Capitolo 7

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Verso la fine delle vacanze estive, avevo racimolato abbastanza soldi da poter aiutare mia madre a pagare la retta scolastica e i libri.

Per rilassarmi un po, andai a fare una passeggiata.

Era una giornata soleggiata, e in cielo non c'era nemmeno una nuvola.

Ero talmente felice che feci una giravolta.

Non vidi così, la bici che stava arrivando contro di me.

Caddi a terra colpendo di testa.

"Hey, tutto a posto?" Chiese una voce maschile.

"Sono appena stata investita da una bici, ti sembra stia bene?" Risposi, provando ad alzare la testa.

Aprii gli occhi e vidi un ragazzo, più o meno della mia età, accanto a me.

"Scusami ma i freni della mia bici non funzionavano, ho provato ad avvisarti ma tu non mi hai sentito." Spiegò.

Mi porse una mano.

Voltai la testa e mi alzai da sola.

"Non importa."

"C'è qualcosa che posso fare?" Chiese, imbarazzato.

"È tutto a posto, davvero." Ripetei, un po scocciata.

In parte era anche colpa mia, ma quel fatto aveva rovinato il mio buon umore.

"Davvero?" Domandò.

"Sì, davvero."

Sorrise.

"Sono George." Disse allungando la mano.

"Abby." Risposi.

"Oddio, è tardissimo, scusami ma devo andare !" Sbottò, appena vide l'ora sul suo cellulare.

Salì sulla sua bici e partì di corsa.

"Fattela riparare la bici!" Urlai.

"Va bene, ci si vede!" Rispose, agitando la mano.

Spero proprio di no, pensai, magari la prossima volta che mi investe mi mette K.O.

Mancavano ormai due settimane alla fine delle vacanze.

Era il 29 agosto, il giorno del mio diciassettesimo compleanno.

Mi svegliai presto e andai a correre.

Arrivai fino al solito posto, il giardino dove solitamente andavo per stare un po sola e leggere.

Mi sedetti sull'erba e mi appoggiai contro il muro di mattoni che circondava quel posto.

Chiusi gli occhi per un istante e respirai profondamente.

L'aria era particolarmente fresca, e un silenzio tombale avvolgeva quel posto.

Mi rialzai qualche minuto dopo e ritornai a casa.

"'Giorno mamma." Dissi appena entrai in cucina.

"Buon compleanno tesoro!" Urlò, correndo verso di me.

"Mamma non incominciare." Dissi, scostandomi prima che riuscisse a stritolarmi o quant'altro.

"Lo so, ma diciassette anni! Non è mica da tutti i giorni!"

Sospirai.

Ricordo bene il giorno del mio undicesimo compleanno.

Pioveva, anche se era ancora agosto, pioveva a dirotto.

In quel periodo, i miei litigavano ogni giorno.

Pensai che per il mio compleanno avrebbero sicuramente fatto una tregua, e fu così.

Tempeste e UraganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora