Capitolo 7

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In questi giorni di convivenza Andrew si è dimostrato un perfetto coinquilino. Nessun paio di mutande sparso per casa, nessun piatto sporco ancora da lavare e, soprattutto, la tavoletta del wc sempre abbassata.
Siamo intrappolati in una routine dalla quale non riusciamo ad evadere. La mattina, Andrew si alza alle sei in punto. Dopo una doccia di almeno diciassette minuti cronometrati e la scaletta personalizzata di una compilation dei più grandi successi di Beyoncé, prepara la colazione e mi sveglia con una buona tazza di caffellatte a letto, accompagnato da due fette biscottate con la marmellata di albicocche. Poi tocca a me prepararmi per affrontare gli ultimi giorni di università. Fortunatamente lavoro solamente dal venerdì alla domenica per poter frequentare le lezioni senza nessun problema.

Durante il mio rituale mattutino sento la sua voce rimbombare per tutta casa nel tentativo di accelerare i miei ritmi ed evitare di perdere il bus per l'ennesima volta.
Dopo qualche minuto di ramanzina a causa del mio ritardo, affrontiamo le nostre otto ore giornaliere di lezione per poi abbandonarci al relax più sfrenato con pizza e Netflix da sottofondo fino a tarda sera.

Abbiamo stabilito un rapporto del tutto amichevole, non c'è nessun tipo di input romantico tra di noi. Affrontare il discorso varie volte è stato utile per entrambi; siamo consapevoli del fatto che essere più che amici sarebbe un casino, visti soprattutto i nostri precedenti. Siamo solamente due buoni amici che hanno deciso di dividere le spese del nostro appartamento.

Ultimamente ho evitato di lasciare che la mia mente vaghi tra pensieri nocivi per la mia salute; ho preferito concentrarmi su me stesso, sui miei studi e sul prossimo viaggio a Parigi.
Ho cercato di parlare con Andrew e fargli cambiare idea sulla sua decisione. Desideravo così tanto questa meta da essermi nascosto nel mio egoismo e aver trascurato le necessità degli altri. Gli ho detto più volte che non avrei provato rancore se lui avesse deciso di partire, ma non c'è stato verso; ha continuato a dirmi di pensare a me stesso, di alleggerire la mia mente e cambiare aria. Ha detto che mi farà bene.

Sono entusiasta, è normale; ma non sminuisce il fatto di sentirmi in colpa. Nonostante ciò ho voluto credergli. Ho deciso di voltare pagina e pensare solamente alle carte da firmare per completare l'iscrizione ai corsi della Sorbonne e per l'affiancamento del professore che seguirà la mia tesi di laurea. Ho deciso di credere al fatto che lui l'abbia fatto per me, perché vuole vedermi felice.
Forse anche lui si sente in colpa per quello che è successo tra di noi; ma fortunatamente esiste il perdono, perché senza di quello saremmo carne da macello. Perdonare una persona non è sinonimo di debolezza, ma di umanità. Il risentimento è inutile, così come il desiderio di vendetta. Portano all'autodistruzione.

Per lo stesso motivo ho evitato di pensare a ciò che è successo tra me e Antonio. Non ho sue notizie da quando si è comportato in quel modo, da quando ha perso il senno. Le uniche novità pervenute riguardano la sua partenza per Barcellona una settimana dopo la nostra discussione ma, in teoria, dovrebbe già essere rientrato in Trentino. La settimana scorsa ho visto Ernesto riprendere a pieno ritmo il suo lavoro, ma di Antonio nessuna traccia; probabilmente avrà chiesto qualche giorno di ferie per riprendersi dal viaggio. Forse sta cercando di evitarmi e non lo biasimo.
Ho ovviato a questa difficoltà perché non avevo idea di come poterlo affrontare, cosa potergli dire, come dovermi comportare.
In ogni modo se Antonio avesse cercato di avere un confronto, avrei anche potuto trovare un modo per ristabilire un rapporto amichevole con lui. Ciò non è avvenuto e penso che non avverrà mai.

L'aria qui in Trentino è completamente diversa. La stagione dei mercatini di Natale è stata inaugurata da qualche settimana. Orde di turisti hanno invaso gli hotel, i parcheggi e le strade di tutta la regione. Non si riesce nemmeno a fare una passeggiata tranquilla in centro senza ritrovarsi circondati da gente che sorseggia boccali di birra e tazze fumanti di vin brûlé.
Nonostante l'affollamento adoro l'atmosfera natalizia, ma soprattutto l'odore degli strauben e dei brezel appena sfornati. Adoro la prima neve della stagione e i vicoli della città candidi e puliti. Tutto sembra essere più bianco e sereno.

Questa Sera Basto a Me StessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora