Capitolo 6

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Kaleb
Sono passati due mesi da quando gli ho fatto quel discorsetto e presentato il mio amico.
Ormai si vedono oggi giorno a qualsiasi orario; e non so perché ma mi da un po fastidio.
Stasera per quanto ho sentito una loro chiacchierata di stamattina nella palestra, dopo che avevano finito di combattere, che esco insieme e vanno ad una festa. E quando Teo sarà qui cercherò di autoinvitarmi trovando la scusa di stare solo a casa, visto che Landon dorme da un amico e io domani ho il giorno libero.
So che lo passerà a prendere alle nove e io cercherò di sembrare una persona disperata che ha bisogno di scatenarsi, cosi Teo proverà a convincermi ad andare con loro e altre cazzate.
Poi non ci sarebbe niente di male, d’altronde è vero che ho bisogno di scatenarmi e poi chi sa magari trovo una bella ragazza da scoparmi visto che non lo faccio da molto.
Sono le sette e come ogni mattina scendo giù per fare colazione. Ormai Col non viene più a svegliarmi lo faccio da solo.
Arrivato in cucina non trovo nessuno.
<<Ma che cazzo?!>> dico grattandomi dietro il collo stranito <<Ma dove cavolo è?>>
Dopo un po noto un fogliettini sul tavolo lo prendo e lo leggo.
*Mi perdoni Signore se oggi non posso farle la colazione e non lo avvisata di persona, ma mi ha chiamato mia sorella piaggiando dicendo che mamma non stava bene e sono scapato per portarla in ospedale. Mi perdoni quando ritorno accetto tutte le sue urla, le merito.
Col!*
<<Cavolo Andrea!>> esclamo spalancando gli occhi.
Voglio andarla a trovarla, Andrea per me da quando lavorava qui è stata una mamma per me, più di quando lo sia stata la mia vera mamma. Così chiamo mio fratello Jackson per farlo venire qui, per stare con Landon e dopo che arriva, finisco di prepararmi e corro in ospedale per raggiungere Col.
Arrivato in ospedale chiedo di Andrea Davis e saputo il piano corro.
Quando arrivo trovo Col seduto con due bambini in braccio mentre piangono; sentendomi arrivare alza la testa e mi guarda con occhi spalancati e pieni di lacrime.
<<Si-Signore!>> dice singhiozzando.
<<Come sta?>> chiedo sedendomi accanto.
<<Non lo so. Non mi dicono niente. Li vediamo andare avanti e dietro, ma mai nessuno si ferma a dirci nulla.>> dice arrabbiato.
<<Cosa è successo? Quando ho letto il biglietto mi sono spaventato. Andrea per me è come una madre, mi ha cresciuto lei più dei miei veri genitori.>> dico con occhi lucidi.
<<Non lo so di preciso, quando sono arrivato era già svenuta a terra in cucina con i piccoli che piangevano accanto. A loro non voglio chiedere, sono già distrutti. E quindi eccomi qui ad ASPETTARE CHE QUALCUNO MI DIA UNA CAZZO DI SPIEGAZIONE.>> finisce incazzato e gridando l'ultima frase per farsi sentire.
<<Andrà bene vedrai.>> dico posandoli una mano sulla spalla e sentendo dei brividi dopo e vedo lui spalancare di nuovo gli occhi.
<<Aspetti ma Landon?>> chiede spaventato.
Non è possibile nonostante quello che sta passando lui pensa a gli altri.
<<È con mio fratello, dormiva ancora quando sono uscito.>> e lui annuisce.
Dopo un po ci accorgiamo che i piccoli hanno smesso di piangere e si sono addormentati. Lo vedo molto affaticato con loro due in braccio, cosi gli chiedo <<Da a me William, così stanno comodi entrambi.>> lui è sorpreso <<Grazie.>> e mi sorride. E che sorriso. Ma che dico.
Siamo ancora in sala d’attesa finalmente dopo due ore ecco il medico che ci vieni incontro.
<<Dottore mi dica che sta bene la prego!>> dice Col disperato e io gli appoggio la mano sulla spalla.
<<Per il momento sta bene sta riposando. Se vuole seguirmi le dico tutto in ufficio.>> dice il dottore.
<<Dai a me Meggi va dal dottore ti aspettiamo qui.>> e cosi mi siedo e aspetto che ritorni e dopo venti minuti eccoli che ritorna.
<<Possiamo andare, tanto non possiamo vederla adesso passero stasera.>> dice <<Posso chiederle un favore Signore?>> continua.
<<Prima cosa siamo fuori dal lavoro quindi puoi chiamarmi Kaleb, secondo dimmi tutto, se posso lo faccio volentieri.>> rispondo facendogli un sorriso e passandogli Meggi.
<<Ecco potrei portare i bambini a casa un giorno o due? Il tempo che esca mamma da qui…>>
<<Va bene non ce problema.>>
<<Potrebbero dormire con me non darebbero fastidio…>> continua.
<<Col ho detto va bene.>> ripeto con tono dolce.
<<Davvero?! La ringrazio.>> <<Ah ah il tu.>> <<Ah scusi…emh scusa…grazie.>> <<Nada. Su andiamo.>>
Così ci avviammo al parcheggio e poggiamo i piccoli che ancora dormono dietro mettendo la cintura, e noi ci sediamo avanti.
Per tutto il tragitto c’è stato un silenzio straziante, ma lo capivo pensava ancora a sua madre e a cosa li avrà detto il dottore prima.
Arrivati a casa portiamo in bambini su nella camera degli ospiti e li stendiamo sul letto togliendoli le scarpe e mettendo due cuscini ai lati dei loro corpi. Col prima di uscite da un bacio sulla fronte a entrambi e posso scommetterci che lo fa anche con mio figlio. Come si fa a non adorare quel ragazzo. “Ho detto adorare?” ma che mi succede oggi.
Usciamo e ognuno si dirige in camera sua. Io entro nella mia per mettermi qualcosa di comodo, tanto avevo avvisato che non sarei andato per problemi famigliari.
Scendo in cucina e non trovo Col, così oggi decido di prepararlo io il pranzo. Andrea me lo ha insegnato quando ero più piccolo e a me è sempre piaciuto, ma non avevo mai tempo.
Finito di cucinare vado a svegliare i piccoli e a chiamare Col mio fratello era andato via come avevamo messo piede in casa.
Passo prima da Col. Busso ma non mi risponde nessuno, così riprovò e ancora niente. Così decido di aprire e lo trovo sul letto addormentato come un bambino. Lo fisso un po, poi mi risveglio e provo a svegliare lui; cosa non facile. Lo svuotò più forte e spalanca gli occhi.
<<Che succede?>> chiede allarmato.
<<Niente e solo pronto il pranzo.>> spiego tranquillizzandolo.
<<Non ho fame.>> dice per poi girarsi dall’altro lato.
<<Col non fare il bambino c’è ne sono già tre veri, non aggiungerti pure tu!>> lo avverto scherzando. Detto così si alza.
<<Va bene ma io vado a svegliare Landon tu i miei fratelli.>> dice per poi uscire dalla camera sogghignando. Bah e chi lo capisce.
Esco anche io e mi dirigo dai suoi fratelli. Entro e mi avvicino alla piccola chiamandola, ma niente mi sa che sono come Col. D’altronde sono fratelli. La scuoto un po, ma in cambio ricevo un pugnetto sul petto. Beh pugnetto è potente la ragazzina. Ora capisco perché rideva. Che stronzo ma poi mi sente e come se mi sente.
Mi allontano un po e la scuoto di nuovo questa volta riesco a parare il colpo e per dispetto mi butto sul letto e inizio a fare il solletico a entrambi che si svegliano ridendo.
Scendiamo dal letto e vediamo che all’entrata c’è Col con mio figlio in braccio con un sorriso da stronzo che pero gli bacerei.
“Ma allora la finiamo di dire cazzate oggi?”
Non so che mi succede oggi. Prendo le manine dei due e mi dirigo in cucina, dopo aver dato un bacio a Landon e guardato storto il ragazzo.
Una volta in cucina ci vediamo tutti il torno al tavolo e mangiamo.
<<Lo hai cucinato tu o lo hai comprato?>> chiede Col beffardo. A quanto pare la dormita gli ha fatto bene e non so se lo abbia fatto a posta o per sbaglio mi ha dato il tu, ma per oggi gli la faccio passare. Devo vendicarmi di qualcos’altro per il momento.
<<Non credevo fossi una persona simpatica!>> affermo <<E comunque si ho cucinato io. Me lo ha insegnato tua madre quando lavorava ancora dai miei.>> confesso orgoglioso del mio piatto.
<<Mia madre fa miracoli. Fa imparare a cucinare anche un incapace. Lo dico per esperienza.>> dice ridendo un po malinconico. Chi sa a cosa sta pensando.

~Ross~

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