Capitolo 9

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Il tempo correva come se stesse facendo la maratona.

Gli alberi erano ormai tutti spogli e l'inverno arrivava sotto forma di periodi di pioggia e venti violenti da poterti spazzare via.

Era l'ora di ginnastica, il che significava per noi ragazze, pallavolo.

Era lo sport che più odiavo.

Non riuscivo a prendere la palla nemmeno se me l'avessero tirata a rallentatore.

Mi misi la tuta e andai in palestra.

Era gigantesca, sicuramente in tutto quel spazio non mi avrebbero di certo potuta colpire, pensai.

Sbagliai di grosso.

Già durante il primo tempo mi colpirono in piena faccia.

Era una schiacciata così forte che caddi a terra e rimasi incosciente per qualche minuto.

"Abby!" Continuarono a chiamarmi ma li sentivo così distanti che alla fine diventò tutto buio.

Una presa molto

Mi svegliai con un forte mal di stessa, distesa in un morbido letto.

Mano a mano cominciò a diventare tutto più nitido.

Ero nell'infermeria della scuola.

"Ti sei svegliata finalmente." Disse qualcuno accanto a me.

Mi voltai e vidi un paio d'occhi verdi mi fissavano seri.

George.

"Cos'è successo?" Chiesi confusa.

"Hai preso una pallonata in faccia e sei svenuta."

"La professoressa?"

"Mi ha chiesto di accompagnarti."

Ritornai a fissare il soffitto.

"Grazie." Dissi con voce roca.

"Stai più attenta la prossima volta, hai fatto preoccupare tutti."

"Ptf, chi si è preoccupato a parte Marianne?"

"James."

Rimasi sorpresa da quella risposta.

"Voleva portarti lui in infermeria ma la professoressa ha preferito che ti portassi io." Spiegò.

"Grazie."

"Cosa c'è in realtà tra te e quel Hood?" Chiese poi.

"Nulla, siamo solo amici, o per lo meno, lo eravamo.

Sono due mesi che non ci parliamo."

"Per quello che è successo in mensa?"

"Anche."

Rise.

"Non c'è nulla di divertente."Affermai scocciata.

Smise, e calò di nuovo il silenzio.

"Abby..." Disse.

"Mh?" Mi voltai verso di lui.

Fu un bacio inaspettato quello che mi diede.

Rimasi così sorpresa che non riuscivo nemmeno a muovermi.

Passarono alcuni secondi prima che mi svegliassi e lo spingessi via.

"Che cazzo fai?" Urlai, arrabbiatissima.

Mi aveva appena rubato il primo bacio, quel coglione mi aveva appena rubato...

Rimasi sconvolta.

"Sei un imbecille o cosa?"

"Ti ho solo dato un bacio, mi ti ho violentato." Rispose in sua difesa. "Non dirmi che..."

Il primo bacio, quello che avevo programmato di dare alla persona che più amavo.

Avrebbe dovuto essere il bacio più romantico del secolo.

Durante un tramonto, al mare, dopo che esserci scambiati le nostre promesse di amore eterno... Okay, non così sdolcinato, ma speravo almeno di darlo alla persona amavo e ora.. Ora non l'avrei più potuto fare.

"Mi dispiace..." Disse lui.

"Il fatto che ti dispiaccia non potrà rimandi il bacio che ti sei preso." Dissi, in un mare di lacrime.

"Vattene!" Urlai.

"Okay, ma voglio che tu sappia che non ti ho baciata solo perché mi andava, voglio dire, sì, era anche in parte per quello, ma era sopratutto perché mi piaci, Abby."

Quelle parole mi sconvolsero ancor di più.

Uscì dalla stanza e mi lasciò sola.

Ero distrutta.

Potevo pure sembrare pure infantile, ma per me, quel bacio valeva tanto.

Così, da un giorno all'altro, senza nessun preavviso, me lo avevano rubato.

Uscì dall'infermeria con gli occhi gonfi.

Incontrai Mari mentre stavo camminando nel corridoio.

"Dio Abby, ma che cazzo ti è successo?"

"Nulla, è solo, non lo so, è solo che..." Risposi sull'orlo scoppiare a piangere.

"Senti, o me lo dici o me lo dici, non hai alternative."

"George, mi ha baciata." Dissi con un filo di voce, così silenziosamente che sembrava non stessi dicendo nulla.

"Che cazzo ha fatto quel figlio di puttana?" Urlò qualcuno dietro di me.

Mi girai di scatto e vidi James proprio dietro di me.

"James..."

Era così arrabbiato, che non sembrava nemmeno lui.

Corse via, e in pochi secondi sparì dalla mia vista.

Gli andai dietro, avrebbe sicuramente fatto una cazzata.

Arrivai in palestra appena in tempo per vedere James che dava un pugno a George.

"Oh, ma che cazzo fai?" Urlò George, avventandosi su di lui.

In pochi istanti successe il putiferio.

Continuavano ad azzuffarsi e la professoressa non c'era.

"Fermatevi!" Gridai disperata.

Corsi verso di loro e mi misi in mezzo.

"Smettetela cazzo!"

"Questo bastardo ti ha baciata!" Disse James, fuori di sé.

"Senti amico, non è mica la tua ragazza! Mettitelo in testa" Ribatté George.

James stava di nuovo per avventarsi contro di lui quando finalmente arrivo la docente.

Tempeste e UraganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora