Capitolo 3

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Col
Sono passati due mesi da quel giorno e diciamo che le cose non ne che siano cambiate molto. L'unica cosa cambiata forse e come passo le serate ogni giorno, per altro tutto uguale.
Credo che il mio capo, si sia accorto che ci sia qualcosa che non va, ma per fortuna non mi ha mai chiesto niente. Non ho voglia di versare i miei problemi su altre persone.
Sono nel letto che mi rigiro di continuo, sono sveglio da... No ma che dico non ho chiuso occhio sono un fascio di nervi e dopo tanto tempo anche se sono le cinque del mattino mi alzo, metto una tutta e mi dirigo alla palestra della casa, che il mio capo gentilmente mi lascia usare da quel giorno in cucina. Forse si è reso conto che avevo bisogno di sfogarmi.
Entro e mi dirigo direttamente al sacco da box e senza mettere i guanti inizio a tirare pugni di seguito, uno dopo latro.
Tirare pugni è l'unica cosa che mi rilassa, eppure oggi non funziona; sono davvero preoccupato per stasera.
Dopo una serie di calci e pugni sento una mano che si poggia sulla mia spalla. E io preso alla sprovvista, mi giro scagliando un pugno, per poi sussultare quando mi rendo conto che è solo Kaleb che per fortuna riesce a scansare il mio pugno.
<<Mi scusi Signore, mi ha preso alla sprovvista ero concentrato!>> affermo scusandomi colpevole.
<<Non importa, avrei fatto la stessa cosa se qualcuno mi piombasse alle spalle e mi starei allenando.>> mi rassicura <<ti ho chiamato più volte da quando sono entrato e non mi hai sentito era l'unico modo.>> mi spiega.
A quanto pare ero così concentrato che non ho sentito ne la porta aprirsi ne lui che mi chiamava.
<<Mi scusi ancora Signore.>>
<<Che ci fai sveglio a quest'ora? E in palestra poi!>> chiede curioso.
<<Non riuscivo a prendere sonno e volevo sfogare un po i nervi non volevo svegliarla o recarle disturbo.>> dico sentendomi in colpa.
Devo aver tirato cosi forte da fare tanto rumore e farlo sentire dalla sua camera.
<<Non sei stato tu a svegliarmi. Stavo andando in cucina per bere e ho visto la luce accesa. È successo qualcosa?>> chiede lui preoccupato.
<<No Signore è tutto okay. Potrei chiederle che ore sono?>>
<<Sono le sette.>>
Cazzo sono qui dentro da due ore, non me ne sono accorto.
<<La colazione cazzo.>> sussurro tra me << Se mi da cinque minuti per una doccia, scendo subito per farle la colazione.>> e lui annuisce.
Dio nonostante due ore di calci e pugni il mio nervosismo è ancora qui, anzi forse è aumentato.
Dopo una veloce doccia corro giù veloce e inizio a fare il caffè e a servirli un pezzo di crostata a limone fatta ieri.
<<Tu non fai colazione?>> chiede.
<<No Signore non ho fame.>> e mentre lo dico mi cade il coltello che stavo lavando a terra.
<<Cazzo!>> sussurro.
<<Sicuro che vada tutto bene?>> chiede di nuovo con un sopracciglio alzato.
<<Si certo.>> rispondo.
No cazzo non è tutto a posto. Sbuffo silenziosamente.
Dopo questo si alza e si va a cambiare per andare a lavoro. Per fortuna oggi è sabato e Lan non va all'asilo.
Io e Lan passiamo tutto il giorno tra giocare e disegnare e alle nove Kaleb, rientra a casa. E questo mi fa capire che arrivato il momento di andarsi a preparare e andare.
Se vi state chiedendo perché io sia così nervoso ve lo spiego.
Da un po di tempo, ho iniziato a fare incontri clandestini. All'inizio li andavo solo a vedere, ma poi avendo bisogno di soldi, perché nonostante lavori da Kaleb i soldi per curare mia madre e mantenere i miei fratellini non bastano. E in più se non pago anche la casa, mia madre e i miei fratelli rischiano di non averne più una e allora eccomi qui.
Di solito si sono un po nervoso, ma mai come oggi. E lo sono perché oggi sfido uno che non è mai stato battuto e so che me la vedrò brutta, ma devo vincere per forza. Oggi scommettono un sacco di soldi.
Arrivato al posto dell'incontro vado subito nel camerino improvvisato, per appoggiare le miei cose e poi mi dirigo sul ring.
Dopo tanti pugni ricevuti e dati finalmente lo metto a tappeto. Ho dolore dappertutto e sono sicuro che domani sarò pieno di lividi ma ne valse la pena. Adesso il nuovo campione sono io.
Torno a casa e per fortuna la trovo silenziosa, cosa che mi suggerisce che siano tutti a letto. Dopo tutto solo le tre e mezza del mattino.
Entro in cucina e mi dirigo al frigo. Dopo una giornata a di giugno, con lo stomaco chiuso ecco finalmente la mia pancia brontola. Per cena avevo preparato pollo con patate, che per fortuna era avanzato. Così senza riscaldarlo lo prendo mi siedo e mangio. Dio non posso appoggiarmi alla sedia mi fa male tutto. Sbuffo finendo il pollo, lavo il piatto e vado a farmi una doccia per raffreddare i muscoli e vedere se i dolori almeno passano un po.
Fatto la doccia mi metto sul letto, imprecando per il dolore. So che dovrei metterci qualcosa ma non riuscirei a fare da solo e non posso chiedere a nessuno.
Nessuno sa che faccio questi incontri, neanche i miei migliori amici Penny e Paul che poi alla fine sono fratelli e lo sono anche per me anche se non di sangue.
Il mattino dopo, senza aver dormito di nuovo per colpa dei dolori questa volta, mi alzo piano dal letto e vado in bagno per fare un'altra doccia fredda per togliere un po il dolore. Mi spoglio e poi mi fisso allo specchio intero, che si trova in bagno. E osservandomi, come immaginavo sono cosparso di lividi ovunque, anche sulle gambe.
Così dopo la doccia, vado in camere e anche se fa caldo mi infilo una tutta a maniche lunghe e pantaloni lunghi. Per fortuna è una tutta estiva e la felpa è a giacca.

~Ross~

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