Capitolo 4

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Kaleb
Ieri Col era un fascio di nervi. Quando sono entrato nella palestra, vedevo il sacco da box oscillare veloce. Era così violento che tra poco si staccava dal soffitto.
Quando ho provato a chiamarlo, uno, due e altre volte e non si girava, mi sono preoccupato; così mi sono avvicinato e quando si è girato, per poco non ho ricevuto un pugno. Se non fosse stato per i miei riflessi sicuramente, con la violenza di come lo aveva caricato ero a terra. Quando si è accorto che ero io, mi ha fissato con occhi spalancati. Erano così scuri che mi facevano paura. Se quando è nervoso è così, non immagino come siano quando è arrabbiato.
Come ieri, anche se oggi è il mio giorno libero, mi dirigo in cucina prima che sia Col a venirmi a svegliare. Quando arrivo lo trovo con una felpa leggera con il cappuccio sollevato, mentre prepara la colazione. Ogni tanto lo sento gemere, e così curioso di capire cosa succede lo richiamo.
<<Col?>>
<<Signore è già sveglio? Sto preparando la colazione, se si siede fra qualche minuto è pronto.>> dice tutto stando girato.
Quando fa per allungare il braccio per prendere il piatto, geme ancora. Così mi avvicino per controllare cosa abbia e noto le sue nocche tutte rotte con sangue ingrumito.
<<Che hai fatto alle mani?>> gli chiedo e lui salta come preso alla sprovvista.
<<Nulla Signore.>> dice voltandosi verso di me per lasciarmi il piatto sul tavolo, per poi rigirarsi di nuovo in fretta. Ma non così tanto non farmi notare un taglio sul sopracciglio.
Mi alzo dal tavolo e mi avvicino, prendendolo dal cappuccio e abbassandolo.
<<Ma che cazzo hai fatto?>> dico sorpreso.
Istinto da medico, lo farei con chi dunque è più forte di me.
<<Ho solo sbattuto.>> risponde.
<<Cazzate questi sono pugni! Ti ricordo che faccio il medico, so riconoscere le ferite!>> ribatto <<Ci hai messo del ghiaccio almeno?>>
<<Non ho avuto tempo.>> mi risponde colpevole.
E per controllare meglio appoggio una mano sulla spalla e lo sento gemere più forte di prima dal dolore.
Ma che cazzo..
<<Cosa hai fatto ieri sera mh?>> chiedo innervosendomi.
<<Sono andato in un pub!>> afferma.
<<Levati la felpa!>> gli ordino.
E lui spalanca gli occhi sorpreso, ma anche impaurito.
<<NON FARMELO RIPETERLO DI NUOVO COL!>> gli urlo.
E lui con un po di sforzo si toglie la giacca a felpa e io rimango a bocca aperta. E non per i suoi pettorali, ma per quanti lividi è cosparso il suo petto.
<<Non sei stato in un pub vero? Dimmi la verità come ti sei fatto questi lividi? Hanno bisogno di una pomata, o non andranno via facilmente. E poi bisogna controllare che non ci siano ematomi interni.>>
Lui e nervoso e fa per rimettersi la giacca, ma io gli e la strappo di mano <<MI RISPONDI COL?!>> dico urlando ancora.
<<Ho solo fatto a pugni con uno ieri al pub.>> mi dice veloce ma vedo che mente.
<<Voglio la verità o ti butto fuori all'istante!>> lo ammoniscono severamente.
Lui prima spalanca gli occhi sorpreso e spaventato e poi sputa il rospo.
<<Faccio incontri clandestini ogni sera, ma ieri c'è nera uno potente.>> dice abbassando la testa.
<<Da quando? E perché poi?>>
<<Da un mese e mezzo.>>
<<Perché lo fai Col?>> lo incalzo.
<<Ho bisogno di soldi. Quelli che mi da bastano solo per pagare le cure a mia madre, e io ho pure due fratellini di cui prendermi cura. E poi non pago l'affitto da un po e la mia famiglia rischia di restare in mezzo a una strada ed è l'unica soluzione che ho trovato per non chiederle altri soldi.>> la fine lo dice sottovoce.
<<Non potevi dirmelo mh? Ti avrei aiutato aumentato la paga. Se continui così non ne uscirai vivo!>> affermo.
<<Non voglio che mi aumenti la paga, i soldi che mi da sono già tanti!>> afferma e io sospiro.
Quando è entrato in questa casa a posto di sua madre, vedendo i sui tatuaggi, ho pensato subito che fosse una persona che se ne fregava di tutto e che si interessasse solo della sua famiglia. Invece prende a cuore tutto. E lo notato guardandolo mentre si prende cura di mio figlio; e quest'altra cosa me ne da un'altra conferma.
Non so perché ma vederlo pieno di lividi e dolorante mi si stringe lo stomaco e vederlo senza maglietta mi fa sentire strano, sarà che non ho preso ancora il mio caffè mattutino.
<<Avanti vieni. Mettiamo della pomata su quei lividi.>> lo incoraggio a seguirmi e lui senza contraddirmi questa volta mi segue.
Testa dura!
Lo porto in camera mia e mi avvio al mio bagno privato a prendere la pomata.
<<Avanti sdraiati.>> gli dico.
<<Posso metterla da solo.>> ribatte incerto.
Dio che nervoso non mi ascolta mai.
<<Ho detto sdraiati se non vuoi che ti sdrai io con la forza.>> dico duro e lui chi sa con quale grazie fa come gli dico e cosi mi metto un po' di crema sul palmo e inizio a spalmarla su tutto il petto e noto che fa delle smorfie.
<<Cazzo!>> lo sento imprecare.
<<Così impari e che ti sia da lezione. Dora in poi uscirai la sera solo quando devi andare da tua madre. Sono stato chiaro!?>>
<<Ma non può comandare sulla mia vita fuori dal lavoro!>> ribatte ringhiando ancora per il dolore.
<<Bene vuol dire che lavorerai fino a tardi cosi non hai scuse!>> ribatto io.
Lui sbuffa e ringhia contemporaneamente.
Poi sentiamo una vocina <<Papà.>> e mi giro.
<<Cosa c'è piccolo?!>> chiedo con un sorriso.
<<Dové Col?>> chiede strofinandosi un occhio.
<<Sono qui piccolo>> dice sorridendo e allungando la mano << Che successo?>> chiede lui dolce.
<< Ho avuto un incubo.>> dice avvicinandosi e quando lo vede sul letto con i lividi, gli occhi gli si riempiono di lacrime <<C..c...che successo Col?>> e scoppia a piangere forte.
Non sapevo che mio figlio fosse attaccato tanto a lui; ma dopo tutto passa più tempo con lui che con me e avvolte mi sento in colpa e anche invidioso. Dovrei chiedere le ferie per fare una vacanza con lui.
<<Ehi ehi cosa sono quei l'acrimonia? La bua c'è lo io mica tu! Da vieni qui!>> dice alzandosi con la spalla e dando un botta al suo ginocchio per fargli capire dove andare e gli vedo fare una smorfia di dolore.
Deve avere lividi anche sul gambe.
Landon si avvicina e si arrampica sul letto per salire sulle sue gambe.
<<Allora cosa hai sognato di pauroso?>> chiede dolcemente.
<<Che tu e papà andavate via e io provavo a raggiungervi ma non riuscivo.>> dice tutto un fiato senza sbagliare neanche una parola.
Wow per avere quattro anni e fantastico.
<<Io e il tuo papà andavamo via da te?>> chiede stupito e il piccolo annuisce <<Ma ti pare? E poi come faremmo senza di te!?>> dice iniziando a fargli il solletico per poi guardare nella mia direzione e farmi un gesto con la testa per dirmi di raggiungerli. E così faccio.
Quando il piccolo chiede pietà siamo tutti senza fiato, ma quello messo peggio e Col che per non far vedere che soffre stringe il labbro coi denti forte tanto da farlo sanguinare e io non so perché ma le guardo.
<<Papà!>> mi richiama mio figlio e sono costretto a smettere di guardarle.
""Ma che cazzo sto facendo?"
<<Dimmi piccolo.>>
<<Ti prenderai cura di Col come fa con me quando ho la bua?>> chiede dolce e vedo Col spalancare gli occhio.
<<Piccolo lui è grande non ne ha bisogno.>> e vedo Col abbassare la testa scuotendola, per poi dire <<Si piccolo io sono grande ho solo bisogno un tuo a braccio come piace a te e guarisco subito. Ti va?>> dice aprendo le braccia e mio figlio gli si butta addosso stringendolo e Col lo stringe pure lui fregandosene del dolore.
Dato l'abbraccio ci alziamo tutti e ci dirigiamo in cucina.

~Ross~

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