Capitolo 16

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Kaleb
È lui questa volta a tuffa su di me e baciarmi, con forza, con rabbia e dolcezza allo stesso tempo.
<<Torna a casa.>> dico tra il bacio.
<<No!>> mi risponde staccandosi e guardandomi negli occhi.
<<Perché?>> chiedo con affanno.
<<Perché sono stufo di farmi comandare da te!>> afferma <<È la mia vita e sono libero di scegliere di fare quello che voglio!>> dice sicuro di se e io spalanco gli occhi.
Mi rituffo su di lui per ribaciarlo e questa volta a quelle emozioni si unisce la passione.
Lui con una spinta mi sbatte contro il muro e approfondisce il bacio, che si fa sempre più selvaggio. Poi si stacca un attimo e chiede <<Perché mi stai baciando? Non cambierò idea non mi farò corrompere da dello stupido sesso. Perché se continuamo  così è quello che succederà. Faremmo di nuovo sesso. Vuoi questo?>> mi domanda guardandomi attentamente e mi porta una sua gamba ad allargare le mie gambe per poi far sfiorare le due erezioni ormai formate. Io annuisco e appoggio la mano dietro al suo collo per tirarla verso di me.
Inizia a togliermi la giacca e la fa cadere a terra, mi sbottona la camicia continuando a non staccarsi dal mio bacio. Io stacco le mani dal suo collo e le porto sul suo petto, spostando laccapattoglio, toccandolo da per tutto. Quando lui inizia a baciarmi il collo e scendendo giù con le mani per toccarmi, fino ad arrivare ai miei pantaloni. Slaccia la cinta, i bottoni e la zip e poi con un colpo solo fa cadere a terra pantaloni e boxer in contemporanea a me che slaccio la cintura del laccapattoglio e lo faccio casere a terra.
Entrambi nudi riprendiamo a baciarci profondamente. Dopo qualche minuto lui prende una mia gamba e se la porta alla vita, suggerendomi senza parole di attaccarmi a lui e così faccio.
Continuandoci a baciare iniziamo a strusciarci   inguine contro inguine, facendo diventare i nostri peni sempre più duri e facendoci scappare dei gemiti di goduria. Ci spostiamo dal muro per poter entrare nella doccia, dove questa volta, sono io con le spalle al muro.
<<Ti prego Col.>> gemo e supplico.
<<Non ancora..>> dice ansimando.
Porta la sua mano giù tra di noi e prende il mio pene in mano facendo su e giù, stuzzicando ogni tanto il grande ormai diventato duro e pulsante.
Io ansimo sempre più forte e sento di irrigidirmi al basso vette, segno che sto per venire. Ma lui si ferma di colpo, mollando il mio pene dolorante, facendomi fare un verso di disapprovazione.
Si gira e prende un bagnoschiuma , se ne versa un po sulle mani che poi porta alla sua erezione spalandolo bene.
<<Farà male all’inizio…>> mi spiega <<Diciamo che la prima volta ti ho allargato un po, ma farà sempre male fin quando non ti abitui.>> mi spiega lui.
Mi bacia il collo per poi scende con la bocca sul mio petto per poi arrivare ai capezzoli che uno prende in bocca morde e succhia, e l’altro o prende in mano stuzzicandolo facendomi gemere sempre di più. Con movimenti cauti si inginocchia e porta la mano ancora in saponata alla mia apertura; mi guarda cercando conferma o disdegno nei miei occhi e per fargli capire che non ho cambiato idea mi spingo contro il suo dito che mi fa gemere di dolore. Lui muove il dito dentro e fuori e dopo poco ne fa entrare un altro, dove gemo più forte. Cosi lui ingloba la mia erezione nella sua bocca e fa gli stessi movimento delle dita. Ne aggiunge un terzo, ma questa volta per non farmi pensare al dolore lascia la mia erezione e porta la sua bocca a giocare con le mie palle. Ne prende una e la succhia e così fa con l’altra, e questo mi porta a venire fortemente. Tanto che se non fossi staccato a Col sarei caduto in ginocchio.
Dopo ciò toglie le dita, si alza in piedi mi fa a grappare a lui, mi appoggia al muro e appoggia alla mia apertura il suo pene e gemo di nuovo; prima di farlo entrare riprende tra le sue mani il mio pene e ricomincia a masturbarsi entrando pian piano in me. Quando è dentro tutto si ferma per farmi abituare.
<<Cazzo quanto sei stretto e bagnato.>> dice gemendo.
<<È una cosa brutta?>> chiedo gemendo ma preoccupato.
Non so com’è un rapporto tra uomini, non so se questa cosa è buona o meno.
Inizia a muoversi piano e mi risponde <<Cazzo scherzi?>> risponde gemendo <<È più bello, riesco….riesco a sentirti tutto in torno a me.>> continua gemendo e ansimando.
A questa risposta mi tuffo a baciarlo, mentre continua a spingere <<Più forte Col.>> chiedo supplicando.
<<Ne sei sicuro?>> chiede e io annuisco ansimando sempre più forte per il suo aumentare del ritmo e quando raggiunge la mia prostata, la inizio a gemere di gusto buttando la testa indietro mentre lui mi bacia il collo. Dopo altri dieci mitici circa entrambi veniamo. Lui dentro di me e io tra i nostri corpi. Ma non smettiamo di baciarci con l’acqua che ci scende tra i capelli.
<<Cazzo che scopata!>> ammette e dentro di me, mi sento appagato.
Ci stacciamo, ci laviamo per bene e poi ci vestiamo dirigendovi in salotto.
Sentiamo aprire la porta ed entra Teo.
<<Spero avete chiarito perché io ho bisogno…>> si interrompe fissandoci e annusando l’aria e noi lo guardiamo stranito <<No non è vero ditemi che non lo avete fatto sul mio letto o sul divano.>> si lamenta fissandoci e noi alziamo un sopracciglio all’unisono <<Si sente odore di sesso ragazzi.>> ci spiega.
<<A quello? No tranquillo abbiamo usato la doccia.>> dice Col facendogli un occhiolino e io un sorrisetto.
<<Dio era meglio il letto potevo buttate le lenzuola.>> dice schifato e io e Col scoppiano a ridere <<Ora mi tocca disinfettarla!>> esclama e noi continuano a ridere con le lacrime a gli occhi.

Col
<<A Teo resto comunque qui!>> affermo guardando Kaleb e lui si rabbuia.
<<Perché?>> domanda stranito <<Di solito il sesso non è riparatore?>> continua dubbioso.
<<Appunto di solito!>> esclamo <<Non nel nostro caso. Ci siamo solo sfigati.>> dico con disinvoltura.
<<Okay.>> dice ancora stranito.
<<Avrò ancora bisogno ti te per soddisfare i miei istinti.>> dico facendogli un occhiolino e Kaleb si volta verso di me alzando un sopracciglio.
<<Siete stati a letto insieme?>> chiede e io alzo le spalle. Non è mai successo e sono sicuro che non scadrà mai, ma questo non deve saperlo per forza rimarrà nel dubbio.
Detto ciò si alza dal divano e se ne va.
Prendo la valigia non ancora disfatta e la porto nella camera dove starò alcuni giorni.
Tornerò a casa, voglio solo vendicarmi un po.
Torniamo a casa, o meglio quella di Kaleb e ci sediamo nel salotto vicini.
Teo entra in camera e si ferma sull'uscio.
<<Non mi hai ancora detto perché avete litigato questa volta.>> mi ricorda.
<<Ma per una sciocchezza. Ho preso una decisione e a lui non va bene. Voleva impedirmi di seguire la mia scelta, tutto qua.
<<Ovvero? Quale sarebbe sarebbe questa sciocchezza che ti vuole impedire?>>
<<Ieri sono stato in un pub, e mentre ero seduto al bancone, mi si è avvicinato un uomo. All'inizio pensavo volesse provarci e invece poi mi ha sorpreso dicendomi che era un manager che era in cerca di ragazzi come me, per un lavoro.>> spiego.
<<Ovvero?>> mi sprona.
<<Fare il modello!>>
Lui mi fissa per un po, e poi scoppia a ridere come non mai.
<<E ci credo che non voglia Col!>> dice mentre continua a ridere.
<<Perché?>> domando stranito non capendo cosa c'è di male.
<<Ma dai è scontato Col. È geloso. È perfettamente papale.>>e continua a ridere.
<<Geloso? E di chi di me? Non credo proprio. E pure se fosse non stiamo insieme, quindi non può avere pretese su quello che posso e non posso fare.
E poi non ho paura a far vedere il mio corpo, che non è niente male vero?>> chiedo prendendogli una mano e portandomela sul petto, facendola andare su e giù sui miei pettorali.
<<Non sono male vero?>> gli chiedo di nuovo e lui annuisce togliendo la mano.
<<Non sarai male, ma non montarti la testa. E ricordati di me quando sarai famoso!>>
<<Come potrei dimenticarmi di te.>> dico portando la mia mano alla sua intimità.
<<E giù le mani non sono Kaleb a me piace ancora la figa!>> esclama dandomi una botta sulla mano, che mi fa scoppiare a ridere seguito da lui.
Teo esce dalla camera e io spogliandomi  e rimanendo in boxer mi ficco nel letto e mi addormento come poggio la testa sul cuscino.

~Ross~

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