Freud Porta Gioie

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«...Ma se ne rende conto?!»

«Comprendo la situazione. E quando le sarebbe successo?»

«La prima volta accadde un anno fa. Avevo lezione con i miei giovini ed illustri studenti, ma dovevo trovare il bancomat, era una sfida ormai! Chissà quanto si erano preoccupati per la mia assenza...»

«Perse la lezione?»

«No, ma arrivai leggermente in ritardo, niente di cui preoccuparsi. Avrei dovuto iniziare alle 9, ma giunsi a scuola alle 10:50 se non sbaglio»

«E non l'hanno licenziata?»

«Magari»

«...»

«...»

«...Proceda»

«Eh, gliel'ho appena detto»

«Intendevo la seconda volta che l'ha perso»

«Ah... Vero.
Beh, quel giorno avevo il bancomat proprio in questa tasca, nella mia bellissima camicia rosa con una fantasia a fenicotter- »

Improvvisamente, dal taschino delle vesti di Brunotto, tanto piacevoli alla vista, caddero dei documenti a terra

«Oh, che sbadato! Colpa della vecchiaia, mi scusi. Li raccolgo subito»

Ma non erano semplici documenti...

«Ah, i miei b- .......
I MIEI BANCOMAT!!!!!!!
I MIEI BANCOMAT!!!!!!!!!!!
SIANO LODATI GLI ASTRI CELESTI!!!
FINALMENTE, DOPO UN'ETERNITÀ DI DISPERAZIONE, LI HO TROVATI!!!!!!!!!»

Freud non aveva parole. Non gli era mai capitato un caso talmente disperato.
Osservò L'Uomo Rosa intento ad esibirsi in un canto da chiesa in latino (dando mostra delle sue soavi doti), lodando Il Signore per la sua generosità.
Quando fu in procinto di parlargli, non riuscendo più a sopportare gli strilli di quel mancato cantante Heavy Metal, un cellulare squillò interrompendo la seduta.

Brunotto smise di "cantare" (meglio definirlo come uno stramazzo degno delle galline dei miei vicini) davanti allo psicanalista e, dopo aver dato una rapida occhiata allo schermo del suo telefono fucsia, con la cover della Notte Stellata di Van Gogh, rispose serenamente, come se non fosse successo niente.

«Coff coff, prova prova... AAAA, AAAAAAA, AAAAAAAA. Ok, ci sono.

Pronto pronto? Eh? No, no, non sono L.
E nemmeno Justin Bieber. Lei piuttosto chi è? E come osa interrompermi durante la mia miglior prova di- OOOOHHHHH, SIGNOR PRESIDE! Mi scusi, mi perdoni! Non l'avevo mica riconosciuta...
Come? Ah, sì, proprio così. Dovrei tornare la prossima sett- ...»

Si bloccò.

Silenzio.

Freud sospirò e si disse di avere bisogno di uno psicologo il prima possibile.

E, proprio mentre formulava quei pensieri, l'urlo soave di Bruno si rifece strada nella stanza:

«COSA?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?
MI HANNO DATO LA PENSIONE?!?!?!?!?!?!?
ODDÈI, ORA SVENGOOOOOOOOO!!!!!
STO PER AVERE UN ATTACCO DI CUORE!!!!!!! E NON È COLPA DI KIRA!!!!!!!!

...Cosa scusi? Cos'è successo a Pistoia?
Molto curioso. Ma se non le dispiace...

FOTTESEGAAAAAAAAAHHH BROOOOOO, MI HANNO DATO LA PENSIONEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!»

E gli riattaccò in faccia.

-

Dopo tre quarti d'ora, nello studio del dottore regnava il caos: tutto era stato distrutto.
Il neopensionato si era tranquillizzato solo dopo tre calmanti, quattro tisane e sette tè alla marijuana.

L'austriaco gli si sedette di fronte.
«Bene» cominciò, «ai costi dei danni ci pensiamo più tardi... L'unica cosa rimasta intatta è il quadro dietro di lei»

«Si figuri se oserei mai rovinare l'arte!»

«Ma a rovinare spazi altrui non si fa scrupoli»

«Non più di tanto»

«Ho notato»

«...»

«...»

«DJDJSHZGAHDHFHSHHNSJDSJSHDDHHS PENSIONEEEEEEEEE»

«Dio...»

«BSSNSHSHSGBSHHDBCDBDBSHSBHS BANCOMATTTTTTTT»

«Non ricominciamo»

«Giusto, giusto... Scusi. Ma l'emozione è tanta»

«Immagino. Direi che comunque non ha più bisogno di me. Ho dovuto sopportarla per ore senza motivo, sono io che sto impazzendo»

«Ma almeno mi sono sfogato e ci siamo divertiti...»

«Sì, proprio»

«...Come se fossimo due amiconi davanti ad una tazza di tè!»

«Ne ha già bevuti abbastanza. Nonostante ritenga che gliene servirebbero altri»

«Lei è un simpaticone, caro Freud!»

«E lei è uno str...»
No, Sigmund, no... Trattieniti...
«...abiliante artista. Si capisce subito dalla combinazione dei suoi vestiti»

«Sul serio?! Finalmente qualcuno che se ne rende conto! Lei mi fa arrossire, davvero, ma presto tornerò in Italia e... non mi piacciono molto le relazioni a distanza»

«...»

«...»

«...Capisco. Ma mi spieghi una cosa»

«Anche due!»

«No, una sola. Così dopo può finalmente levarsi dal- ...tornarsene in Italia.
Vorrei capire come ha fatto a non accorgersi di aver avuto i bancomat addosso fino ad oggi. Non fa mai la lavatrice? Lo scopre solo ora, dopo tutto questo tempo?»

«Sempre».

Nota dell'autrice:
Another capitolo di passaggio
Lo so che volete vedere la gayaggine dei protagonisti, ma presto riprenderò a fare sul serio (non che i capitoli precedenti fossero seri)

BiagimiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora