Capitolo 25

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Era ormai finita l'estate.

Grazie al fatto che gli sono stata addosso per tutto il tempo, James aveva quasi finito tutti i compiti.

Mi ero vista qualche volta sia con George sia con Mari.

James era stato costretto dalla madre a uscire qualche volta con Danielle.

Ovviamente lui, tutte le volte che usciva con la promessa di andare da Danielle veniva da me.

Ricordo, quando eravamo al telefono e stavamo parlando, mi aveva chiesto di girarmi e me l'ero ritrovato di fronte a me, fuori dal balcone.

Gli aprii e lo lasciai entrare.

"Cosa ci fai qua?"

"Sarei dovuto andare da Danielle ma sono andato altrove, ed ora eccomi qui.

Avrei dovuto rimanere da loro, ma eccomi qua."

Risi.

"Quando tua madre lo scoprirà..."

"Shh, non me la nominare, già sento la sua voce tormentarmi."

Scossi la testa e andai in bagno a lavarmi i denti.

"Non dovresti essere qui, non solo perché non dovresti essere davvero qui, ma perché se mia madre ti vedesse," dissi "in futuro non potrai più uscire con me."

"Quanti complessi ti fai."

"Sono realista."

"Abby, hai 18 anni, vivi la vita come una ragazza della tua età farebbe.

Non aver paura, perché il tempo passa e non lo potrai mai più avere indietro."

Rimasi colpita da quelle parole.

Misi giù lo spazzolino e mi sciacquai i denti.

"Non ho il senso dell'avventura." Dissi.

"È impossibile."

"Ti ricordi quella volta in cui mi sono messa a piangere perché ci avevano rinchiusi a scuola?"

"In effetti hai ragione, sei un caso disperato."

"Non esageriamo."

"Dovresti uscire, di notte, andare in discoteca, ballare, o anche solo per fare un giro."

"Non lo farò mai."

Sospirò.

"Vabbeh, rimandiamo questo discorso a un'altra volta." Disse e si tuffò nel mio letto.

"Ci sto scomoda quando ci sei anche tu." Mi lamentai. "Il letto è troppo piccolo già per me figuriamoci per due."

"Meglio." Disse con uno sguardo malizioso.

"Pervertito!" Presi un cuscino e glielo lanciai.

Cadde sul pavimento.

Si alzò immediatamente e mi lanciò a sua volta un cuscino.

"Mi hai fatta male, scema!"

Sentii dei passi fuori dalla porta.

Lanciai un'occhiata a James e che si abbassò subito e andò a nascondersi sotto il letto.

Proprio in quel momento entrò mia madre.

"Abby, ma che cosa sta succ..." Guardò attorno e mi lanciò un occhiata severa.

Feci un sorriso innocente.

"Stavo cercando..." Mi guardai attorno e vidi una forcina nel comodino. "...questa."

"Okay, ma ora metti a posto tutto.

Se domani quando vai a lavorare è ancora tutto in disordine saranno guai.

Ora vai a dormire." Disse e chiuse la porta.

Il mio cuore aveva smesso di battere da un paio di secondi.

Tirai un sospiro.

"Cazzo."

James rise, da sotto il letto.

Uscì.

"Senti, devi smetterla di irrompere nella mia stanza come un ladr.." Mi voltai e James si avvicinò quel tanto da potermi baciare.

"Non ho finit.."

"Devi sempre parlare così tanto?" Chiese, e nel frattempo, continuò a baciarmi.

Ricordo quei baci.

Dolci, inaspettati, pieni di passione.

Nonostante fossi presa da quel momento tra me James, riuscii lo stesso a sentire nuovamente dei passi fuori dalla porta.

Buttai James sotto il letto e..

"Ah Abby, me ne sono dimenticata.

Domani quando esci, puoi buttare via la spazzatura?"

Annuii. "Certo."

"Ah e cos'era stato quel rum..."

"La borsa, era caduta la borsa."

"Okay, allora vado a dormire, notte."

Spense la luce e chiuse la porta.

James scoppiò in una risata.

"Hai un orecchio..."

"Lo so."

Risalì sul letto e si volto verso di me.

"La borsa." Disse. "Non sai proprio mentire.

"Era la prima cosa che mi era venuta in mente." Borbottai.

Sorrise. "Allora?" Chiese.

"Allora cosa?"

"A dov'eravamo rimasti?"

"A noi due che andavamo a dormire nel senso più innocente che si possa intendere."

"Sì, il più innocente." Disse e si avvicinò per darmi un bacio.

"No." Disse e mi coprii la bocca con la mano.

Rise e invece di baciarmi sulle labbra, mi baciò lungo il collo.

Sentii un brivido corrermi lungo la schiena.

Risi.

"Perché ridi?" Chiese, confuso.

"Mi fai il solletico."

Si voltò verso il soffitto e sospirò.

"Sei incredibile."

Sorrisi e mi girai verso di lui.

Abbassò gli occhi verso di me e mi guardò teneramente.

"Anche se il letto e piccolo e non dormo affatto bene, devo ammettere che non mi dispiace averti qua." Mormorai.

Misi la testa sul suo petto e lo strinsi forte.

"Così va meglio." Sussurrai, abbassando le palpebre.

James mi strinsi a sua volta.

Non parlammo più per un po, poi, proprio quando stavo per addormentarmi, mormorai : "James?"

"Mh?"

"Possiamo restare così per sempre?"

Mi accarezzò i capelli e disse : "Anche in una prossima vita se vuoi."

Sapevo che non ci sarebbe stato davvero un sempre, ma in quel momento volevo crederci.

Questa fu una dei momenti più speciali che condivisi con James, prima dell'incidente.

Tempeste e UraganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora