Capitolo 2

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Cerco di mantenere la calma, anche se la maggior parte dei santi stenta a credere al fatto che io non li abbia ancora nominati. Mi si mozza il fiato a leggere e rileggere quel nome che pensavo aver cancellato dalla mia testa. La verità è che certe ferite sono difficili da rimarginare, nonostante mi abbiano detto che c'è ancora qualcuno che crede che  il tempo sia lenitivo. Io ho smesso di crederci qualche anno fa. Sembrerebbe assurdo convincersi di una stupidaggine simile, ma a volte nella vita ti ritrovi a dover affrontare situazioni che non avresti mai potuto immaginare realizzarsi concretamente. Ti ritrovi solo, spaesato, impaurito, umiliato. Ti ritrovi senza un spalla su cui piangere, senza una mano che possa accarezzarti la guancia, senza una parola di conforto che possa farti stare meglio in periodi di ordinaria solitudine. Ma è proprio in questi momenti che realizzi quanto vali, anche se ci sarà sempre qualcuno che cercherà di dipingerti l'opposto di ciò che vorresti essere: forte, determinato e sincero.

Sincero nei confronti di chi? Le persone che credono di amarmi? Le persone che hanno deciso di correre via dalle mie paranoie? O semplicemente me stesso? La risposta più sensata sembrerebbe essere l'ultima ma, nonostante la forza di volontà che ognuno di noi impiega nell'affrontare giorno dopo giorno, una cosa è certa: credere di essere forti non aiuta ad esserlo veramente. Essere forti vuol dire sentirlo per davvero dentro di sé. Io non sono ancora sicuro di aver mai percepito quella sensazione ma, come è giusto che sia, la nostra vita è un continuo work in progress ed il cantiere che pianifica il nostro percorso prima o poi verrà smontato per dare vita ad un nuovo centro di attrazione per molti, l'importante è che lo sia soprattutto per noi stessi.

Riporto i miei pensieri sulla terra ferma quando, all'improvviso, sento il cellulare continuare a vibrare nella mia mano destra. Rifletto se sia meglio rispondere o meno. Rifletto anche sulla possibilità di lanciare il cellulare dentro la fontana del Nettuno di Piazza Duomo, così da poter smettere di pensarci. Ma il mio conto in banca mi impedisce di compiere azioni così illecite.

L'unica alternativa sensata mi sembra sia quella di rifiutare la chiamata nella speranza che il soggetto in questione non sia in vena di chiamarmi e di voler sentire la mia voce, perché io farei volentieri a meno di sentire la sua. La mia scelta non nasce dal nulla, ma da appurate riflessioni che mi hanno portato ad affrontare la verità, anche se faceva male. Ritrovarsi con il niente quando prima si pensava di aver tutto non è facile da gestire né tanto meno da accettare. E se ho rifiutato la chiamata è, di certo, per questo motivo. Le persone nocive alla propria salute non aiutano a terminare quella casetta nella quale potersi rifugiare ogni qualvolta ci si senta deboli, quindi tanto vale lasciarle affogare nella loro disperazione e nei loro continui finti cambiamenti  propinati ogni qualvolta abbiano bisogno di usarti un'altra volta e ancora un'altra volta. Mettere un punto al romanzo è la decisione migliore perché, così facendo, la vita ti permetterà di essere suo amico.

Attraverso via Giuseppe Verdi  per dirigermi verso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università. Nell'atmosfera monotona e quasi cinica della cittadella di Trento, si riconosce, sin da subito, l'euforia del momento nelle espressioni dei passanti e della gentaglia che rende speciale questo piccolo abitacolo. Scorci esistenziali di gente immersa nei propri pensieri, attimi sfuggenti di un saluto mancato, gesti di affetto per riparare un errore commesso.

Ogni istante è prezioso in questa città, soprattutto quando da una semplice osservazione di ciò che hai intorno, riesci a ricavare un quadro completo della tua vita, le ragioni che ti hanno portato qui. Tutto ciò che ti ha permesso di diventare chi sei oggi.

L'immagine di una bambina dalle trecce rosse e le lentiggini sul viso mi rallegra l'umore. La mamma le dice abbottonarsi il cappotto per evitare un'influenza e la figliola si lamenta di aver caldo nonostante la temperatura sia vicina allo zero. Sorrido all'immagine di una famiglia così unita. Sorrido alla bellezza di un attimo che un figlio può regalarti. Sorrido e basta.

Questa Sera Basto a Me StessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora