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Io e Luke prendiamo posto ed il caso vuole che io debba capitare proprio davanti a Nicolò.
"Abríl era tanto che non ci vedevamo,ti sei fatta proprio bella" dice Gionata che siede di fianco a me.
Arrossisco e lo ringrazio per il complimento e poco dopo cominciamo a scambiare qualche parola.
Dopo aver cenato,usciamo tutti quanti dal ristorante e ci dirigiamo verso un pub che questa sera offre un po' di musica e qualche drink.
Entriamo e ci sediamo nel primo tavolo libero che troviamo,io e Gionata ricominciamo a parlare.

Per mia sfortuna il dj del locale decide di mettere Canterai di Fred De Palma,che in combinazione alla presenza di Nicolò non può far altro che suscitare in me sentimenti che non ricordavo nemmeno potessi provare.
"Perdonami Gionata,vado un attimo in bagno"
Interrompo la nostra conversazione e corro verso il bagno sotto lo sguardo di tutti quanti.

Spalanco la porta del bagno e mi guardo allo specchio,noto gli occhi pieni di lacrime,e poco dopo le lacrime che cominciano a cadere,tento di fermarle,cerco di essere più forte di loro,ma non riesco.
Ogni tentativo è vano.
"Abríl non lasciarti sopraffare dai sentimenti"
Mi ripeto sottovoce con la voce spezzata dal pianto.
Mi siedo in un angolo e tolgo i tacchi,non fanno per me,non mi rispecchiano assolutamente.
Li lancio contro il muro come per sfogarmi e scoppio a piangere.

L'unica cosa a cui penso è lui,soltanto lui,e mi maledico per non riuscire a levarmelo dalla testa.

"Nun piange" una voce mi fa sobbalzare.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo Nicolò appoggiato sullo stipite della porta del bagno,con le braccia incrociate.
"Cosa fai qua?" Cerco di sembrare il più calma possibile "avevo capito che qualcosa non andava,e quindi so venuto qua" annuisco "capisco" mi alzo dal pavimento e lui entra nel bagno "lavate la faccia,c'hai tutto il trucco colato" il suo essere premuroso mi riporta ai bei tempi,tant'è che rimango a fissarlo per qualche secondo.

Mi lavo la faccia e faccio per uscire ma lui mi ferma "che c'hai?" nego con la testa prima di parlare "nulla,è stato solamente un momento"
Ride ironicamente "nun ce credo,mo dimmi che c'hai" abbasso lo sguardo e di nuovo sento una lacrima cadere sul mio viso,e cerco di nasconderla subito
"Nun sei brava a nasconde le cose,Abríl" sorride.
Mi prende la mano e sento mille brividi percorrere il mio corpo,iniziano dalle punte dei piedi e finiscono in tutto il resto del corpo,il mio cuore prende a battere in modo strano,diverso dal solito.

Stringe la mano ancora più forte e mi porta fuori dal bagno,ed usciamo dal locale dalla porta sul retro.
Una volta fuori lascia andare la mia mano e mi fissa negli occhi "mo puoi parla' con più tranquillità" deglutisco rumorosamente "Nicolò non ho nulla,davvero" sbuffa "nonostante tutto a me dispiace vederti così,se vuoi parlá fallo mo,te devi sfogà"
Mi siedo sull'asfalto freddo e controllo l'ora:3:20 del mattino.
Lui mi segue a ruota e si siede affianco a me.

Passiamo 5 minuti in totale silenzio,nessuno dei due sa cosa dire,ma d'altronde tra di noi è sempre stato così:non c'è mai stato bisogno di tante parole,la semplice presenza dell'uno e dell'altro bastava per comunicare,i nostri silenzi valevano più di mille altre parole.

"Ho paura" improvvisamente lui prende a parlare
"Di che cosa?" Mi volto verso di lui mentre lui osserva la luna.
Mi perdo nei suoi lineamenti e nei suoi tatuaggi,mi innamoro di lui per la millesima volta.
"Ho paura di te" paura di me?
"Perché dovresti averne?"
"Perché devo ammettere che mi stai cambiando,di nuovo"
Continuo a non capire ciò che sta dicendo
"Da quando sei tornata hai ribaltato ancora una volta tutto,hai fatto riaffiorare tutta quella sofferenza,hai fatto riaffiorare quella rabbia e so tornato a chiudermi in me stesso,tutto questo solo per la presenza tua,sento il tuo nome in ogni posto,me perseguiti,Abríl me stai a maledí la vita" sentire queste parole è come sentire di nuovo quel Nicolò innamorato di qualche anno fa,ma non voglio farmi false speranze "non voglio che la mia presenza sia dannosa per te" nega con la testa

"tu sei sempre stata così pe' me,tanto dannata quanto essenziale,m'hai fottuto un pezzo de core e l'altro è un pezzo che,da quando te ne sei andata dalla mia vita,sta lì tanto pe'stacce"
Gira la testa verso di me e i nostri sguardi si incrociano.
Ha gli occhi lucidi e spenti allo stesso tempo.
Si avvicina a me lentamente.
Siamo a pochissimi centimetri l'uno dall'altro,le nostre fronti si toccano.

"Sei 'na stronza Abríl" dopo aver detto queste parole,fa combaciare le nostre labbra,che a distanza di anni sembrano combaciare ancora perfettamente.
Siamo due pezzi di puzzle che possono combaciare alla perfezione solo l'uno con l'altra.
A distanza di anni torno a sentire quel calore in tutto il corpo,sento il cuore tornare a battere come prima,come quando ero felice,come quando eravamo felici.

Interrompiamo il bacio per mancanza di fiato,e continuiamo a fissarci,fisso ogni centimetro del suo viso,i suoi lineamenti,i tatuaggi,i riccioli,le labbra,la barba appena accennata,i nei.Ogni dettaglio.
Mi prende in braccio,come fossi una principessa e comincio a ridere "attento a non farmi cadere" "quasi quasi un po' de male te lo vorrei fa" ride guardandomi negli occhi.
Appena arriviamo su un prato,mi posa a terra e ci sdraiamo su di esso.
Si toglie la giacca e mi copre,prendendomi poi la testa per portarla nell'incavo del suo collo.
È così,tra uno sguardi fugaci e baci rubati,ci addormentiamo sul prato,abbracciati,coperti dalla sua giacca.

Swisher Sweet-TonyeffeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora