❀
RUBELIA COMPRESE PRIMA DI TUTTI GLI ALTRI COSA STAVA ACCADENDO. In un istante tutto si rimise al suo posto: le maschere, l'invito a "divertirsi", l'eccitamento.
Le porte della Sala Grande si spalancarono con uno schianto e i vetri di diverse finestre esplosero; in un solo istante la stanza fu pervasa da puro terrore. Il panico si diffuse tra i presenti come un virus, attecchendo anche nei cuori più coraggiosi; ci furono urla e un convulso muoversi di corpi che spingevano per farsi largo, per trovare una via di fuga. Tutti reagirono all'istante, d'istinto. Perché tutti sapevano cosa poteva accadere in tempi come quelli. Una fitta colpì Rubelia in pieno petto: lei sapeva che sarebbe accaduto. Lo aveva capito dalle parole di Lucy e poi anche da quelle di Mulciber, ma aveva deciso di ignorare quella consapevolezza. Era rimasta a guardare, di nuovo.
Gli studenti urlavano e si dimenavano terrorizzati dal semplice sbattere di una porta o dal rompersi di un vetro, ma poi le videro: figure incappucciate, con volti coperti dalle maschere, che si infiltravano tra loro seminando il terrore. Erano in parecchi, troppi per poter essere solo i suoi compagni. Rubelia udì una risata maniacale che conosceva fin troppo bene, era quella di Bellatrix Black, e comprese l'artefice di quella retata: il suo caro fratellino aveva promesso di farsi notare e con quel gesto ci sarebbe riuscito di sicuro.
Sarebbe stato un massacro.
Solo in quel momento l'ultimo pezzo del puzzle andò al suo posto: James li aveva sfidati e loro avevano promesso vendetta... "La rossa è nostra." Aveva detto Mulciber. Rubelia si guardò intorno, completamente dominata dall'angoscia. Sirius e James, seppur lontani, stavano facendo la stessa cosa: aiutavano i compagni a calmarsi o a trovare una via e avanzavano con aria di sfida verso gli aggressori. Rubelia raggiunse James «Dov'è Lily?» chiese.
James la guardò in cagnesco e sibilò «Non è qui. Perché, volevi unirti alla festa?»
Rubelia comprese che non avrebbe ottenuto risposta da una persona che non si fidava di lei, una persona che la credeva complice di quell'attentato e decise d'istinto: avrebbe potuto restare lì, aiutare Sirius e molti dei suoi compagni, sarebbe stato certo più utile, ma in quel caso uno era più importante di molti. Aiutare lei, una persona che non le aveva mostrato altro che gentilezza, era tutto ciò che contava.
«Dove stai andando?» chiese Sirius tenendola per un braccio «Dobbiamo aiutare.»
«Devo andare.» disse lei «Ti fidi di me?»
Sirius non rispose, la guardò per un istante, prima di lasciarla andare.
* * *
MULCIBER AVANZAVA TRA LA FOLLA IN TUMULTO, era facile per lui, tutti si scostavano al suo passaggio, troppo terrorizzati per contrastarlo. E quei pochi che tentavano di respingerlo, pagavano caro il prezzo di quell'affronto. Era furioso: un fuoco di rabbia e vendetta lo guidava, voleva farla pagare a James Potter e rendere ancora più miserabile la posizione di Black, ma non riusciva a trovare la sua preda da nessuna parte. Individuò Severus e lo aggredì.
STAI LEGGENDO
PUREBLOOD [1] | Marauders era ✓
FanfictionRubelia Lestrange e Sirius Black hanno solo una cosa in comune: il sangue puro. In una società dilaniata dalla guerra ciò che conta sono le alleanze, e quale miglior modo per crearne una, di un matrimonio combinato? Lei una fiera serpeverde leale al...