Capitolo 9

220 10 1
                                    

Col

È passata una settimana precisa da quella notte, i rapporti con Kaleb si sono freddati di più di prima. Mi rivolge la parola solo per darmi ordini o dirmi qualcosa di Landon e io se posso annuisco soltanto.
Da quel giorno mi sento strano e in più, visto che non mi controlla più come prima ho ripreso a fare gli incontri e ho fatto promettere a Teo di mantenere il segreto e lui per fortuna ha accettato a patto che lui venisse con me e non ho potuto rifiutare. Con lui vengono anche Penny, Paul e Jackson e anche a loro ho fatto promettere di non dire niente.
E infatti ora mi trovo proprio ad un incontro; chiuso ancora nello “spogliatoio” se così si può chiamare questo buco. C’è solo una sedia e un tavolo con una bottiglia d’acqua.
Sono seduto per rilassarmi e concentrarmi un po quando sento bussare la porta, cosa strana visto che non viene mai nessuno.
<<Avanti.>> dico e vedo entrare Teo <<Che ci fai qui?>> chiedo dubbioso. Di solito e tra la folla, mi aveva promesso che non sarebbe mai venuto qui per non far sapere che ci conosciamo.
<<Kaleb.>> dice soltanto e io lo guardo con un sopracciglio alzato facendogli capire di continuare <<E qui!>> dice preoccupato.
<<Gli avete detto qualcosa? Che cazzo ci fa qui?!>> dico incazzandomi e prendendolo per il colletto.
<<Non gli abbiamo detto niente.>> dice spingendomi <<E comunque credo non lo sappia che sei qui. Credo sia venuto solo per vedere un incontro.>> continua spiegando.
<<Cazzo per questo Jackson non è potuto venire!>> esclamo tirando un calcio alla sedia e facendola cadere a terra. Dovevo immaginarlo.
Adesso come faccio. Ma si che cazzo me ne frego io salgo lo stesso, è la mia vita e io non mi faccio comandare se vuole puoi anche licenziarmi.
<<Andiamo mi stanno chiamando!>> esclamo aprendo la porta e lui mi ferma da un polso <<Si incazzerà Col!>> dice preoccupato.
<<Non ho paura di lui.>> dico scrollandomi dalla sua presa.
Salgo sul ring e mi guardo in torno per cercarlo, e quando lo trovo, spalanca gli occhi sorpreso di vedermi la e io con indifferenza e un sorriso strafottente, mi giro e inizio l’incontro.
Il mio avversario è forte, infatti ci vogliono più minuti di quanti me ne aspettavo per sconfiggerlo. Però poi dopo un po di pugni dati eccolo a terra senza fiato.
Loro pensano che siccome per due mesi ho mollato vuol dire che sono diventato debole, ma non hanno capito niente. Scendo dal ring e prendo Teo per una manica e lo trascino nel camerino chiudendo a chiave.
<<Cosa pensi di fare? Lo sai che così aumenti solo di più la sua ira?>> mi chiede impaurito.
<<ME NE SBATTO HAI CAPITO!!>> gli ulo.
<<MA MI DICI CHE CAZZO TI PASSA PER LA TESTA?>> mi urla pure lui.
<<FATTI I CAZZI TUOI TEO!>> gli rispondo urlando ancora.
<<Okay, va bene. Ma smettila di urlare e calmati.>> dice <<Hai bisogno di sfogarti vero?>> chiede guardandomi e io annuisco <<Bene sono qui. Iniziamo.>> continua.
<<Non posso.>> dico girandomi di spalle e stringendo i pugni.
<<Perché non è la prima volta no?>> dice continuando a guardarmi.
<<Questa volta non mi riuscirei a fermare e non voglio farti del male. Ho solo bisogno di un paio di minuti.>> rispondo appoggiando le mani contro il muro e tirando un grande sospiro.
Dopo poco tempo quando mi sto per calmare del tutto, sentiamo dietro la porta sbattere da dei pugni.
<<APRI QUESTA CAZZO DI PORTA COL. O LA BUTTO GIÙ!>> urla incazzato.
<<VAI A CASA. NON APRIRÒ, VATTENE.>> urlo più forte io cercando di farlo spaventare.
Dopo qualche secondo sentiamo un tonfo e io e Teo ci giriamo verso la porta con occhi spalancati vedendola a terra e Kaleb incazzato nero che si dirige verso di me.
<<CREDI CHE URLANDO COSÌ MI SPAVENTI? IO SONO PEGGIO DI TE HAI CAPITO?!>> urla sbattendomi al muro tanto forte da far sentire un tonfo forte.
<<Kaleb sta calmo per favore.>> prova Teo a tranquillizzarlo.
<<TU STA ZITTO. CON TE FACCIAMO I CONTI DOPO.>> gli urla.
Okay fa paura. Non lo avevo mai visto così incazzato.
<<AVEVEVAMO UN PATTO O SBAGLIO?>> mi urla in faccia e io annuisco <<NON HO SENTITO. LO AVEVAMO O NO?>> urla ancora.
<<Si.>> rispondo guardandolo negli occhi con un po di paura.
<<VOLEVI FARTI UCCIDERE?>> urla ancora.
<<No. Me la so cavare. Se hai visto l’incontro avrai visto che ho vinto io.>> provo a tranquillizzarlo, ma credo di aver fatto il contrario e cerca ti tirarmi un pugno ma Teo lo prende per le spalle e lo allontana da me.
<<Kaleb calmati non risolvi niente con la violenza per favore.>> lo dice con calma e vedo che respira per sbollire la rabbia almeno un po. Raccoglie la sedia e si siede.
<<Perché hai ripreso? Teo non ti bastava più?>> chiede con calma questa volta e io scuoto la testa. E lui sbuffo.
<<Vestiti. Andiamo a casa.>> dice <<Teo esci dobbiamo parlare.>> dice facendogli con la testa.
Quando escono sbuffo e mi metto la maglietta. Tolgo i nastri dalle mani e li metto nel borsone, mi passo la mano tra i capelli ed esco raggiungendoli.
<<Teo.>> lo chiamo e lui si gira <<Cosa c’è?>> chiede. Mi avvicino a lui <<Non volevo metterti in mezzo scusa.>> dico sentendo mi in colpa.
<<Tranquillo non preoccuparti. Questo e altro per il mio amico.>> risponde facendomi un occhiolino e Kaleb vedendolo si mette in mezzo fra di noi.
“Che sia geloso? Naaah” e scuoto la testa per mandare via questa cazzata che ho pensato.
Siamo in macchina e Kaleb e con noi; era venuto con amici quindi. C’è un silenzio tombale. Po mi viene in mente Landon e io sperando non sia rimasto con Jackson chiedo.
<<Ma Landon dov’è? Jackson non poteva oggi!>> chiedo dubbioso.
<<E tu come fai a saperlo?!>> chiede stranito.
<<Beh ecco…ci sentiamo.>> dico nervoso grattandomi dietro il collo e distogliendo lo sguardo.
<<Vi sentire? Che vuol dire?>> chiede guardandomi con un sopracciglio alzato.
<<Che vuoi che voglia dire? Forse escono insieme.>> dice Teo e Kaleb si gira subito a guardarlo quasi con rabbia.
Okay avevo raccontato a Teo quello che era successo una settimana fa, anche se avevo promesso che non avrei detto niente a nessuno. Però un giorno mi vide tanto nervoso e mi sfinì così tanto con le domande, che alla fine ho ceduto e ho raccontato. E credo che adesso stia esaminando quello che successo l’altra volta per capire cosa è significato per Kaleb, ma non credo scoprirà qualcosa.
<<E da quando Jackson e gay?>> chiede lui.
<<Bho.>> dice Teo alzando le spalle.
“Che stronzo” penso ridendo fra me.
<<Hai qualcosa contro i gay?>> chiede ancora Teo e Kaleb scuote la testa guardandomi <<Bene.>> esclama.
Arrivati a casa scendiamo dalla macchina e salutiamo Teo e entriamo in casa. Faccio per dirigermi in camera ma le sue parole mi bloccano.
<<Noi dovremmo parlare!>>
<<Di cosa?>> chiedo io.
<< Di quello che è successo una settimana fa e di stasera. E non accetto un no.>> e cosi senza ribattere mi avvio in salito e mi siedo sul divano e lui accanto a me.
<<Allora cosa vuoi dirmi?>> chiedo curioso.
<<Io…io…io ricordo quella notte.>> dice tutto d’un fiato dopo aver balbettato un po e io spalanco gli occhi dalla sorpresa. Allora mi aveva mentito. <<No non ti avevo mentito.>> dice rispondendomi alla domanda non fatta.
<<E allora come fai a ricordatela?>> chiedo innervosito.
<<Qualche giorno fa sono andato con una donna. E mentre lo facevo con lei, in certi momenti rivedevo quello che era successo quella notte. All’inizio ne ero disgustato, ma dopo che sono stato con quella donna, non mi sentivo appagato come mi sentivo quel giorno.>> mi racconta << quello che successo una settimana fa mi è piaciuto.>> mi confessa e senza volerlo sorrido. Speravo tanto che mi dicesse questo, ma so che sta per arrivare un grande “MA”.
<<Ma..>> lo sprono io.
<<Ma questo non vuol dire che mi piacciono i maschi. Quella donna era inesperta. E poi non posso, io ho un figlio, non posso avere una relazione con un uomo. Lui ha bisogno di una madre e non di un altro papà.>> dice guardandomi negli occhi e il mio sorriso mentre sputava quelle parole scemava pian piano.
<<Io credo che tu dovresti andare via.>> continua abbassando la testa.
<<Mi stai licenziando?>> chiedo preoccupato e lui annuisce. E allora io sbottò di rabbia come non avevo mai fatto.
<<E ALLORA CHE CAZZO HAI FATTO A FARE QUELLA SCENATA SE AVEVI GIÀ DECISO DI MANDARMI VIA EH? È LA MIA VITA. MIA!>> esclamo <<E CI FACCIO CIÒ CHE VOGLIO. E VISTO CHE MI HA LICENZIATO, D’ORAIN POI NON POTRAI PIÙ COMANDARMI. HAI CAPITO.>> detto ciò mi alzo vado su in camera e preparo il borsone con le poche cose che avevo portato li.
Chi si credeva di essere. Che andasse a fanculo. Fatto tutto scendo le scale e mi dirigo alla porta, ma mi fermo sentendo una piccola voce.
<<Dove vai Col?>> chiede dolcemente.
Io mi avvicino a lui e gli sorrido.
<<Non lavorerò più qui piccolo.>> dici piano <<Ma questo non vuol dire che non potremmo più vederci. Quando starai con Jackson o con la nuova babysitter ti verro a trovare e ti farò un bel disegno va bene?>> continuo dolcemente per poi abbracciarlo forte sentendolo poi singhiozzare.
<<Ehi campione che fai piangi?>> chiedo col sorriso, ma anche io con occhi lucidi.
<<Mi mancherai.>> mi confessa <<Anche tu nanetto.>> e gli scompiglio i capelli mentre lui mi fa la linguaccia <<Va a letto okay?>> e lui annuisce dandomi un bacio sulla guancia.
Quando lo vedo salire mi rigiro e torno verso la porta sentendomi dire un <<Mi dispiace.>> sussurrato e io uscendo gli dico <<Vaffanculo!>> e mi avviai a casa mia. Avrei dovuto cercarmi un lavoro domani mattina, i soldi degli incontri non bastano.

~Ross~

Insieme nonostante tutto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora