Capitolo 1.

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Chloè

Sistemo i fogli sulla scrivania del mio ufficio, sono tornata da un mese  dal mio tour di osservazione dei calciatori per mio padre.

Ed è un mese che non lo vedo.

Ci sentiamo spesso, ci chiamiamo, non riusciamo a stare più di tanto senza scambiarci almeno un saluto.
Ma siamo entrambi impegnati.
Lui è sposato e io lo sarò fra due mesi.
E siamo adulti.
Dobbiamo fare gli adulti.

Sospiro, guardo l'ora.
Sono le sei, fra poco passerà Neymar a prendermi e avrei dovuto staccare già da mezz'ora.

"Avanti."
Esclamo alzando lo sguardo dal computer quando qualcuno bussa alla porta.

"Ciao Chloè."

"Ciao papà, è successo qualcosa?"

"Nulla di particolare ma dovresti farmi un favore."

"Tutto quello che vuoi."
Rispondo  sorridendo.

"Dovresti andare a Lione domenica sera e starci fino a martedì, c'è la finale di Europa League e come ben sai sto tenendo parecchio osservato Antoine.
Vorrei presenziassi per guardare la sua prestazione ma anche per tener d'occhio il suo stato d'animo , so che avete anche legato , siete amici , questa cosa può aiutare tantissimo sia noi che lui , si agita spesso e vorrei che fosse in grado di affrontare tutto ciò che succederà in Russia. "

Quasi sussulto a questa richiesta ma non posso fare altro che far spuntare un sorriso a trentadue denti sul mio viso, perché so che lo rivedrò, so che staremo insieme,  per quanto possibile ovviamente.

"Si certo papà, nessun problema."
Esclamo alzandomi dalla sedia e cominciando a sistemare le mie cose.

"Grazie tesoro, dico ad Angelie di confermare la prenotazione. ."
Mi lascia un bacio sulla fronte mentre afferro il mio iPhone per comunicare immediatamente la notizia al mio... amante?
No non è un'amante.
È molto di più , ma una definizione non c'è.

'Lunedì sarò in tribuna ad osservare un certo Antoine Griezmann, lo conosci? "

Scrivo camminando a fianco di mio padre, bloccando subito il telefono.

"Stai andando via con Neymar?"
Chiede poi quando prendiamo l'ascensore per scendere al piano terra.

"Si abbiamo un incontro con la Wedding Planner. È appena tornata dall'Italia."
Rispondo cercando il pacchetto di sigarette.

Ci sposeremo in Italia, in una piccola località al lago, dove potremo avere tutta la privacy del mondo.
Avremo comunque una buona quantità di bodyguard e nessuno, a parte noi e gli invitati, sa il giorno preciso.

"Mi ha detto mamma che non hai ancora scelto l'abito, mancano due mesi al matrimonio e fra due settimane partiremo per la Russia."

"Lo so benissimo, appena torno da Lione vado con Roxanne e sceglierò l'abito. Ho un'idea comunque, tranquillo sarà tutto perfetto."
Rispondo meccanicamente, esasperata da questo matrimonio che mi sta prosciugando la poca voglia di vivere che già ho.

"E per quanto riguarda i testimoni..."

"Non accetto discussioni su questo papà. Saranno Roxanne e David, è il mio matrimonio e lui è mio fratello.

Ha problemi con te , non con me."

"Ha umiliato la famiglia."

"Vuoi davvero iniziare questo discorso ora papà?"

"Ho una call importante ora, ne riparleremo sicuramente però."
Non dico niente, mi limito a uscire dalla porta di vetro scorrevole e mi accendo la sigaretta che sto tenendo in mano da troppo, prendo il telefono.
Sorrido.

'Non lo conosco ma dicono sia davvero bravo, il migliore mondo.'

Rido per il  suo ego smisurato che nel mese passato ho cominciato a conoscere e ad amare.

'Spero mi possa fare un autografo allora.'

'Spero possa farti molto più di un autografo. ;)'

'P.s. Quando arrivi?'

'Domenica.'

'Guarda caso domenica sera avrai una riunione importante con me. Simeone non dirà di no, sa quanto tengo al mondiale.'

Non posso fare a meno che sorridere.
Sorridere davvero.
Ho sorriso più con Antoine in un mese che con Neymar in due anni.
Ma non è nemmeno colpa sua.
Sono io che sono difficile.
Sono io ad essere impossibile.

Rispondo velocemente ma poi metto via il telefono perché in sella alla sua Porche arriva il mio fidanzato, gli sorrido meccanicamente.
Un sorriso finto, di quelli che una brava fidanzata deve fare alla vista del suo uomo.

"Ciao amore."
Esclama quando salgo in macchina sporgendosi per baciarmi.
Ricambio subito il bacio portando una mano sulla guancia del brasiliano e accarezzando quell'accenno di barba che infondo di lui mi è sempre piaciuto.

"Come sono andati gli allenamenti?"
Chiedo mettendomi la cintura e poi intrecciando le nostre mani come sempre.

"Normali come sempre.
Vieni a vedermi domenica?"

"Vorrei tanto, sai quanto mi piace venire allo stadio."

"Ma?"

"Devo andare a Lione per la finale dell'Europa League e a monitorare Griezmann."

"Questo Griezmann sta prendendo sempre più spazio nella tua vita, devo essere geloso?"
Fortunatamente sono una ragazza che ha sempre avuto il sangue freddo.
In quasi venticinque anni di vita è sempre stato il mio carattere sicuro insieme al mio sangue freddo che mi hanno  aiutato ad andare avanti ed affrontare tutto.

" Ma figurati.
È sposato, ha una bimba piccola e io ci avrò parlato si e no due volte da sola."

Mi meriterei un premio Oscar come miglior attrice protagonista.

Ride, alza la mia mano e mi bacia le nocche.

"A proposito di bambini,  domani arriva Davi, starà qua per un po'."

"Sono felice di vederlo."
Ho un bellissimo rapporto con Davi Lucca, è un bambino meraviglioso e ci ho legato tanto.

"Anche lui è felice di vedere te.
E vuole andare a vedere la nostra nuova casa.
Vedere quale sarà la sua stanza."

"Bhe più che casa la definirei reggia."
Si perchè il regalo di matrimonio del mio fidanzato è stata una villa di tre piani nella periferia parigina con un giardino di non so quanti metri quadri, una piscina, diverse attrazioni per lui e per suo figlio ed alcune  anche per me in realtà.

" Sei troppo pignola."

"Il nostro appartamento a due piani nel centro di Parigi è bellissimo.
Ma tu sei fissato che con il matrimonio inizi una vita nuova e quindi nuova casa."

"Terremo l'appartamento.
Quando Davi o i nostri figli cresceranno e vorranno avere un'avventura per vivere da soli potranno andare nell'appartamento di mamma e papà."

I nostri figli.  
Non mi sono mai vista madre.
Non è mai stato nei miei piani essere madre , anche se con Neymar ne abbiamo parlato qualche volta , in cui non ho mai fatto valere poi tanto la mia idea perché nemmeno pensavo che mi sarei mai sposata.

L'unica volta che io ho provato ad immaginare dei figli avevano occhi azzurri e riccioli biondi in cui avrei potuto passare le mani per coccolarli.

Sospiro.
Mi appoggio al finestrino.
Chiudo gli occhi.
Perché ad occhi chiusi posso stare con lui.

Acuérdate De Mí - Antoine Griezmann.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora