Capitolo 26

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Kaleb

Appena siamo arrivati a casa la nostra felicità, è scomparsa. Dopo aver aperto la porta, sul l’uscio troviamo i miei genitori e Camilla.
<<Finalmente ne hai messo di tempo per tornare, figliolo!>> afferma mio padre.
<<Cosa ci fate qui a casa mia? E soprattutto, che ci fa lei qui?>> domando serio.
Quella donna, sempre se si può definire tale, non deve entrare in casa mia, senza il mio consenso; soprattutto e c’è Landon in casa. Ma che cazzo gli è saltato in mente?
<<Siamo venuti a trovati e a parlare caro!>> afferma questa volte mia madre.
<<E lei cosa centra?>> chiedo innervosito.
<<Sediamoci in salotto e ti spieghiamo tutto!>> afferma ancora <<Da soli!>> continua.
Guardo Col e annuisco con la testa per tranquillizzarlo.

Col

Dopo che Kaleb mi ha tranquillizzato, salgo di sopra per dirigerli in camera. Mi sdraio sul letto e inizio a pensare a quello che è successo oggi toccandomi la pancia. <<Avrò un bambino, non ci posso credere ancora!>> dico tra me e me sorridendo.
Non ricordo quanto tempo sono sdraiato sul letto, ma a un certo pento ricordo che devo recuperare le mie cosa da casa di Teo. Mi alzo e mi dirigo alle scale. Mentre le scendo sento delle urla, e riesco a riconoscere la voce. È Kaleb!
Arrivato giù, mi avvicino alla porta da dove provengono le urla e appoggio l’orecchio.
<<NON POTETE FARMI QUESTO!>> urla <<È LUI CHE AMO NON QUESTA TROIA E POI NIN VOGLIO CRESCERE UN FIGLIO NON MIO, SOPRATTUTTO SE È IL SUO!>> continua urlando, poi apre la porta e si scontra con me che ho gli occhi spalancati.
<<Col!>> sussurra.
<<Che vuol dire?>> chiedo con voce tremante sussurrando pure io.
Poi dalla porta ancora aperta sentiamo dire <<Se non vuoi che il tuo caro amore e la sua famiglia resti in mezzo alla strada e meglio se ubbidisci Kaleb!>> È il padre di Kaleb che parla con tono sicuro e freddo che mi fa rabbrividire.
<<Andiamo in camera!>> dice Kaleb chiudendo la porta, prendendomi per un braccio e avviandosi alle scale per poi salire.
Arrivati in camera, io mi siedo sul letto e lui si appoggia al muro di spalle.
<<Cosa significa quello che ha detto? Perché sono qui con lei?>> chiedo disperato.
<<Mi hanno ricattato Col!>> afferma con disprezzo <<I miei non sapevano niente di noi, fino a quando no gli è lo ha detto quella troia. Si è fatta mettere incinta di nuovo e siccome questa volta, il padre del bambino, non ne vuole sapere a pensato di ritornare a stravolgermi la vita!>> afferma per poi prendere a pugni il muro.
<<Come?>> chiedo fissando il muro bianco. Lui resta zito, non parla e continua d’armi le spalle.
<<GIRATI CAZZO!>> urlo <<COME TI HANNO RICCATATO? COSA DEVI FARE?>> continuo urlando e lui finalmente si gira e mi raggiunge inginocchiandosi a me.
<<Se non ti lascio e mi metto con quella, vi faranno del male.>> spiega triste <<Loro sono molto potenti, hanno un sacco di contatti, posso impedirvi di trovare casa e anche un lavoro e io non posso permetterlo, non adesso.>> continua dicendo appoggiando alla fine la sua mano sulla mia pancia. Poi mi prende tra le sue braccia e mi abbraccia, ma io rimango teso senza fare niente continuando a fissare il muro e piangendo.
Ogni volta che succede qualcosa di bello, dopo poco tempo tutto si spezza e si ritorna al punto di partenza.
<<Io voglio te Col! Capito te non lei!>> afferma staccandosi e guardandomi negli occhi <<Continua a prendere il farmaco Col! Ne uscirò da questa merda e torneremo a stare insieme più forte di prima. Capito amore mio. Amo te e ti voglio al mio fianco.>> continua cercando di rassicurarmi. Io annuisco, poi mi alzo e senza dire niente me ne vado da questa casa prendendo le ultime mie cose e il borsone con le fiale.
Sono per strada quando il mio cellulare si mette a suonare. È Jackson.
<<Jack!>> rispondo.
<<Bro devi aiutarmi  trovare casa ti prego, mi sono rotto di abitare con quei due.>> mi spiega.
<<Va bene, chi sa magari possiamo trovare una casa per noi due!>> affermo sicuro.
<<È successo qualcosa non è vero?>> sbotta ratristendosi.
<<Tu non sai niente?>> chiedo stupito.
<<No. Cosa dovrei sapete?>> chiede stranito.
<<Non ne ho voglia di parlarne ora, soprattutto al cellulare.>> spiego <<Ci vediamo da Teo okay? Così lascio le mie cose e poi andiamo.>> mi da okay e chiude.
Dopo aver lasciato il resto dei miei vestiti da Teo io e Jack ce ne andiamo in giro per la città in cerca di una casa. Quando a un certo punto troviamo una villetta in vendita, ne tanto grande, ne tanto piccola. Prendiamo il numero dal cartellino e chiamiamo. Passano pochi minuti e l'agente immobiliare arriva.
<<Buona sera signori, scusate l’attesa, ma avevo dei clienti in agenzia.>> ci riferisce educatamente.
<<Non si preoccupi, non è passato molto da quando l’abbiamo chiamata.>> risponde allo stesso modo Jack e io annuisco.
<<Bene, meno male! Non mi piace far aspettare i miei clienti.>> confessa sorridendo <<Allora entriamo?>> ci chiede poi e questa volta annuiamo entrambi.
Come ci aspettavamo, la casa non è molto grande, ma abbastanza per contenere due persona.
<<È molto alto il prezzo?>> chiedo mette ci fa vedere ogni stanza.
<<Col non preoccuparti del costo della casa, io posso permettermela!>> afferma sicuro.
<<Tu puoi ma io no Jeck.>> dico dispiaciuto.
<<Senti finiscila, non c’è bisogno che paghi l’affitto. La casa la compro io e tu per ricambiare, visto che sei un mago in cucina e te la cavi nelle pulizie di casa puoi stare tranquillo. Okay Col?>> mi chiede poi e io annuisco sorridendo.
Avvolte ha un carattere di merda, ma quando vuole è una persona dolcissima che si preoccupa per tutto e tutti.

Sono passate due settimane da quando sono andato via da casa di Kaleb e io e Jack ci siamo trasferiti in casa nuova.
Siamo seduti a tavola a mangiare la pizza fatta da me, quando a un certo punto mi sale un contatto di vomito e corro subito in bagno a vomitare.
Quando alzo la testa dal vate, vedo Jeck sulla porta con faccia preoccupata.
<<Stai bene?>> mi chiede avvicinandosi e sedendosi vicino a me, quando mi alzo di scatto e vomito di nuovo. Lui mi passa una mano sulla spalla massaggiandomela piano.
<<No non stai bene.>> si risponde da solo alla domanda.
<<Mi sento una merda!>> confesso risedendomi a terra.
<<Vieni qui!>> afferma prendendomi per le spalle e abbracciandomi <<Sarà l’influenza! Ora ti alzi, ti metti il pigiama e ti metti a letto. Ti faccio una camomilla e stanotte dormo in camera tua.>> dice premuroso.
<<Non c’è bisogno Jack davvero sto meglio puoi…>> mi interrompendomi <<Si fa come dico io!>> afferma con tono duro. Io annuisco e Jack mi aiuta ad alzarmi portandomi in camera. Mi aiuta a spogliarmi, a mettere il pantalone del pigiama, mi fa stendere e mi rimbocca le coperte.
<<Mi ricordi mia madre.>> lo beffeggio ottenendo un occhiataccia e ridacchio.
Nella notte mi alzo molte volte per vomitare e Jack è sempre con me. Io mi sento distrutto non ho forze.
<<Jack?>> lo chiamo con timore che mi prenda per pazzo.
<<Che succede?>> chiede sedendosi sul letto.
<<Ecco…io…ehm…io ho voglia di banana e cioccolato.>> confesso sorridendo.
<<Banana e cioccolato?>> ripete scioccato <<Cioè tu ha appena vomitato almeno una decina di volte e ora vorresti banana e cioccolato? Sei per caso impazzito?>> mi sgrida serio.
<<Dai Jack per favore!>> lo supplico dolcemente, prendendo una sua mano.
<<Col scordateli perché non abbiamo le banane…>> <<Si che ci sono. Sono in frigo!>> affermo interrompendolo.
<<Col stai male, l’unica cosa che puoi mangiare e pasta in bianco!>> afferma convinto.
<<Ma io voglio Banana e cioccolato. Ti prego Jack.>> lo supplico.
<<Se fossi femmina direi che sei incinto!>> afferma ridendo. Ma quando vede che non rido, ma sono serio smette.
<<Che c’è? Stavo scherzando!>> dice preoccupato del mio sguardo.
<<Dicci davvero? Una donna incinta potrebbe avere voglie del genere?>> chiedo e lui annuisce.
<<Quindi questo vuol dire che potrebbe essere incinto?>> chiedo a me stesso sorridendo.
<<No Col noi maschi non possiamo avere figli!>> afferma sicuro.
<<Si che possiamo basta usare un farmaco e io lo sto usando. Jack potrei essere incinto!>> confesso felicissimo.
<<O mio dio!>> dice spalancando gli occhi e la bocca.
<<Jack due settimane fa quando i tuoi e quella troia vennero a casa di Kaleb io e lui stavamo tornando dall’ospedale perché volevamo avere un figlio e lui mi aveva confessato che c’era un modo e io avevo accettato. Nonostante io e lui non stiamo più insieme, ho continuato a prendere il farmaco. Potrebbe aver funzionato capisci?!>> gli spiego tutto con entusiasmo.
Lui continua a rimanere con la bocca spalancata.
<<Però potrebbe anche essere un falso allarme e che quindi il farmaco non ha funzionato e che questo sono gli effetti collaterali del farmaco.>> affermo poi ragionando e abbassando la testa.
<<Okay questo vuol dire che diventerei zio?>>  chiede riprendendosi e annuisco <<O mio dio e me lo dico solo ora? Come lo sappiamo se è positivo o meno?>> chiede con entusiasmo.
<<Beh bisognerebbe andare in ospedale da Marcus, ma io non voglio andarci.>> confesso serio.
<<Cosa perché?>> chiede spaesato.
<<Se vado da lui, dirà a Kaleb che sono incinto e non voglio, non dopo che sta per avere un figlio con un'altra senza preoccuparsi di farsi sentire.>> ammetto.
<<Va bene okay. C’è un altro modo?>> chiede pensieroso. <<Ma certo!>> sussurra.
<<Cosa?>> chiedo stranito.
<<Il test Col?>>
<<Quale test?>> chiedo stranito.
<<Quello che fanno le donne Col. Il test di gravidanza!>> mi spiega. Cazzo è vero.
<<Vai tu vero?>> chiedo speranzoso.
<<Si cazzo vado io e pure ora anche a costo di farmi tutta la città per trovare una farmacia aperta!>> afferma sicuro alzandosi <<Tu mangiati pure la banana con cioccolato.>> dice poi.
<<No ora voglio le patatine con la cioccolata!>> affermo sorridendo.
<<Dio che schifo. Mangia quello che vuoi io torno subito!>> afferma uscendo da casa.

~Ross~

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