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Ad un certo punto, le sirene cessarono e tutti smisero di correre.
La polizia non li aveva notati, per loro grande fortuna.
Se solo li avessero beccati, sarebbe stata la fine dei giochi.

E alla loro gang non serviva questo, dovevano vincerlo il gioco.

Gli amici erano ancora in giro, cercando di prendersi ciò che loro facevano fatica a creare.

I giri dei MadeinBlack erano troppo estesi, non potevano essere fermati, o Seol, Daegu e province cadevano a pezzi e nessuno veniva più fornito.

Si radunarono tutti in un angolo, buio, senza lampioni e comunque sotto la pioggia.

Delle gocce battevano su un freddo metallo, producendo un ticchettio di sottofondo.

Erano abituati a tutto questo, ormai.

《Namjoon. Datele a lui》

Fece una voce in mezzo alla mischia, irriconoscibile. Era tutto troppo buio per sapere chi stesse parlando.

Il leader rimase con le mani in tasca, aspettando di capire a cosa si riferissero.

《Le bustine. Datele a lui. Il barista saprà dove nasconderle.》

Namjoon aveva sentito bene? Volevano darle a Jin? Non lo avrebbe mai permesso.

Il suo cuore ricominciò a galoppare quando lo nominarono. Era suo, cazzo.

《Che cosa? Vaffanculo, io in mezzo non ce lo metto. È troppo innocente e debole...》

Mormorò, con i dentri stretti e i pugni serrati.
Rimasero tutti zitti per qualche istante.
Blackpillow non aveva mai detto questo per qualcuno.
Il suo motto era:

"Business, trade and affairs. Don't care about other people that you kill in your life. Business."

《Namjoon. O così, o niente. Non posso tenerle io, non può tenerle rick. Jack è in carcere e il deposito è sorvegliato.》

Solo in quel momento Nam capì la gravità della situazione.
Prese la bustina con un aria fredda e un animo implacabile.
Si stava facendo male, ma si sarebbe fatto perdonare, ne era sicuro.
Non disse più niente.
Non aveva scelta.

☆■☆

Il ragazzo non smetteva di pensare alla chiamata.
Non sapeva perché, ma Namjoon lo aveva chiamato a quell'ora di sera, era già molto stanco, così decise di guardarsi dei cartoni ed andare a dormire.

Chiamò il suo cagnolino, Lucky, a letto e lo strinse forte al suo petto mentre esso si concentrò a leccarlo su tutto il suo delicato visino, mentre ridacchiava.

Erano due anime distinte, l'una bianca, l'altra nera.
Si erano desiderate per così tanto tempo, che adesso necessitavano un contatto umano.

•ʙʟᴀᴄᴋ ᴘɪʟʟᴏᴡ• ɴᴀᴍᴊɪɴ #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora