Capitolo 19.

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Chloè

"Hai sempre voluto fare questo?"
Mi chiede Antoine , abbiamo addosso un accappatoio e siamo seduti per terra , sul balcone , dove nessuno ci può vedere.

Ho una sigaretta in mano , lo guardo , è difronte a me.

Bello, bello da morire.

 "Questo cosa?"
Chiedo guardandolo.

"Lavorare nel calcio , fare quello che fa tuo padre."

"No , per niente , avrei voluto fare tutt'altro."
Sorrido amara.

"Davvero?"

"Si , avrei voluto fare il chirurgo d'urgenza o qualcosa di simile  , andare dove le persone sono meno fortunate di noi.
Mia madre ha sempre detto che da piccola tutte le bambole che avevo le sistemavo sulle sedie e correvo a curarle con bende , cerotti e un kit di pronto soccorso giocattolo."

"Non ci credo!"
Lo faccio ridere di gusto.

"Te lo giuro ."
Rispondo ridendo a mia volta , è tanto tempo che non racconto più questa storia.
Tutti danno per scontato che io abbia sempre voluto fare questa professione ,  lavorare con papà e far parte di questo mondo .
Ed anche se ora è così , anche se ora penso chequesta sia la mia strada , non sarà mai quello che avrei voluto fare della mia vita.

Mi sposto , mi sistemo fra le gambe di Antoine per farmi coccolare , per farmi stringere , per farmi amare perché so che fra poco dovrà andare.

"E come ci sei finita a lavorare per tuo padre?"
Mi bacia i capelli , gioca con la mia mano.

"Quando David se ne è andato di casa io mi ero appena diplomata.
Una mattina mio padre  si è presentato in camera mia dicendo che dovevo andare iscrivermi in università , l'università di famiglia , che aveva fatto anche lui , dove aveva incontrato mia madre.
Gli ho detto che non ero pronta per fare il test di medicina ,  lui mi ha semplicemente risposto che non ci sarebbe stato nessun test e così ho capito che non avrei mai fatto medicina."
Alzo semplicemente le spalle, ormai è una cosa che ho accettato.

"E hai accettato senza dire nulla?"

"Non avrei potuto dire niente , avrei perso tutto , avevo diciotto anni , non ero spregiudicata come David.
Ora però questo è un lavoro che amo , un lavoro che è la mia vita, probabilmente un lavoro che è la mia vera strada .
Un lavoro che alla fine mi ha portata da te."

So per certo di farlo sorridere con queste parole  , ormai lo conosco bene.

Mi stringe forte , mi lascia un bacio sul collo ed io alzo una mano ad accarezzargli il volto.

"Credo che il destino ci avrebbe fatti incontrare in ogni caso, anche se non avessi fatto questo lavoro."
Mi sussurra.
"Magari una volta che allo stadio saresti venuta a tifare per noi."

"E mi avresti notata?"

"Ti avrei notata anche fra miliardi di persone Chloè."
Sorrido.

"E che avresti fatto?"

"Con una scusa mi sarei avvicinato , avrei cominciato a parlarti , poi ti avrei fatta ridere , così non avresti potuto resistere al fascino mozzafiato delle mie battute. "

"Convinto proprio Griezmann. "
Mi da un altro bacio fra i capelli , rido per il suo ego smisurato che ho imparato ad amare.
"E dopo che avresti fatto Antoine?"
Chiedo curiosa.

"Mi sarei inventato qualcosa per trascinarti via , per portarti in un posto solo per noi , un posto dove nessuno ci avrebbe trovati."
Si alza dopo avermi baciato una spalla , mi tende una mano per aiutarmi ad alzarmi , l'afferro , mi trascina contro di lui.

Acuérdate De Mí - Antoine Griezmann.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora