Capitolo 14

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Col

Sono sdraiato sul letto rigirandomi e rigirandomi senza sosta, avvolte mi fa ancora male il fianco ma lo ignoro. Alla fine mi decido di mettermi di pancia al soffitto e cerco di rilassarmi, solo che più cerco di farlo più mi viene in mente la scena di poche ore prima in bagno.
Dio io sto uscendo fuori di testa, da quando sono in questa casa, già dai primi giorni; stare vicino a lui era difficile, non sapevo perché avvolte quando mi toccava, anche per caso avevo dei brividi su per la spalla e avvolte mi accorgevo che anche a lui capitava. All’inizio non ci facevo caso, ma dopo che siamo finiti a letto insieme ho capito che era attrazione e adesso non ne riesco a farne a meno. Quando mi ha aiutato prima, quando stavo per cadere e lo guardato negli occhi, ho iniziato a sentire nel basso vette qualcosa e de per quello ho deciso di rifarmi la doccia anche se l’avevo fatta un ora prima.
Quando ho sentito la sua mano sul mio pene e mi ha preso a baciare non ci ho fatto tanto caso, anche perché ero cosi preso che all’inizio pensavo di immaginare tutto, ma quando ho spalancato gli occhi e lo visto davvero lì non c’è lo fatta, sono dovuto scappare per non umiliarmi ancora.
Prima si arrabbia mi caccia di casa e poi che fa? Entra in baglio e si ficca nella doccia con me. Cosa crede? Che può fare quello che vuole? Che andasse a fanculo.

Sono le otto sto scendendo per fare colazione quando sento delle voci.
<<Cosa è successo Kaleb?!>> sento chiedere e se non ricordo male è la voce di Teo.
<<Di cosa parli?>> chiede spaesato.
<<Ieri a tarda sera Col mi ha mandato un messaggio dove mi diceva di accompagnarlo alla visita. Credevo lo accompagnassi tu, cosi nel dubbio lo chiamato e gli e lo chiesto ma lui è stato vaco ed avevo il tono della voce strana. Quindi deduco sia successo qualcosa giusto?>> spiega Teo.
Già dopo che sono arrivato in camere e che ho finito la sega cominciata in bagno gli avevo chiesto se poteva accompagnarmi, all’inizio era titubante, ma alla fine ha accettato. Quello che non avevo calcolato e che si sarebbe scontrato con Kaleb. Però avevo pensato dormisse di più visto il giorno libero.
<<Ho fatto una cazzata!>> sento affermare dopo qualche minuto.
<<Siete andati di nuovo a letto insieme?>> domanda.
Non sento risposto, quindi deduco che abbia negato con la testa.
<<E allora che altro hai fatto questa volto?>> chiede Teo esasperato. Sia lui che Jack non c’è la fanno più coi nostri litigi.
Finii di scendere le scale e raggiusi Teo <<Niente!>> esclamo <<Andiamo ho voglia di fare colazione in un bar.>> e senza dargli il tempo di ribattere ne a lui ne ha Kaleb, lo tiro verso la porta la apro e la richiuso con un tonfo. Lo strascino fino alla macchina per poi fermarmi e fare un gran respiro.
<<Ma no dai fa con comodo. Non mi metti in macchina?>> dice ironico e io gli faccio la linguaccia.
Detto questo saliamo in macchina e partiamo verso l’ospedale. Il tragitto e silenzioso fino a quando Teo non lo interrompe facendomi la domanda.
<<Che altro è successo Col? Sono o non sono un tuo amico?>> chiede e io annuisco.
<<Si lo sei!>> ammetto <<Ma non è niente di grave davvero e solo Kaleb che è un gran coglione!>> continuo.
<<Perché…>> mi sprona e io sbuffo.
<<Teo sta tranquillo okay?!>> gli dico sospirando e lui alla fine sconfitto annuisce e riprende il silenzio.
Arrivati in ospedale aspettiamo qualche minuti e poi entro nell’ufficio del dottor Robinson.
<<Buongiorno dottore.>> dico entrando.
<<Buongiorno a lei Col.>> e mi fa accomodare su un lettino che ha in ufficio e mi fa togliere la maglietta.
<<Allora la ferita si è risanata del tutto e i punti non ci sono più. Però pur troppo rimarrà una bella cicatrice.>> mi dice osservandole e io annuisco sconsolato.
<<Andiamo!>> dico a Teo quando lo raggiungo.
<<Andiamo a fare colazione?>> chiedo poi e lui annuisce toccandosi la pancia e io rido. Che scemo.
Messe in macchina ci dirigiamo al bar, ma a un certo punto lo vedo prendere la strada di casa.
<<Teo…>> lo guardo stranito <<Dove stiamo andando?>> chiedo.
<<A fare colazione!>> afferma sorridendo.
<<Ma io intendevo al bar non a casa.>> e lui alza le spalle <<Che cambia.>> dice facendomi un occhiolino.
So cosa sta facendo. Siccome non gli ho detto cosa è successo ora si vendica. È un grande stronzo.
Arrivati a casa, la macchina di Kaleb non c’è così sorrido beffardo, ma vedo che lo fa anche lui così lo guardo strano.
Entriamo in casa e ci dirigiamo in salotto, dove troviamo Kaleb sul divano e io alzo le sopracciglia confuso.
<<E tu che ci fai qua? La tua macchina non c’è!>> chiedo osservandolo.
<<No sono qui…>> dice fissandomi e io alzo il sopracciglio per far capire di continuare <<Ma sono malato?>> continua.
<<Cosé una domande? E poi quando siamo usciti stavi benissimo!>> affermo.
<<Stavo. Ma mi è salita la febbre.>> confessa, ma io non so se credergli davvero o meno. Faccio una faccia indifferente e mi dirigo in cucina per fare colazione.
Mi siedo prendo del pane biscottato burro e marmellata e poi il caffè e faccio colazione come se niente fosse.
Finito metto tutto a posto e salgo in camera.
Chiamo Paul. Non ci sentiamo dall’incontro.
<<Pronto?>> mi risponde. Sicuramente non ha visto il mittente.
<<Bro sono Col.>> dico.
<<Col da quanto tempo, magari ti fai sentire.>>
<<Si lo so sono stato molto indaffarato in questi giorni…>> mento un pochino. Lui e sua sorella non sanno cosa è successo e so che quando lo verranno a sapere si arrabbieranno.
<<Stavo pensando stasera ci vediamo al solito pub?>> chiedo. Ho bisogno di scatenarmi un po.
<<Okay. Avviso mia sorella e alle nove ci troviamo li fuori.>> mi avvisa.
Rispondo un veloce okay e metto la sveglia al cellulare per le otte.
Poi mi sistemo bene e mi addormento.
Faccio tutto un sonno fino alle sette di sera; non ho neanche pranzato. Cosi mi alzo vado in bagno e poi scendo in cucina per mangiare qualcosa.
Arrivato in cucina trova Kaleb seduto al tavolo col portatile; mi avvicino al frigo e inizio ad uscire un hamburger, insalata, pomodori, ketchup, maionese e li appoggio sul tavolo. Mi dirigo alla credenza e prendo i panini per fare un amburghese e appoggio pure loro sul tavolo.
Prendo una padella e ci metto l’hamburger lo lascio cuocere e mi dirigo ai pomodori per portarli a lavare. L’insalata era già lavata. Taglio i pomodori a fette poi prendo il pane ci metto la maionese poi l’insalata i pomodori, l’hamburger, il ketchup e in fine il pane per chiuderlo. Mi siedo e mangio sotto gli occhi sbigottiti di Kaleb.
A un certo punto dico.
<<Stasera esco!>> e lo dico con sicurezza e lui come risposta mi ride in faccia e dice <<Credici.>> e torna serio.
<<Non puoi impedirmi di uscire!>>affermo duro <<Non lavoro più per te e poi sto bene!>> detto ciò mi alzo e mi vado a preparare. Alle nove meno dieci mi dirigo alla porta di ingresso ma la trovo chiusa. Rido nervoso “Non può averlo fatto davvero. NON PUÒ! “
<<KALEB!>> urlo arrabbiato.
<<Si?>> dice tranquillo.
<<DAMMI LA CHIAME!>> urlo ancora.
<<Di cosa parli?>> fa una faccia confusa. Giuro che ora gli mollo un pugno.
<<NON FARE IL FINTO TONTO KALEB!>> affermo urlando.
<<Ma perché stai urlando non so di cosa stai parlando davvero.>> continua tranquillo.
Va bene se la fa cosi. Faccio il tuo stesso gioco Kaleb.
<<Va bene non esco più!>> affermo e lui fa un sorriso beffardo. Si si ridi dopo vediamo chi ride dopo. Prendo le scale e salgo in camera. Faccio passare qualche minuto e poi mi calo dalla finestra facendo attenzione a non farmi vedere e raggiungo il pub.
Quando arrivo i miei amici sono già lì a bere e ballare e io mi unisco a loro divertendomi.

~Ross~

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