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Jungkook stava ascoltando la lezione attentamente, segnava sul suo block-notes solo le parole-chiave e cercava di memorizzare il più possibile.
La facoltà di fotografia alla Seoul University era stata la sua più grande ambizione fin da piccolo e quando era stato preso con il massimo dei voti aveva festeggiato per giorni.
I suoi genitori erano molto orgogliosi di lui, così lo avevano aiutato con la ricerca di un piccolo appartamento vicino all'università e si premuravano che avesse tutto il necessario per sopravvivere, ma lui, ringraziando il cielo, aveva avuto la fortuna di avere come vicino di casa Kim Seokjin, che probabilmente intenerito dal fatto che fosse cinque anni più piccolo di lui, si preoccupava di fargli trovare un pasto caldo la sera e lo intimava di tenere pulita la sua stanza.
Per sua madre quel ragazzo era una benedizione e Jungkook era molto riconoscente al suo Hyung per le sue premure.

«Per il tirocinio, dovete rivolgervi all'ufficio apposito, gli orari potete trovarli sul sito dell'Università e per chi avesse già trovato dove lavorare per le ore richieste, dovrà compilare un apposito modulo e consegnarlo in segreteria.»

Jungkook prese nota anche di quelle parole e sospirò, sapendo che avrebbe dovuto fare una coda lunga almeno un'ora per riuscire a mettere piede in quell'ufficio e consegnare i suoi dati, per ottenere un posto abbastanza decente in qualche studio fotografico.
Era felice di avere dalla sua parte voti alti e un talento naturale per la fotografia, e sperava che ciò bastasse a trovare un posto abbastanza serio.

«Bene per oggi è tutto, per qualsiasi chiarimento potete venire a ricevimento il martedì e il venerdì o mandarmi una mail, buon fine settimana a tutti.»

Gli studenti ricambiarono il saluto e iniziarono a raccogliere ognuno le proprie cose, Jungkook sospirò e dopo aver messo nella tracolla scura tutto ciò che aveva poggiato sul banco, uscì velocemente dell'aula per andare alla ricerca di Yugyeom - oltre ad essere un vecchio amico d'infanzia era anche il suo coinquilino, i due avevano deciso di trasferirsi insieme a Seoul dopo aver superato i test di ammissione, anche se i due frequentavano due facoltà diverse.

«Kook-ah!».

Il moro si voltò verso l'amico con un sorriso, alla fine era stato lui a trovarlo e non il contrario.

«Yugy! Torni a casa per pranzo?» chiese avvicinandosi e sentì gli occhi delle studentesse lì intorno posarsi su di loro.
Jungkook arrossì impercettibilmente, d'altronde era più timido di quanto sembrasse e non era mai veramente andato d'accordo con il genere femminile.

«No, pranzo con due colleghi e poi volo nuovamente a lezione, tu per oggi hai finito, giusto?».

Il ragazzo più alto si passò una mano fra i capelli biondi con un sorriso dispiaciuto - avrebbe preferito tornare a casa insieme a Kook e giocare ai videogames fino all'ora di cena, quando Jin Hyung sarebbe passato per assicurarsi che mettessero qualcosa di sano e nutriente nello stomaco.

«Sì, ma penso che prima proverò a passare per il tirocinio, nonostante l'orario - spero di aver fortuna.»

Yugyeom gli augurò un buona fortuna molto sentito, d'altronde era sicuro che l'amico avrebbe trovato non poca folla e probabilmente per quel giorno non avrebbe ricavato nulla.
Si salutarono con un sorriso e Kookie sparì per i corridoi velocemente, sperando di poter consegnare i suoi dati ed essere contatto velocemente per mettersi d'accordo con il suo datore di lavoro, ma appena giunse davanti all'entrata sentì le sue forze venire meno: almeno una ventina di studenti erano in coda e tenevano fra le mani un pezzettino di carta con un numerino stampato sopra.
Sospirò e sbirciò il display fuori dall'ufficio, notando che fosse già ad un numero abbastanza alto e con la speranza che non tutti fossero lì per la segreteria per i tirocini, prese il suo pezzetto di carta e attese pazientemente.

Due ore dopo Jungkook mise piede nel suo piccolo appartamento stanco, ma soddisfatto: era riuscito a parlare con una segretaria, aveva consegnato i suoi dati e ora attendeva solamente di ricevere una mail o una telefonata il più presto possibile.
Abbandonò le scarpe all'ingresso, poggiò la borsa sul divano e andò in cucina per prepararsi qualcosa di non troppo complicato per pranzo, nonostante fossero quasi le tre del pomeriggio.

«Dimmi che Yugyeom non si è finito tutto il mio ramen!» brontolò il moro aprendo tutti gli armadietti alla ricerca del suo amato pasto, ma quando si rese conto che non ce ne fosse più si lasciò andare ad un verso di disappunto.

«Io lo uccido quando torna a casa!».

Sbuffando e imprecando Jungkook tornò in salotto, prese portafoglio e cellulare, poi infilò nuovamente le scarpe e uscì di casa per raggiungere il supermarket più vicino al suo appartamento per comprarsi il suo adorato ramen, mentre pensava ad un modo per vendicarsi con Yugyeom.
Sapeva quanto le sue scorte di cibo fossero per l'appunto solo e soltanto sue.
Data l'ora il supermarket non era affollato, c'era solo il cassiere e una signora che comprava cibo per gatti a quantità industriale, fece un piccolo inchino in direzione di entrambi per salutare in modo rispettoso e poi si fiondò nella corsia riservata alle confezioni di ramen, ma quando arrivò lì si fermò qualche secondo a fissare un ragazzo dai capelli arancioni, che tenendosi sulla punta dei piedi cercava di arrivare a delle confezioni abbastanza in alto ... Troppo in alto ad essere sinceri.
Jungkook cercò di non scoppiare a ridere e si avvicinò lentamente al ragazzo, allungò una mano e senza troppi sforzi strinse tra le mani l'oggetto a cui ambiva pel di carota di fronte a lui.

«Volevi questo?».

Il ragazzino si voltò scontroso verso di lui e Kookie guardandolo meglio pensò che fosse veramente carino, con i capelli di quel colore assurdo, il naso dritto, gli occhi color cioccolato, le ciglia lunghe e le labbra rosee e piene - e probabilmente aveva più o meno la sua età, era solamente basso di statura.

«Grazie, ma potevo arrivarci da solo.» mormorò infastidito il ragazzo e Jungkook inarcò un sopracciglio - non capiva perché fosse così acido.

«Uhm, davvero?» rispose abbastanza sarcasticamente e il ragazzo prese il tutto sul personale.

«Sì, davvero.»

Jungkook avrebbe potuto ignorare il comportamento da stronzo del più basso, avrebbe potuto far finta di niente e consegnargli ciò che teneva fra le mani, prendere il suo amato ramen e tornarsene a casa, ma se avesse fatto ciò non sarebbe stato Jeon Jungkook.
Così il moro si stampò un ghigno in volto e ripose la confezione sullo scaffale più alto e sempre osservando pel di carota la spinse con la punta delle dita più in fondo.

«Pensavo ti servisse aiuto, a quanto pare mi sbagliavo: buona fortuna.»

Il ragazzo passò da un'espressione sconvolta ad una innervosita e Jungkook lo salutò con la mano sempre con quel ghigno stampato in volto, afferrò la sua confezione di ramen - in realtà ne prese tre per essere più tranquillo - e si voltò nuovamente verso il ragazzo.

«Buona giornata.» lo salutò con un cenno del capo e il ragazzo divenne rosso dalla rabbia.

«Fottiti, stronzo.»

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