50. Infermeria

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LA PROFESSORESSA MCGRANITT SE NE STAVA IMMOBILE e li fissava uno ad uno come un gatto

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LA PROFESSORESSA MCGRANITT SE NE STAVA IMMOBILE e li fissava uno ad uno come un gatto. Al suo fianco il professor Lumacorno sembrava trattenere il respiro nella speranza di fare meno rumore possibile. Minerva sapeva che non sarebbe stato di aiuto in quella situazione e che l'onere di impartire un po' di disciplina sarebbe ricaduto su di lei.

I gemelli Lestrange, Lucilla Greengrass, Mulciber, e quattro dei suoi migliori studenti erano davanti a lei, dritti come soldatini, in attesa che lei parlasse. Le era già capitato di dover raffreddare alcune di quelle teste calde, ma questo era diverso.

Il signor Black e il signor Potter, solitamente prodighi di assurde spiegazioni, ora se ne stavano in silenzio, gli occhi bassi. Remus Lupin guardava ovunque tranne che in sua direzione e la signorina Evans dondolava nervosamente sui talloni.

«Ciò che è capitato oggi è increscioso. Scatenare un duello in una classe, cosa vi è saltato in mente? Sei vostri compagni hanno riportato ferite alla testa e agli arti e Severus Piton... che razza di incantesimo era quello?»

Nessuno parlò.

«La situazione è molto grave. Il vostro compagno si riprenderà, ma ha rischiato di morire. Devo sapere chi ha lanciato l'incantesimo.»

La professoressa vide lo scambio di sguardi tra gli studenti: James Potter e Rubelia Lestrange si guardarono poi lei guardò suo fratello. L'unico che fece un effettivo movimento fu Mulciber, sembrava voler dire qualcosa, ma si ammutolì sotto lo sguardo di Rabastan Lestrange.

«Vuole dire qualcosa?»

Le labbra di Mulciber sbiancarono per quanto le teneva strette. Scosse il capo.

«Questa omertà non vi aiuterà.» affermo aspra. «Se il nome non verrà fuori immediatamente pagherete tutti.»

La professoressa sperava che la rivalità tra Serpeverde e Grofondoro tornasse utile per una volta, invece gli studenti rimasero chiusi in un silenzioso cameratismo.

«Molto bene.» disse. «Siete in punizione fino a nuovo ordine, ma non finisce qui. Ascolteremo anche i vostri compagni in infermeria, la verità salterà fuori in un modo o nell'altro e a quel punto il colpevole si pentirà di non aver parlato prima.» passò al setaccio i volti di quegli otto ragazzi e non fu sorpresa di non trovare alcuna traccia di cedimento. Minerva non era convinta che si rendessero conto di quanto fosse grave ciò che era appena accaduto. Con una certa amarezza dovette ammettere che la guerra era riuscita a penetrare le mura del castello alla fine.

«Possiamo darci almeno una ripulita?» chiese Lucilla. «Alcuni di noi sono feriti e siamo tutti piuttosto sporchi.»

«Certamente. Dopo la punizione.» rispose asciutta. «Nessuno di voi mi sembra messo tanto male, comunque. Signor Gazza divida gli studenti in coppie e gli assegni i compiti che ritiene più opportuno.»

PUREBLOOD  [1] | Marauders era ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora