Capitolo 30 - Seconde Partie

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Fisso inerme quell'indumento gettato sul pavimento. La mia maglietta bianca non copre più il mio corpo. Sono nudo, sia fuori che dentro. Ed è proprio la nudità che rende deboli le persone. Le rende disarmate.

Mostrarsi in maniera così tanto intima non è un privilegio di tutti. O, almeno, non dovrebbe essere così. Per me, invece, non è mai stato un problema. Eppure, mi sento talmente insicuro in questo istante da non riuscire a fare altro che fissare le nervature azzurre dei suoi occhi, perfettamente contornate dall'iride verdastra. Il suo viso paralizzato dal mio gesto inaspettato e i suoi capelli leggermente scompigliati mi mandano letteralmente in tilt. Cosa mi sta succedendo? Perché è così difficile fare quel passo avanti con Éric? L'ho già fatto con un numero indefinito di altri ragazzi e non ho mai avuto la stessa tensione addosso di questo momento.

«Tutto bene?» Chiede preoccupato.

Poggio le mie mani sul suo petto, ancora coperto dalla t-shirt. «Sì, sto bene.»

«Non sei costretto a farlo. Se non ti senti pronto, possiamo aspettare.» Mi consola.

Il problema è che non sono mai stato più pronto. Amo questo ragazzo. Lo amo con qualsiasi parte del mio corpo e gli darei tutto me stesso.

«Tu non sei come gli altri.» Sussurro sovrappensiero.

«Nemmeno tu sei come gli altri.» Ripete. Porta le sue mani sulle mie braccia nude e le accarezza. Un brivido mi attraversa la schiena.

«Non voglio che tu sia un'avventura da raccontare agli altri. Ho sempre avuto questo genere di relazioni, ma con te è diverso.»

«Cosa ti blocca?» Mi chiede prendendo le mie mani e incrociando le sue dita con le mie.

Sospiro. «Il fatto di non essere abbastanza. Tu mi hai completamente stregato, Éric. E non voglio che quello che c'è tra di noi possa finire dopo stanotte.» Confesso stringendomi nelle spalle.

Lui alza la schiena e si avvicina verso di me. I nostri nasi si sfiorano. «Questo non succederà mai perché tu mi basti oggi, mi bastavi ieri e mi basterai anche domani, Mike.»

E finalmente le nostre labbra ritrovano l'un l'altro. Ed è un bacio pieno di passione, privo di incertezze. Perché proprio nel momento in cui mi bacia, sento di aver lasciato le mie preoccupazioni sullo zerbino fuori dalla porta di casa.

Mi stringe tra le sue braccia mentre la mia lingua incontra la sua, ispezionandosi a vicenda per sentirne il sapore. Éric ha un retrogusto di vodka, probabilmente non avrebbe dovuto scolarsi la bottiglia di prima; ma ha pur sempre un buon sapore.

Infilo le mie mani sotto la sua maglietta, sfiorando le linee perfette dei suoi addominali, la pelle liscia dei suoi fianchi, fino a tirar su lo strato di cotone che mi impedisce di godermi appieno il suo corpo. Lui si stacca da me solamente per facilitarmi il compito, per poi ritornare a baciarmi.

Con la mano destra mi afferra dai glutei per prendermi in braccio e spostarmi verso il muro della camera, io lo seguo circondando il suo bacino con le gambe. Con l'altra mano, invece, comincia a sbottonarsi i pantaloni per poi lanciarli via con un gesto affrettato del piede. Ed è proprio in quel momento che sento la sua eccitazione premere contro di me.

Sento di impazzire e di volerlo più di ogni altra cosa. Lui, osservando il mio sguardo, mi rivolge un sorriso malizioso, per poi spostarsi sui miei capezzoli. Prima l'uno e poi l'altro. Gemo per il contatto della sua lingua calda contro il mio petto ghiacciato, irrigidito dalla tensione di qualche istante prima.

Dio, com'è bravo.

Li morde, li stuzzica, li lecca, mentre sento la mia erezione chiedere pietà affinché venga liberata. Lui la sente premere contro la sua pancia, ed è per questo che con grazia mi adagia sul letto e, bottone dopo bottone, toglie via anche i miei pantaloni.

Chiudo gli occhi per mandare giù un po' di rigidità con la mia saliva. Giusto pochi secondi prima di sentire la sua mano scivolare dentro i miei slip.

«Ti voglio.» Mugugno mentre con i suoi movimenti certi continua a fare su e giù con la mano.

Mi bacia sulle labbra, per poi concentrasi sulla mascella, il mento e il collo. Si avvicina al mio orecchio. «Non ancora.» Sussurra.

Alzo leggermente lo sguardo in preda alle ondate di calore che pervadono il mio corpo. Con un gesto della mano lo osservo sfilarsi i boxer. Wow.

«Voglio assaggiare ogni singola parte di te stanotte.» Continua.

Si posizione sopra di me, tenendo il peso del suo corpo con le mani sul letto. Lentamente, struscia la sua erezione contro il mio sedere, ancora coperto dagli slip, e io sento di morire ogni volta che incalza il colpo.

«Ti voglio adesso, Éric.» Lo supplico. Ed è proprio vero: lo voglio adesso. Voglio sentirlo dentro di me. Voglio che i nostri corpi si fondano.

Porta di nuovo una mano dentro gli slip, ma questa volta si dirige verso il luogo che dovrà accoglierlo. Sento infilare un dito, poi due, per prepararmi al momento. Prima di darmi la sua interezza, però, strappa letteralmente l'intimo dalla mia pelle e con un movimento delle labbra porta la mia erezione dentro la sua bocca.

Su e giù, continuamente. Ma ciò non fa altro che aumentare la mia voglia di lui.

Si stacca dalla mia eccitazione e si posiziona nuovamente sopra di me. Con un gesto della mano apre il comodino vicino al letto e tira fuori un preservativo che apre con i denti. La sua bocca è socchiusa mentre, con delicatezza, lo sistema sulla sua erezione, per poi ritornare nella stessa posizione di qualche istante prima.

«Sei sicuro?» Mi domanda premuroso. I suoi occhi sono lucidi e i miei non sono da meno. È così bello sentire il suo corpo vicino.

Annuisco, per poi stringere gli occhi mentre lo sento entrare dentro di me e prendere ogni singola parte del mio corpo. Ed è una sensazione magnifica, quasi paradisiaca. Sentire il suo corpo che spinge sempre più verso di me e il mio che cerca di aiutarlo mentre ci muoviamo all'unisono è una sensazione che non avevo mai percepito prima. E lui ci è riuscito. È riuscito a farmi capire cos'è l'amore. L'amore quello vero, quello che non ha bisogno di sesso per sentirsi completo, ma di due corpi perfettamente in sintonia.

Lui è premuroso, attento, vigile. Osserva ogni singolo movimento del mio corpo, mi scosta le ciocche di capelli dal viso per guardare i miei occhi e accarezzare le mie guance.

Inarca la schiena e prende la mia erezione con la mano, mentre incalza i colpi dentro di me fino a farmi raggiungere l'orgasmo. Movimenti più lenti mentre il mio corpo viene pervaso da ondate di piacere al basso ventre e tremolii inaspettati alle gambe. Stringo le lenzuola nei pugni lasciandomi andare a un urlo leggero.

Nel momento in cui riapro gli occhi, Éric è ancora sopra di me. Mi guarda con un sorriso che conosco molto bene. Osservo il suo corpo ancora nudo, per poi abbassare lo sguardo e notare la sua erezione ancora intatta.

Non è venuto anche lui?

Con le braccia avvolgo i suoi fianchi e lo faccio distendere. Salgo su di lui e lentamente lo faccio entrare di nuovo dentro di me. Adesso sono io a prendere il timone.

Con dei movimenti sinuosi del bacino mi muovo sopra di lui, mentre sento che anche Éric, a sua volta, si aiuta a entrare del tutto.

E nel momento in cui vedo i suoi occhi chiudersi, la sua bocca ansimare e il suo corpo irrigidirsi, capisco che ha raggiunto anche lui l'orgasmo. Ed è così bello stare sopra di lui mentre con un gesto delle dita gli accarezzo il petto aspettando che finisca di godersi il tutto.

Questa Sera Basto a Me StessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora