Capitolo 11

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Mi svegliai presto la mattina seguente.

Pioveva a dirotto.

Andai in bagno a farmi una doccia, cercando di scollarmi via quel peso che, sentivo si appesantiva sempre più.

James stava per partire.

Perché avevo reagito in quel modo? Continuavo a chiedermi. Non m'interessava nulla di lui, o era il contrario?

I miei pensieri sembravano fili di una matassa di lana tutta ingarbugliata.

Mi misi la divisa e andai in camera.

Fu automatico, prendere il libro nel cassetto e sfogliare fino alla pagina della margherita.

Sorrisi amaramente.

Una volta a scuola, vidi dai tabelloni che gli esami erano andati bene e che quella volta, avevo persino battuto George.

Tuttavia, non riuscivo ad essere davvero felice, anzi, ero sempre sull'orlo di scoppiare.

James non venne a scuola in quei giorni.

Solo il giorno prima dell'inizio delle vacanze di natale, lo incrociai mentre stavo andando a lezione.

Restammo a fissarci per un po, senza dirci nulla.

La campanella era già suonata, ma non me ne fregava molto.

Tutto ciò di cui m'importava era rimanere lì, solo io e lui, per qualche altro minuto in più.

"Allora?" Dissi, per spezzare il silenzio. "Impegnato con i preparativi per la partenza?"

Non rispose.

"Quando sarà il volo?"

"Subito dopo capodanno." Rispose.

"Ah, subito dopo capodanno." Ripetei.

Sorrisi.

Non riuscivo a guardarlo in faccia, così continuai a fissare il pavimento.

Grigio, come le nuvole che coprivano il cielo di quel giorno.

"Abby.."

"Sì?"

"La notte di capodanno, sei impegnata?"

"Mh, non lo so."

"Ti va di passarla con me?"

Alzai gli occhi verso di lui.

Non riuscivo credere a ciò che avevo appena sentito.

"Stai scherzando?"

"No."

"Vuoi davvero passare la tua ultima notte qui, con me, Abby White, la ragazza che più odi al mondo?

"Davvero."

Sorrisi.

Per un istante, mi scordai di tutto il resto, di tutta la merda che mi circondava.

C'era solo lui e quel suo "davvero".

"Ti vengo prendere alle nove, okay? Ora devo andare, al 31 allora."

"Hey, ma non ho detto di sì!" Replicai, e già non vedevo l'ora che arrivasse quel giorno.

Natale e ringraziamento lo passai in famiglia, tra parenti e cugini.

Era bello ritrovarsi insieme dopo tanto, ma spesso mi sentivo soffocare in quell'atmosfera gioiosa.

Ricevetti un quaderno di quelli piccoli, con la copertina in cuoio nero e le pagine un po ingiallite.

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