EPILOGO: It's a pleausure

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Lo guardai senza riuscire a dire niente,non potevo credere di aver ballato con lui senza accorgermi. Eppure era così palese: quel brivido,quei movimenti familiari,quella voce...

<<C..cosa ci fai tu qui?>> dissi,balbettando. Mi sedetti su quella piccola sedia traballante sotto il gazebo. Anche lui si sedette,di fronte a me.

<<Dovevo vedere se fosse vero che tu ti trovassi qui a Seoul>>

A differenza mia,lui era stranamente calmo,quasi impassibile. Io invece ero paralizzata e non sapevo cosa fare. Mi ero immaginata tante volte quel momento nei mesi che passati in Italia, avevo sognato il nostro incontro infinite volte,mi ero costruita discorsi su discorsi,ragionamenti contorti, e invece adesso mi sentivo una cretina: tremavo tutta a causa del nervosismo. Diciamo che mi aveva spiazzata,non avevo previsto la sua presenza a quella festa.

<<Chi te lo ha detto?>>

<<Che ne dici se andiamo in un posto più tranquillo per parlare? >> disse,alzandosi dalla sedia.

<<Sì,certo...ehm fammi scrivere un messaggio a Yuta>>. Frugai nella mia borsetta,alla ricerca del telefono. Finalmente lo trovai.

"Hey Yuta,ho incontrato Taeyong. Andiamo a farci un giro,ci sentiamo e ci aggiorniamo durante la serata. "

Alzai il viso e sorrisi,imbarazzata.

<<Dove andiamo?>>

<<Che ne dici di quel grazioso parco vicino all'Accademia?>> mi chiese

<<Mi sembra una buona idea>>

Sentii vibrare il telefono in mano.

"Va bene...stai bene?"

Yuta mi conosceva fin troppo bene.

"No,ti scrivo dopo." risposi e chiusi il telefono,mettendolo nella borsa.

<<Adesso ci rimettiamo la maschera,attraversiamo la sala e usciamo dall'altra parte del palazzo. Ho già chiamato un taxi che ci sta aspettando>> disse Taeyong,con voce autoritaria.

Obbedii e lo seguii. Quando rientrammo nella sala,un'aria calda ci invase e per poco non persi i sensi. La verità era che quella situazione mi stava facendo impazzire: non sapevo cosa aspettarmi dal resto della serata,da lui e da quella maledetta chiacchierata. Ero nel panico,quel bel discorso che mi ero preparata per mesi era svanito e ora non sapevo cosa fare.



Davanti all'Accademia non c'era anima viva.Scendemmo dal taxi e Taeyong pagò l'autista. Ci incamminammo insieme verso la panchina in cui ci eravamo incontrati mesi fa. La stessa panchina in cui ci eravamo promessi di essere amici,il posto dove mi ero resa conto che non ce l'avremo mai fatta a stare insieme. Più ci avvicinavamo e più la tensione era palpabile. Stavavamo entrambi in silenzio religioso.

Ci sedemmo,lontani l'uno dall'altra. Iniziai a giocherellare  con la maschera tra le mani.

<<Dove eravamo rimasti?>> disse lui.

<<A come sei venuto a sapere che io sarei venuta a Seoul>>

<<Auros,da quando mi hai chiamato,ho ricominciato a pensare a te. In realtà non ti ho mai dimenticata,semplicemente ero riuscito a farmene una ragione e a passarci sopra. Ma poi quel giorno di un mese fa,tu mi hai richiamato e il mondo mi è crollato addosso,capisci?>>

Alzai lo sguardo e lo guardai. Si era tolto sbottonato i primi due bottoni della camicia.

<<Capisco,non avrei dovuto chiamarti,scusami.>>

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