41. Di nuovo al posto giusto

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SIRIUS SE NE STAVA STESO SUL DIVANO, una mano dietro la nuca, l'altra giocherellava con i ciondoli della sua collana: un lupo, un cane, un topo e un cervo

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SIRIUS SE NE STAVA STESO SUL DIVANO, una mano dietro la nuca, l'altra giocherellava con i ciondoli della sua collana: un lupo, un cane, un topo e un cervo. I suoi occhi erano aperti e guardavano il soffitto. La stanza di James era ancora avvolta nella semioscurità e lui russava beatamente nel suo letto.

Sirius gli lanciò un'occhiata. Quella precedente era stata una serata di chiarimenti, James si era dichiarato disposto a mettere una pietra sul passato e Sirius aveva fatto marcia indietro in merito ai dubbi sulle Arti Oscure. Aveva confessato di non essere responsabile dell'attacco a Peter e gli aveva riferito le parole di Avery.

«È successo.» gli aveva detto ad un tratto «Sono dei Mangiamorte ora.»

Il volto di James si era fatto più ombroso, ma non un commento era uscito dalle sue labbra. «Vuoi qualcosa da bere?» gli aveva chiesto.

Il resto della serata lo aveva passato ad aggiornarlo sulle novità: gli raccontò della discussione avuta con Robert Thomas, uno dei battitori di Grifondoro, della strillettera ricevuta da Peter, della nuova ragazza di Remus e di Lily, naturalmente. Sirius si guardò bene dal dirgli che molte di quelle cose le sapeva già grazie a Remus, che si era premurato farlo sentire sempre parte del gruppo.

James gli disse che in sua assenza i Malandrini avevano smesso di fare scherzi in giro e che in proposito ci sarebbe stato da recuperare e lo aggiornò sulle notti di luna piena che aveva perso. Solo in quel momento Sirius aveva realizzato quanto gli fossero mancati i suoi amici e a cosa aveva rinunciato. Come aveva potuto lasciare che accadesse? Non aveva una risposta, ma si ripromise che non sarebbe accaduto mai più.

Affondò una mano nella tasca della felpa e la punta delle dita toccò la superficie gelida e liscia della biglia che Rubelia gli aveva regalato, quel talismano simbolo della luce che aveva visto in lei. La tenne tra le dita solo per qualche istante, prima di ricacciare indietro la mano. Non aveva nessuna intenzione di pensare a lei.

Si mise a sedere, l'alba non era ancora sorta, ma lui aveva bisogno di un caffè. Non c'era alcuna possibilità che tornasse a dormire. Scese in cucina così come si era alzato: scalzo, capelli in disordine, felpa sgraffignata ad un concerto e pantaloni del pigiama di James. Il suo look era il risultato di una valigia fatta a metà.

La casa era immersa nel buio, ma Sirius si muoveva sicuro senza bisogno di accendere la luce, conosceva quegli spazi come le sue tasche. Udì un rumore e la mano scattò rapida verso la bacchetta. C'era qualcuno in cucina.

Sirius entrò cauto, pronto a difendersi.

Una figura si trovava piegata su un cassetto, gli dava le spalle, non sembrava averlo udito.

Sirius non era certo di cosa fosse meglio fare, ma la riflessione non era certo una delle sue qualità migliori.

«Non ti muovere.» intimò, puntando la bacchetta verso l'intruso.

PUREBLOOD  [1] | Marauders era ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora