
«Ma certo!» trilla lei.
Per prima saluto Effie con due baci sulla guancia. Poi Haymitch.
«A tra poco, piccola!»
Poi Peeta. Lo abbraccio e lui ricambia.
«Non mollare, Peeta!»
Infine Katniss. Stranamente è lei ad abbracciarmi.
«Ciao Ragazza di Fuoco!»
«Ciao Bimba di Panem!»
Dopo i saluti scendo dal treno con Minha.
Pronta alle acclamazioni del mio distretto? No.
Pronta a parlare con Osha e la signora Fitz? No.
Pronta per cosa sono, allora? Forse, solo per provare ad andare avanti.

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'Giorno persone!
Allora la storia è finita, spero che vi sia piaciuta.
Vi ringrazio anche solo se l'avete letta, come ho già detto, è la mia prima fan fiction e l'ho scritta due anni fa, credo.
Quando ho deciso di pubblicarla non l'ho ricontrollata molto, per un semplice motivo: se l'avessi fatto, poi mi sarei fatta così tante paranoie che sarebbe finita come tutti gli anni precedenti, non l'avrei pubblicata nemmeno quest'anno.
Dopo aver pubblicato i capitoli li leggevo e così ho deciso che li avrei riscritti da capo, quindi, non so quando, ma cambierò tutti i capitoli...

Comunque tutto questo sproloquio è stato fatto per ringraziare chiunque abbia letto la mia fan fiction, sul serio grazie❤️

Rue: la Bimba di Panem Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora