Capitolo 35

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«La storia di un ragazzo orfano portoghese che fino ai diciott'anni resta intrappolato in un centro educativo dove subisce i peggiori soprusi, per poi trasferirsi all'estero e decidere di prostituirsi per pagare gli studi e i mezzi necessari per arrivare a Hollywood e sfondare nel mondo del cinema. Qui, però, si ritrova a vivere in un circolo vizioso dettato dal lusso sfrenato, piccole rapine sotto minacce, un boss che non gli permette più di abbandonare questo stile di vita e un finto agente che lo trae in inganno e gli ruba tutto ciò che aveva messo da parte fino ad allora per cercare di firmare un contratto. Ma è geniale!»

La voce di Kevin è più acuta del solito. A stento riesco a tenere il cellulare sollevato verso l'orecchio. Guardo la sveglia posta sul comodino vicino al letto: sono le cinque del mattino.

«Hai idea di che ore sono?» Domando con voce ancora impastata.

«Ieri sera ho cominciato a leggere il tuo romanzo e non sono più riuscito a fermarmi. Il modo in cui il protagonista riesce comunque a non arrendersi è strabiliante. A volte, si limita così tanto a voler esternare i suoi sentimenti da sembrare quasi di ghiaccio. Non sente la necessità di omologarsi al mondo criminale in cui è costretto a vivere e ciò lo rende ancora più unico e raro. Nonostante le cattiverie che ha subito, non porta rancore né desiderio di vendetta.» Continua sorvolando sulla mia domanda.

Arreso e con poche probabilità che io possa riprendere sonno, decido di proseguire con la conversazione. «È proprio questo che lo rende anticonvenzionale e quasi inumano. È un criminale senza malizia. Ciò che fa è costretto a farlo per camparsi e per sentirsi realizzato, o addirittura per mezzo di qualche boss mafioso che lo induce a mettersi nei guai.» Spiego cercando di racimolare parole che abbiano senso compiuto, nonostante l'orario e la mia poca reattività. Porto la schiena contro i cuscini posti sulla testiera del letto, incrocio le gambe e accendo la piccola lampada che c'è sul comodino, mentre Kevin continua a elencarmi quelli che, per lui, sono i punti forti del romanzo.

«...Quel passaggio in cui scappa dalla polizia che cerca di interrogarlo per risalire al boss del giro di prostituzione e viene aiutato da un ragazzo, che poi si scoprirà essere un poliziotto sotto copertura che dovrà spedirlo in carcere, era talmente pieno di dinamicità ed enfasi da aver letto tutto d'un fiato. E poi il colpo di scena! Il poliziotto in borghese si scopre innamorato del ricercato e, a causa dei suoi sentimenti per il protagonista, manda all'aria il piano e scappano insieme a New York per vivere la loro storia d'amore. Non riuscivo a fermarmi!» Ammette sincero.

«Ti è piaciuto veramente?» Chiedo esitante. Non pensavo che sarei riuscito a coinvolgere così tanto qualcuno con la mia scrittura. Soprattutto con il mio primo romanzo. E soprattutto non qualcuno della Cosmopolitan Publishing House.

«Stai scherzando? È una delle proposte più autentiche che abbia letto negli ultimi mesi. Ormai sembra vadano di moda solamente romanzi da spiaggia. E quella roba non fa, di certo, per me. Non vedo l'ora di leggere la fine. Hai già pensato a qualcosa?»

«Avrei qualcosa in mente, ma ho paura di chiudere la storia sconfinando nel banale. È come se non mi sentissi ancora pronto a scrivere una conclusione, come se il protagonista stesso non sapesse ancora cosa fare. Da un lato c'è un lieto fine; dall'altro un finale pieno di suspense. Ma come faccio a capire qual è quello adatto?» Chiedo angosciato passando una mano tra i capelli.

«Dobbiamo approfondire di più questa questione. Appuntati qualsiasi idea ti venga in mente e incontriamoci la prossima settimana nel mio ufficio. C'è qualcosa da aggiustare e migliorare a livello della sintassi, ma penso ne possa uscire un romanzo davvero ben fatto. Ottimo lavoro per un novellino, Mike.» Il suo tono, però, non è sarcastico come è solito fare, piuttosto di ammirazione e questo non può che sbalordirmi. Kevin si è appena complimentato con me e detto da lui, un professionista del campo che avrà letto migliaia di libri per il suo lavoro, significa tantissimo.

«Grazie per aver dedicato un po' del tuo tempo al mio romanzo.» Confesso quasi imbarazzato.

«Non ci fare l'abitudine.» Sogghigna.

«Buonanotte, Kevin.»

«Buongiorno, Mike.»

Questa Sera Basto a Me StessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora