Capitolo 14.5

2.8K 166 4
                                    

James' Version

Stava diluviando ed io ero bagnato fradicio, ma non me ne importava molto.

Continuai a suonare alla porta di Abby, dovevo chiarire tutta quella faccenda.

Finalmente dopo qualche minuto, venne ad aprirmi.

Temevo che fosse già andata a dormire.

Appena mi vide rimase a fissarmi come pietrificata.

Non capivo cos'avesse.

Era come se avesse visto un fantasma.

Era davvero così arrabbiata?

Allungò la mano e mi sfiorò la guancia.

Sentivo il bisogno di abbracciarla, di sentirla vicino a me, così le presi la mano e la tirai verso di me.

Cominciò a piangere.

Odiavo quando piangeva perché mi faceva sentire la persona più inutile del mondo.

Come quella volta che rimanemmo chiusi a scuola, e scoppiò in lacrime.

Non sapevo proprio come comportarmi in quelle circostanze.

La strinsi ancora più forte.

"È un sogno?" Chiese.

La guardai un po e sorrisi.

Mi vietò subito di sorridere mentre si asciugava gli occhi.

Non era cambiata allora.

Scossi la testa. "Scema."

Rimanemmo lì per qualche istante, senza dire nulla.

Poi, come se nulla fosse, mi tirò un ceffone, uno di quelli che lasciano il segno.

"Ma che cazzo fai? Io che ho preso un volo di 7 ore e mezza per te e tu mi ripaghi in questo modo?"

"Perché mai l'hai fatto?"

"Perché stavo impazzendo senza di te!" Urlai, sovrastando il rumore della pioggia.

Non disse nulla ma vidi un sorriso tra le sue labbra.

"Senti, se non mi fai entrare mi prenderò una polmonite."

"Okay, entra." Borbottò, facendomi strada.

Onestamente, casa sua era grande quanto il mio soggiorno.

Andò a spegnere la Tv e mi indicò le scale.

Salii cercando di non far rumore ma ogni volta che mi muovevo il legno sottostante scricchiolava.

Finalmente arrivai al piano di sopra.

"Entra e non fare rumore, io ti vado a prendere un asciugamano." Disse, chiudendo la porta.

Mi guardai attorno e, inaspettatamente, vidi una margherita essiccata, appoggiata accanto a un libro.

Margherita, la margherita della gita scolastica.

Sorrisi. "Lo sapevo che in fondo provava qualcosa per me." Dissi fra me e me. "Quella bugiarda.."

"Hey, ma i tuoi sanno che sei qui?" Chiese, entrando.

"L'hai tenuta dopotutto questo tempo?"

Arrossì e distolse lo sguardo da mio.

"Era carina." Mormorò.

Mi lanciò l'asciugamano.

Trattenni un sorriso e mi asciugai.

Mi tolsi la felpa e la lasciai sul pavimento.

"Comunque no, non sanno che sono qui, e non lo devono sapere, quindi per questa sera resterò qui." Dissi dopo un po.

"Cosa??"

"Me ne andrò via presto."

"Non puoi restare qui."

"Sì che posso."

Era sempre più arrabbiata.

Mi divertiva vederla così.

Restammo in silenzio per qualche minuto.

"Allora dormi sul pavimento." Disse andandosi a distendere sul letto.

"Non ci penso nemmeno." Ribattei mettendomi comodo accanto a lei.

Mi diede le spalle e sbuffò.

Non aveva ancora smesso di piovere.

"Eri tu?" Chiesi, spezzando il silenzio che si era creato.

"Io cosa?"

"Quella al telefono."

Restò in zitta.

"Lo sapevo che eri tu, avrei potuto riconoscere la tua voce tra mille."

Silenzio.

"Sai, uno dei motivi per cui sono ritornato era anche per chiarire il malinteso che c'è stato." Dissi.

"La madre di Danielle e la mia si erano messe d'accordo in precedenza perché io e lei frequentassimo la stessa scuola.

Speravano scattasse qualcosa tra di noi."

"Ed è successo?" Chiese, ora rivolta verso di me.

Osservai per un po quegli occhi nocciola e mi voltai a guardare il soffitto.

Se c'è li avessi fissati un altro po probabilmente sarei finito col baciarla.

"Non potevo perché nel mio cuore c'è solo posto per te." Mormorai, assente.

Lo dicevo più per me che per lei.

Cercai la sua mano e accarezzai la sua pelle, che era liscia e morbida come quella di nessun'altra.

"James.." Bisbigliò.

"Mh?"

"Mi prometti che non te ne andrai più via?" Chiese, così silenziosamente che a stento riuscivo a sentirla.

Solo in quel momento riuscii a capire quanto dolore doveva aver provato mentre ero via.

"Promesso." Risposi.

"Abby.."

"Sì?" Rispose.

Strinsi ancor più forte la sua mano.

"Ti amo."

Non rispose.

Mi voltai verso di lei e vidi che stava già dormendo.

Sorrisi.

Era dannatamente bella mentre dormiva.

Mi avvicinai verso di lei e le diedi un bacio sulla guancia.

Le spostai una ciocca di capelli e rimasi ad osservarla finché non mi addormentai anch'io.

Tempeste e UraganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora