Capitolo 10

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Kaleb

Non volevo davvero mandarlo via, ma da una settimana in questa casa il clima è cambiato e anche Landon ne stava risentendo. E questa è l’unica cosa che ho trovato.
Solo che adesso so che questa cosa lo ha infastidito molto e continuerà a fare quei stupidi incontri, che un giorno lo distruggeranno.
<<Fare quei incontri è pericoloso perché cavolo non lo vuole capire!?>> mi domando.
Sono le tre di notte così decido di andare di sopra a dormire. Dovrò prendermi una settimana di ferie, il tempo di trovare un’altra governante. Perché si non accetterò uomini!

Sto sdraiato sul mio letto. Non ho chiuso occhi, non facevo che girarmi e rigirami. Sto pensando o meglio sto fissando il soffitto quando sento bussare alla porta e poi spalancarsi facendo entrare il mio piccolo.
<<Papà.>> mi dice triste.
<<Che c’è piccolo?!>> gli chiedo sollevandolo da terra e mettendolo su di me.
<<Voglio Col. Voglio i suoi pancake!>> esclama lagnandosi.
<<Beh piccolo mio, oggi dovrai accontentarti dei miei mh?! Non saranno buono come i suoi, ma sono con amore.>> gli rispondo facendogli il solletico <<Su va a cambiarti.>> lo metto giù e gli do una pacca sul culetto e lui si gira e mi fa la pernacchia. <<Ehi come osi. Se ti prendo.>> gli dico ridendo.
Chiamo in ospedale e per fortuna, mi danno una settimana di ferie, ma mi chiameranno se c’è qualche urgenza.
Scendo giù e trovo il mio ometto già seduto a vedere i cartoni. Per fortuna è iniziata l'estate, così possiamo passare una giornata padre e figlio dopo tanto tempo.
Facciamo colazione con i miei pancake. Gli chiedo se sono buoni e annuisce, ma nonostante ciò ha la testa china e non vede neanche i cartoni.
<<Cosa c’è piccolo?>> gli chiedo dolcemente.
<<Voglio Col.>> risponde tirando su con il naso.
Quando ho preso quella decisioni, non ho messo in considerazione questa cosa. Mi passo una mano tra i capelli non sapendo che dire. In realtà anche io sento la sua mancanza. Avvolte la mattina faceva battute per poter far ridere Landon e avvolte faceva ridere anche me, solo che non lo facevo vedere.
<<Piccolo…>> non so davvero cosa dire <<Piccolo finisci la colazione che poi usciamo e andiamo in un posto.>>
<<Andiamo da Col?>> domanda felice.
Okay a quanto pare mio figlio è più attaccata a lui che a me. Eppure è stato qui solo pochi mesi. Ma sicuramente ha passato più tempo con lui in questi mesi che con me in questi quattro anni.
<<No piccolo andiamo al parco giochi ti va?>> chiedo speranzoso e lui anche se non tanto entusiasmo accetta. Speriamo si distragga.

Ormai da quella mattina sono passate due settimane. Ho trovato una nuova governante “femmina” ovviamente.
Prima di lei ne ho provate altre, ma Landon cercava in tutti i modi di mandarle via; avrà pure quattro anni ma è intelligente. Alla fine si è arreso. Un po perché un giorno lo sgridai per bene, e un po perché anche Col lo ha sgridato. Minacciandolo che se avesse continuato, non lo sarebbe più venuto a trovare. E così si è dato una regolata.
Lui come aveva promesso a Landon quando è andato via, lo viene a trovare ogni volta che po. Ma soprattutto quando è sicuro che io non sia in casa.
Una volta ci siamo incrociati. Io entravo e lui usciva; lo fermato per il gomito. Gli ho chiesto come stava, se aveva trovato lavoro, di Andrea ma niente. Lui neanche si è girato. Si è srcollato il gomito dalle mie mani e ha chiuso la porta andando via.
Sapevo che frequentava ancora quel cazzo di posto, ma che soprattutto era entrato in una comitiva che non aveva gente tanto onesta.
Sono in ospedale, il mio turno finirà tra un ora e finalmente potrò andare a casa. Sono nel mio studio a guardare alcune cartelle cliniche di nuovi pazienti, quando sento il mio cellulare suonare. Lo prendo e aggrotto la fronte al nome che appare sullo schermo.
<<Pronto.>> dico stranito.
<<Kaleb abbiamo bisogno di te.>> risponde mio fratello con un po di panico.
<<È successo qualcosa?>> chiedo allarmandomi. Erano giorni che non sentivo mio fratello.
<<No, ma sta per succedere e tu sei l’unico che lo può impedire.>> continua.
<<Cosa succede? Me lo vuoi dire o devo tirati le parole.>> chiedo esasperato.
<<Si tratta di Col.>> ammette tutto un fiato <<Oggi ha un incontro. Ma non è come quelli degli altri giorni. Io e Teo stiamo cercando di fargli cambiare idea, ma e testardo. Non da retta a nessuno e tu sei la nostra ultima speranza.>> continua ancora disperato.
<<Cosa ti fa credere che mi dia retta se non da retta a voi?>> dico ironico con una risatina <<Ti devo ricordare come ci siamo lasciati l’ultima volta che ci siamo visti?>> gli ricordo.
E ovvio che non mi ascolterebbe mai. Nemmeno se gli e lo chiedessi in ginocchio. Non dopo quello che è successo.
<<TEO PIANTALA. HO DECISO COSÌ E BASTA. È LA DECISIONE È MIA E DECIDO IO NON CAMBIERÒ IDEA FICCATELO NELLA TESTA.>> sento urlare d’altra parte del telefono Col.
<<NON PENSI A COSA POTREBBE SUCCEDE? A TUA MADRE, AI TUOI FRATELLINI, A LANDON A NOI A KALEB? EH? A NOI NON CI PENSI A COME POTREMMO STARE MH? QUEL COSO, PERCHÉ SI QUELLO NON È UNA PERSONA E UNA COSA E MOLTO PIÙ ALTO DI TE E PIENO DI MUSCOLI, NESSUNO LO È RIUSCITO A BATTERE FINO AD ORA. COSA TI FA CREDERE CHE TU NE SIA CAPACE?>> gli urla Teo di rimando.
<<MI SONO ALLENATO MOLTO IN QUESTI GIORNI E SONO DIVENTATO PIÙ FORTE. LO HAI NOTATO PURE TU! NON MI SUCCEDERÀ NIENTE. E POI COSA CAZZO CENTRA KALEB? LUI SE NE PUOI ANDARE A FANCULO. A LUI NON FREGA NIENTE DI ME COME A ME NON FREGA DI LUI OKAY?! IO QUESTO INCONTRO LO FARO. CHE VUOI CI SIATE O MENO, LINCONTRO SI FA. CHIUSA LA QUESTIONE.>> dice per poi andarsene e lo intuisco dalla porta che batte forte.
<<Come non detto Jackson.>> dico sbuffando.
<<Io dico che se tu veni, lui ti ascolterà. Ne sono sicuro.>> insiste.
<<E va bene a che ora e l’incontro?>> chiedo esasperato. Tentare non fa male.
<<Alle nove e mezza. Tu quando stacchi?>>
<<Fra un ora. Ovvero alle nove. Solito posto?>> mi da affermativo ci salutiamo e chiudiamo la conversazione.
Avrà pure ventotto anni, ma si comporta come un ragazzino. Ha la testa dura. Sbuffo e mi rimetto a lavoro.
Arrivate le nove mi levo il camice, e esco dal mio ufficio per avviarmi all’incontro per parlare con Col e fargli cambiare idea. Sono quasi all’uscita quando mi sento chiamare da dietro. È un infermiera mi dice che ci è stato un incidente e che c’è bisogno di me. Cazzo questa non ci voleva. Ritorno in studio metto il camice e corro in sala operatoria.
Mentre sto operando, sentiamo un cellulare suonare, cosa alquanto strana visto che nessuno dovrebbe portarlo. Però dopo un po capisco che il mio e mi ero scordato di spegnerlo. Chiedo gentilmente a una infermiera di prendermelo e quando vedo chi è ma soprattutto l’ora vado in panico così chiedo all’infermiera di rispondere e mettere il vivavoce.
<<Dove cazzo sei Kaleb!>> chiede furioso.
<<Jackson ho avuto un contrattempo. Sono in sala operatoria. Ho quasi finito sto arrivando.>> rispondo di fretta.
<<Starai pure arrivando ma lui è già sul ring cazzo!>> esclama prendendosela con se stesso.
<<Aspetta Jackson non chiudere.>> dico <<Jessica controlla che il dottor Robinson è arrivato e se è arrivato fallo preparare per finire questa operazione veloce.>> gli ordino.
<<Jackson faremo smettere quel l’incontro anche a costo di salire sul ring e portandolo via okay.?!>> dico di fretta. Lui risponde con un fervile okay e poi riattacca. Dopo una decina di minuti arriva il dottor Robinson, gli spiego cosa ho fatto e cosa deve fare e corro via da la per cambiarmi e correre all’incontro.
Arrivo nel parcheggio fuori al locale dell’incontro e noto che è già passata mezzora da quando mio fratello mi ha chiamato.
Quando entro non c’è nessuno e la poca gente che c’è, sta andando via. Così fermo una persona e chiedo <<L’incontro è finito?>> e lui con un gran sorriso mi mostra i soldi per farmi capire che si è finito ma anche che lui ha visto alle scommesse.
<<Chi ha vinto?>> chiedo speranzoso.
<<Il ragazzino. Sapevo c’è l’avrebbe fatta.>> dice ghignando.
Corro nello spogliatoio dove andai l’altra volta e sento delle voci.
<<So che lo avete chiamato e voi lo avete visto? Non credo proprio. Lo detto che non gli e ne frega niente e poi fatevi i cazzi vostri per una buona volta.>> dice Col.
Credo si riferisca a me. Provo a entrare e sorprendendomi la porta è aperta e entro.
Quello che mi trovo da vanti e una cosa che mi mette i brividi. Col è pieno di lividi con la faccia un po gonfia  con del sangue gli esce dal taglio della tempia. Quando si accorgono di me si girano tutti e tre. Entrambi mi guardano con rabbia. Chi perché non ho mantenuto una promessa chi perché mi odia.
Mi precipito subito da lui per controllarlo, ma lui con una spinta mi allontana da lui.
<<Non avvicinarti.>> sibila.
<<Fatti controllare ti prego.>> lo supplico.
<<HO DETTO NON AVVICINARTI. NON LO CONOSCI L'INGLESE? NON VOGLIO VEDERTI VATTENE!>> urla con rabbia ma facendo smorfie per il dolore.
Prova ad alzarsi e io mi avvicino di nuovo prendendolo per i fianchi, lui prova a spingermi di nuovo ma questa volta gli e lo impedisco. Prova ancora ancora ancora fino a quando non lo vedo chiudere gli occhi e svenire. Io subito lo prendo a mo di sposa e corro subito alla macchina seguito da i due. Inizio a correre velocemente in ospedale. Quando lo preso in braccio ho notato che aveva del sangue sulla maglietta dalla parte del fianco e che si inzuppava sempre di più.

~Ross~

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