«Wow, Apollo, probabilmente l'unica persona al mondo disposta a viziarti» lo provocò Tenebra, prendendolo in giro per l'accaduto.
«Sapessi in quanti lo desiderano! Non capita tutti i giorni di ritrovarsi una meraviglia come me davan-»
«Sì, sì, certamente. Abbiamo compreso a pieno il concetto» lo bloccò Brunotto.
La comitiva si stava recando a casa di Cimi per nascondersi da occhi indiscreti, e le repliche del nostro povero albanese preferito non erano servite a niente.
Biagio, che non aveva aperto bocca per tutto il tempo e aveva ignorato i loro battibecchi, sembrava nervoso.
«Ragazzi...» iniziò titubante, «ma... a voi non sembra di essere osservati?»Apollo si fermò.
«Nah» disse. «E anche se fosse, probabilmente sarebbe un altro dei miei ammiratori»«O magari un sicario mandato ad ucciderti» suggerì Petrarca. «Comunque, neanch'io mi sento molto tranquillo»
Il dio sbuffò, divertito.
«Che novità! Non sei molto famoso per essere un tipo sereno, amico mio. Altrimenti non ti saresti recato da Freud. E comunque, non credere che sia possibile che un insignificante sicario possa uccidere lo strabiliante Apollo!»«Come fai a saperlo?!» scattò il poeta
«Forse perché sono un dio immortale, e sono la per-fe-zio-ne. Cosa ne rimarrebbe di questo mondo, senza di me?»
«Stavo parlando di Freud, signor "Oltre Che Bellissimo Sono Pure Intelligente".»
«Ah, certo. In ogni caso, la mia risposta di prima è sempre valida.»
Biagio, che stava fissando un punto alle loro spalle, li interruppe.
«Ehm... Lo vedete anche voi?»La sua paura non era immotivata: qualcuno, tra la folla, li stava seguendo.
Era quel signore pelato travestito da fiore, con il nome "Mario Pianta" sulla maglietta?
No, lui era intento a scrivere delle formule chimiche sul muro.O forse quella ragazza con gli occhiali e la maglia dei Led Zeppelin?
Nemmeno lei. Era troppo impegnata a scambiarsi effusioni con un vecchietto dalla folta chioma.Gli unici dall'aria sospetta rimanevano due:
Un lama inquietante, familiare, che li stava fissando da un cespuglio...
...e un uomo di colore dall'aria minacciosa, vestito elegante, interamente di nero, che portava gli occhiali da sole.
Il lama filò via appena si accorse di essere stato scoperto.
L'uomo li stava ancora guardando.
Al contrario del lama, lui si avvicinò.Bingo.
«Oh shit» sospirò il dio del Sole, «here we go again...»
Lo sconosciuto era a pochi passi da loro.
«Non sono qui per provarci con te, Apollo» annunciò con una voce profonda.
«Santissimo padre Zeus, come sai che-»
Ormai li aveva affiancati.
«Vi spiegherò tutto» promise. «Ma dovrò venire con voi.»
Gli altri si guardarono.
—————
Erano finalmente arrivati a destinazione, seduti attorno al tavolo di Cimi, uno più confuso dell'altro.
«Bene» esordì Apollo. «Chi sei? Come mi conosci? E come fai a non volerci provare con me nonostante tu sappia chi sono?!»
L'altro lo guardò. Non si era tolto gli occhiali. Il volto indecifrabile.
«Chiamatemi Morpheus.»
«Come vuoi. Ma voglio una risposta anche alle altre domande, Morpheus.»
«Va bene. Non è importante come io ti conosca. E non ci provo con te perché, semplicemente, non mi interessi.»
«SCHERZI?! COME OSI?!?! IO SONO IL DIVINO, MERAVIGLIOSO, STUPENDO, INCREDIBILE, FAVOLOS-»
Incitatus gli ficcò uno zoccolo in bocca.
«Prosegui, umano» disse.
Il nuovo arrivato non sembrò sorpreso dalla presenza di un equino parlante (e violento), e mantenne un tono serio.
«Come stavo dicendo, non sono qui per flirtare con nessuno, è una questione importante. Io so chi siete, conosco ciascuno di voi. E so anche cosa sta succedendo, o perché siete qui. Probabilmente, non ricordate come siete sopravvissuti fino ad oggi.»
«Sì, ok, è vero, tutto molto bello. Ma noi cosa dovremmo farci?» si intromise Caligola.
«Nulla» rispose Morpheus. «Non sei tu l'eletto.»
Poi si voltò verso Cimi e Biagio.
Che restarono entrambi muti, a disagio.
Yo.No, ok, ricominciamo.
Poi si voltò verso Cimi e Biagio.
«...Cosa c'è?» chiese l'albanese, nervoso.
«Siete voi.»
«Eh?»
Si volse verso gli altri, guardandoli negli occhi, uno per volta.
«Sapete tutti che alcuni di voi dovrebbero essere morti. Non siete gli unici che vivono in un mondo al quale non appartengono, ragazzi. C'è un motivo. Qualcosa che ha causato tutto ciò... O, meglio, qualcuno.»
Freud si sorprese. «Come, scusi? Chi?»
«Sfortunatamente, non possiamo saperlo. È per questo che sono arrivato da voi.»
Tornò a guardare la Biagimi.
«Per trovare gli eletti.»
«E sarebbero questi due gay ingenui?» rise Incitatus.
«Sì. E, a quanto pare, sono la vostra unica salvezza.»
«Se con "salvezza" intendi coloro che riporteranno l'ordine nel mondo e vi faranno finire agli Inferi perché dovreste già essere morti, allora mi permetto di dissentire.»
«No. Semplicemente, vi riporteranno ai vostri tempi.»
Tirò fuori una piccola scatola, da cui estrasse qualcosa.
Delle... pillole.
Due verdi e due viola.«Non so perché, ma ho la vaga sensazione che avrebbero dovuto essere di colori diversi» commentò Virgilio.
Dante annuì. «Anch'io.»
«Quelle le ho già usate tempo fa, per altre... ragioni. Adesso ascoltatemi, ragazzi.»
Porse le mani ai nostri protagonisti.
I palmi erano aperti, e in ognuno di essi c'erano due pillole di ciascun colore.«Pillola verde» parlò piano, gravemente. «Non ci saranno cambiamenti. Il mondo rimarrà quello di adesso, e domattina vi sveglierete come se non fosse successo nulla, continuando a vivere le vostre vite nella più totale normalità.»
Fece una pausa.
«Pillola viola. Viaggerete nel passato, nel presente e nel futuro. Troverete chi ha portato il Caos su questo pianeta, e, a missione compiuta, tornerete tutti a vivere nell'epoca di cui fate parte, separandovi... e dimenticandovi di tutto questo.»
Note dell'autrice:
Scrivere sta cosa è stato un parto e non sono ancora soddisfatta.
Ma lo pubblico, FOTTESEGA.
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Biagimi
HumorUn inconsapevole gay di nome Shkelqim (che chiameremo Cimi per comodità) è alle prese con il suo primo amore: l'amico Biagio. Cimi pensa ancora di essere attratto dalle entità femminili e che la banana non gli piaccia... Ma riuscirà mai a capire che...