Il Fatidico Incontro

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L'aereo si fermò: erano arrivati.
Tutti quanti si misero in fila indiana e si diressero verso l'uscita, dove li attendeva una hostess per dar loro l'arrivederci.

«Grazie per aver volato con noi! Vi auguriamo buon divertimento a Pistoia!»

«Prego, tesoro» rispose Apollo. «Non sarete mai al livello del mio Carro Del Sole, ovviamente, ma diciamo che almeno siamo ancora in vita».

«Solo perché io vi ho risparmiati» si intromise Tenebra.

«Ah, tu dici? Pensi di poter uccidere me, brutta copia di Ade?! IO SONO L'ETERNO ED IMMORTALE DIO DEL SOLE, DELLA MUSICA, DELLA MEDICINA, DEL TIRO CON L'ARCO, DELLA PROFEZIA, DEI FIGHI, FIGLIO DI ZEUS, LO SPLENDENTE, IL LUCENTE, COLUI CHE SCACCIA IL MALE E CHE SCRUTA I CIELI, PROTETTORE DELLE MUSE! SONO IL DIVINO, IRRAGGIUNGIBILE, IMPAREGGIABILE APOLLO!»

Dopo il suo enfatico discorso (che aveva tenuto tutta la fila bloccata), la hostess ammutolì.

Passarono alcuni istanti pieni di cringe, prima che un uomo (che probabilmente aveva sentito tutto quel baccano) si affacciasse dalla sala comandi per controllare cos'era successo.

«Va tutto bene?» domandò.

«Ehm...» la donna non seppe cosa rispondere.

«Cara, ti si legge in faccia che è successo qualcosa. E ti ho già insegnato cosa devi fare nelle situazioni difficili: aggiungi un po' di curry!»

«Capitano, gliel'ho detto, non siamo più a Masterche-»

«ORE DI VOLO? POCHISSIME, 17400!
DECOLLI E ATTERRAGGI? CIRCA 15000!»

«...»

Freud afferrò i suoi 3 compari e li spinse fuori dalla porta dell'aereo (non chiedetemi quante braccia abbia usato per farlo)
«Andiamocene ORA» ordinò.

Poco dopo...

«Finalmente!» esclamò Cimi mentre si ingozzava di kebab.
«Ti piace, amore?» gli si rivolse Biagio.

Caligola, Incitatus, Dante e Virgilio spalancarono gli occhi. «Amore?!»

«Ma per favore!» esordì Brunotto, tagliando con un coltello il suo kebab rosa. «Era palese che fossero gay, se ne sarebbe accorto pure il Marchi!»

«Sicuro? Se non riesce manco a fare uno scherzo telefonico decente...» commentò Virgilio.

«E comunque» li interruppe Cimi, «non siamo gay».

Dopo le sue parole, gli altri lo fissarono in silenzio... per poi scoppiare a ridere.

«Solo a guardarvi, dubito che a questo tavolo ci sia almeno una persona eterosessuale» rispose Dante.

«Io non sono una checca come voi!» si indignò Caligola. «E poi a Roma non facevamo tutte queste distinzioni, quindi non penso che potrei etichettarmi come tale. Forse l'unico è Incy» suggerì, riponendo il suo Kebab Imperiale sul piatto d'oro.

«Ho detto PERSONA» specificò il sommo poeta.

«Fanculo» fu la risposta del cavallo.

Passata una mezz'oretta, la loro cena stava andando a meraviglia.
Finché...

«Ehm... Scusate interuzione» si avvicinò Amir, il proprietario, dopo aver visto quella strana combriccola. «Ma li animali qua dentro no sono amessi»

«Ucciditi» disse Incitatus.

«Cos... Come scusa, chi parlato?»

«Ho parlato io, razza di bifolco decerebrato»

«Un cavalo?»

«No, tua sorella. Ma ci vedi?»

«Mortadela? No, no, solo kebab»

«STOLTI UMANI, PRESTO PERIRETE TUTTI DINANZI ALLA MIA IMPONENZA!»

«Cosai deto? Tua cadenza?»

Beethoven, che era seduto all'altro tavolo, alzò la testa di scatto.
«Qualcuno ha detto CADENZA?!»

«Chetati» lo fermò Mozart, «non parla con te. E poi sei sordo, spiegami come hai fatto a... anzi, no, non voglio saperlo».

«No capisco...» commentò sconsolato il povero Amir, confuso come non mai.

La porta si aprì con veemenza proprio in quel momento.

«BUONGIORNISSIMO, COMUNI MORTALI! L'EGREGIO E MERAVIGLIOSO DIO APOLLO È GIUNTO A PORTARE UN PO' DI LUCE NELLE VOSTRE INUTILI VITE!»

A quelle parole, tutti si voltarono verso i quattro nuovi arrivati.

BiagimiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora