Capitolo 31.

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Antoine.

Ho quasi trent'anni.

Non un periodo di vita così lungo ma nemmeno troppo corto. 

Un periodo abbastanza lungo però per conoscere la parola felicità e la parola tristezza .

Quest'ultima forse l'ho conosciuta troppe volte .

Ma la prima , la prima no.

La conosco un numero di volte che posso contare sulle dita di una mano , nemmeno usandole tutte e cinque.

La prima volta in cui ho conosciuto la parola felicità è stato indubbiamente quando è nata mia figlia.

La mia meravigliosa Mia.

Sono passati due anni e qualche mese , per alcuni ero troppo piccolo , per altri troppo giovane ma non mi è mai importanto nulla , io volevo la mia piccola Mia , il mio piccolo tesoro , il mio primo grande amore che mi ha fatto innamorare di lei appena Erika mi ha comunicato della sua esistenza .

Ho creato un legame con lei ancora prima di prenderla in braccio e beh , quando l'ho presa in braccio la prima volta pensavo di non poter reggere all'emozione , ho pianto così tanto per la gioia e non sono mai stato brava ad esprimere a parole tutto l'amore che provi per mia figlia , è una me in miniatura , siamo molto simili , così estremamente simili che a volte ho quasi paura di questa cosa, anche se in realtà è una cosa che adoro .

La seconda volta in cui mi è toccata la parola felicità è stata poche settimane fa , a Mosca , quando ho alzato quella coppa sul tetto del mondo , quando sono diventato un campione del mondo e lo sono diventato da protagonista , lo sono diventato per merito mio , dopo tutte le porte in faccia , dopo tutti i non abbastanza , dopo tutti i mille obbiettivi infranti ce l'ho fatta ad arrivare sul tetto del mondo , dopo averci provato troppe volte ed essere caduto altrettante volte, avrei voluto mollare in miliardi di occasioni , non so dove io abbia trovato la forza tante volte però ce l'ho fatta , sono qui , ho vinto io e sono stato così incredibilmente fiero di me , come forse non lo sono mai stato in vita mia.

Ed il terzo ed ultimo momento in cui sono stato davvero felice è stato un periodo prolungato in realtà , è stato quando Chloè è entrata nella mia vita ormai mesi fa , quando tutto sembrava andare storto è stata un barlume di luce infondo al tunnel .
L'ho vista svariate volte ma è stato solo quando l'ho notata davvero che mi sono innamorato di lei e me ne sono innamorato a prima vista , uno sguardo prolungato e bhe la frittata è stata fatta.

Ho cominciato a desiderarla così ardentemente che avevo quasi paura di bruciarmi , anche se alla fine mi sono bruciato comunque.

Non so come sia iniziato tutto fra noi , un caffè per caso , un bacioper caso e sono finito nella sua camera d'hotel altrettanto per caso , senza deciderlo ma probabilmente volendolo davvero.

E' bastata una notte , una sola notte ed è diventata tutto.

Dipendenza e cura.

Amore e odio.

Felicià e sofferenza.

Sesso e amore.

Pace e guerra.

Tutto questo e molto di più.

Non ci sono abbastanza parole per definire cosa Chloè sia per me.

Mi ha lasciato settimane fa ma tutto questo è ancora così vivo dentro me , così forte ed il suo pensiero così irruento.

Chloè mi ha fottuto dal primo momento , mi ha fottuto cuore , anima , cervello.

E non so quanto sia buona come cosa.

Non lo so davvero.

Mi passo una mano fra i capelli , fisso Madrid di notte mai completamente silenziosa , una tazza di matè in mano ad un orario indefinito della notte perchè ultimamente non riesco più a dormire , non so più nemmeno cosa significhi dormire una notte intera.

C'ho sperato davvero ogni tanto.
Ho sperato davvero che io e Chloè potessimo avere un futuro .
Ho immaginato di poter essere io a sposarla , di andare a vivere in periferia , lontano dal casino perchè, anche se siamo incasinati, stare in mezzo al casino non piace ne a me ne a lei.
Ho immaginato di poter ricominciare una vita con lei e con Mia , avremmo dato almeno due fratellini o sorelline al mio piccolo amore , avremmo avuto un giardino con la piscina, un cane e le altalene.
Ho immaginato tante , troppe cose , facendomi del male probabilmente da solo.

Ed ecco qua quello che mi è rimasto : niente.

Letteralmente niente.

Niente amore .

Niente felicità.

Niente Chloè.

Niente di niente .

O forse qualcosa mi è rimasto.

Sfioro la collanina che ho al collo che raffigura un paio di ali.

Il suo regalo , quello che mi ha detto di aprire lontano da lei.

'Mi hai donato le ali per scoprire la libertà , sei stato lei ali della mia libertà e per questo Antoine , per questo non ti sarò mai abbastanza grata.
Mi hai dato la cosa più importante, ed anche se ora probabilmente mi detesti,isappi che mi hai fatto vivere Antoine , vivere davvero , dandomi i mesi più belli della mia vita.
Un piccolo pensiero per ricordarti sempre di me e portarmi per sempre con te.
E sarò sempre il tuo rifugio , non dimenticartelo mai , ti prego.
Ti amo immensamente , tua Chloè.'

L'ho riletto talmente tante volte quel bigliettino che l'ho imparato a memoria.

E in certi punti mi ha anche fatto ridere , perchè non potrei mai detestarla.

E soprattutto non potrei mai dimenticarla.

Come potrei dimenticare qualcuno che mi abbia  dato così tanto?
Che mi abbia amato in quel modo , che mi abbia fatto amare in quel modo.

Chloè sarà la mia condanna , per sempre.

E non so se sia una cosa buona o cattiva.

Di solito le condanne non sono mai buone.

Ma se questa condanna ha occhi azzurri e lunghi capelli biondi come potrei mai considerarla una cosa cattiva?

Se è stata la cosa più bella della mia vita come potrei mai considerarla una cosa cattiva?

Bevo un sorso di matè , mi strofino gli occhi.

E' così difficile cazzo.

E' così difficile tornare a fare finta di niente , tornare a vivere una vita che odio , odio sotto tutti i punti di vista a parte per il calcio e per mia figlia.

E come ogni notte , da settimane a questa parte , piango , piango e lascio andare tutto , lasciando cadere a pezzi per l'ennesima volta quel cuore , quel cuore che proprio non ne può più.

Acuérdate De Mí - Antoine Griezmann.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora