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Alla risposta affermativa Jin stirò un dolcissimo sorriso.
Era contento che potesse sentire Namjoon ogni giorno.

Per Namjoon fu uno strazio, ma dovette staccarsi dal suo piccolo.
Doveva andare via, e anche in fretta.

Aveva bisogno di un telefono non rintracciabile al più presto, dopo che il proprio era andato distrutto.
Doveva avvisare i suoi inferiori della presenza di un Serpent nel locale.

Accarezzò le guanciotte calde di Jin e gli schiocchò un ultimo bacio sulle labbra.

《Ci sentiamo, va bene?》

Jin annuì, dopo aver riaperto gli occhi quando le labbra si allontanarono le une dalle altre.
Si scambiarono uno sguardo, e Namjoon gli tramutò per un secondo tutte le sue emozioni.

《Ciao ciao》

Salutò Jin, mentre Namjoon si accingeva a risultare invisibile, silenziosamente, percorrendo il corridoio che portava fuori dal retro.

Jin tornò al lavoro, al bancone, sotto lo sguardo fisso del Serpent davanti a sé.
Era ancora lì, e ora aveva un ghigno.

Come si aspettava. Namjoon non c'era più, e Jin era solo. Sicuramente gli aveva lasciato la merce e poi se l'era svignata.

Aveva poggiato il gomito sul bancone, mentre sorseggiava la sua bevanda.
Era come se aspettasse un avvenimento e ora lo avesse in pugno.

Prese il telefono dalla tasca e lo avvicinò all'orecchio, mormorando:

《Cel'abbiamo.》

Terminò la chiamata e, dopo aver fatto un occhiolino fugace a Jin, uscì dal locale, fiero e soddisfatto.

Ques'ultimo era spaventato, perché ora sapeva che aveva qualcosa che voleva anche qualc'unaltro.
Avrebbe difeso le caramelle comunque ad ogni costo, perché glielo aveva chiesto Namjoon.

Continuò il suo lavoro, ignaro di quel che gli sarebbe successo.

Namjoon uscì da quel locale con un vuoto infernale.
Aveva lasciato quelle fottute bustine piene di veleno e droga al suo piccolo.
Ora era in pericolo.

Stava correndo, ma per fortuna il cielo era limpido.
Limpido, diverso dal destino che li stava affliggendo.

Aveva appuntamento con il suo gruppo all'ingresso dell'autostrada.

Li vide da lontano, ma non smise egualmente di correre, finché non li raggiunse.

I ragazzi erano calmi, nonostante la situazione.
Ancora non sapevano di ciò che aveva visto Namjoon al locale.

《Ragazzi...》

Ansimò Namjoon, con il fiatone a causa della lunga corsa.
Teneva le mani sui ginocchi, leggermente piegato.

I suoi uomini erano in completo ascolto.
Sapevano che forse non era andato tutto liscio.

《Che succede? Le bustine?》

Chiese, uno di loro, che aveva entrambe le mani in tasca e uno sguardo gelido come quasi tutti gli altri.

《Depositate.》

Rispose Namjoon, e tutti gli altri uomini riniziarono a respirare, come se fossero sollevati.

《No, cazzo no. Avevo detto che quel posto non era affatto sicuro...》

Cominciò a pensare che avevano proprio sbagliato campo.

《Cosa intendi?》

Si avvicinò l'uomo di prima, che ora aveva un sopracciglio alzato.

Namjoon riprese la sua posizione retta e sospirò.

《Abbiamo un problema... Un amico.》

Tutti gli uomini presenti imprecarono o scalciarono qualche cosa da terra.

《 Ed il tuo telefono?? Potevi avvisarci molto prima.》

Affermò Hyundai, dall'uomo che all'inizio aveva parlato.
Lui e Namjoon erano stretti amici, da tanto tempo.
E per quanto potesse conoscere il capo, non lo aveva mai visto così agitato e impaurito, anche se apparentemente non traspariva, era rigido come sempre.
Ma lui sapeva che aveva un terrore immane.

Namjoon strinse i denti ed i pugni, guardando uno ad uno dritto negli occhi.
Non li aveva chiamati non solo perché non aveva il dispositivo, ma anche perché era occupato col suo micino.

《Non lo ho più! E secondo voi com'è che ieri ero in una fottutissima cabina telefonica?》

Chiese, con ironia e rabbia nella voce tanta quanta era cresciuta l'inquietudine.

《Siamo in pericolo.》

Mormorò l'uomo con la benda sull'occhio, e tutti si girarono lentamente a guardarlo.

Il vuoto di Namjoon non c'era più, perché si era riempito di rabbia e paura.

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•ʙʟᴀᴄᴋ ᴘɪʟʟᴏᴡ• ɴᴀᴍᴊɪɴ #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora