La Situazione Degenera

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«...Ade, ma come ti sei ridotto!?!»

I tre rimasero imbambolati a fissare quello sconociuto, senza riconoscerlo, finché Tenebra non rispose.

«Eh?» fu il suo teatrale commento.

Il biondino sorrise ironicamente e si mise una mano sul fianco in modo veramente poco etero.

«Oh, non temere, zio. Non c'è bisogno di fare quella faccia, nessuno capirà mai chi siamo!»

«Zio? Ma cosa sono 'sti termini da bimbiminchia?»

«Sono pur sempre il tuo fighissimo nipote, o te ne sei scordato? Mh... No, no, assolutamente inaudibile. Sono troppo splendido per essere dimenticato!»

«...Freud, questo ha bisogno del tuo intervento»

«Decisamente» ribatté il dottore.

L'estraneo osservò l'amico di "Ade" e si tirò i capelli all'indietro con aria perplessa.

«Froid? Mi sembra di averlo già sentito da qualche parte... Non pensavo avessi tutte queste conoscenze, Ade! Vuoi farmi concorrenza per caso?»

«Tu stai male... E poi la finisci di chiamarmi Ade? Ma chi sei? Ma chi ti conosce?!»

«E come dovrei chiamarti? Roberta?»

«Prova anche solo a farlo e non rivedrai  mai più la luce del sole»

«Ahah, simpaticone! Lo sai che non è possibile, essendo io stesso il Sole!»

«Come scus-...»

«In ogni caso, non ti chiamerò così, tranquillo»

«Grazie a dio»

«Prego»

«...»

«...»

«...Vabbè. Ma quindi si può sapere chi sei o no?»

«Seriamente non riconosci tale bellezza? Per caso è un insulto al bellissimo, simpaticissimo, intelligentissimo, fighissimo, divertentissimo, meraviglioso, fantastico, incredibile, abbagliante, carismatico, strabiliante, incantevole, affascinante, attraente, seducente, irraggiungibile, sopraffino, perfetto Apollo? Cioè al sottoscritto?!»

«...»

«Dunque?»

«Il mio cervello si è fermato a "simpaticissimo"» rispose Tenebra dopo pochi secondi di silenzio.

«Un uomo modesto, non c'è che dire» osservò Freud.

«...Apollo?» domandò Petrarca, sicuro di aver capito male.

«IN PERSONA, SIGNORE E SIGNORI! Ade, vuoi continuare a prendermi in giro o ti degnerai di riconoscere la mia divina magnificenza?»

«In primis, non sono ADE. Quindi tra noi due il ritardato non sono io. Inoltre... No, lasciamo perdere. Stavo per dire che gli dèi non esistono, ma io stesso sono un fottuto scheletro in 2D uscito da un cartone animato. Non mi faccio più domande.»

«Quindi non sei Ade?! Mmh... In effetti mi sembravi un po' troppo... piatto»

Tenebra fu in procinto di rispondere, ma Petrarca lo anticipò.

«Non posso credere di essere al cospetto del dio Apollo! Ti prego, anche se ora conosciamo la tua identità, non ucciderci con le tue frecce divine!»

«Grazie tesoro, ma non parlare di me in questo modo... mi fai arrossire! ...Anzi, continua pure!»

«Perciò non ci farai fuori, vero?» domandò Freud ignorando l'ego del dio.

«No dai, siete dei tipi apposto. Soprattutto tu, Ade in 2D senza pelle!»

«Dio santissimo...» sospirò quest'ultimo

«Dimmi»

«Niente, lasciamo stare»

«...Siete strani, voi mortali. Comunque, l'importante è che non diciate a nessuno tutto quello che siete venuti a sapere. Capisco che sono un dio veramente fantastico, ma la gente non deve saperlo. Intesi?»

«Ma ormai lo sa tutto l'aeroporto».

Il dio tacque. Notò che tutti quanti li stavano ancora fissando.

«Oh. Beh... Ehm... Ci penserò io più tardi...» sussurrò misteriosamente ai suoi nuovi tre amici.

«...BENEH!» proseguì poi dal nulla, «Ho proprio voglia di un kebab, adesso!»

Tenebra, Freud e Petrarca si guardarono.

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