🍀29🍊

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«Alzati dal letto, Hyung! Devi andare al lavoro! Stamattina hai anche l'incontro con quell'artista di cui continui a parlare! ALZATI!».

Taehyung cercò di strattonare le coperte per costringere Yoongi ad alzarsi dal loro letto, ma quest'ultimo le stava tenendo saldamente ed era raggomitolato in modo da pesarci sopra ed impedirgli di strappargliele via.

«Hyung! Il tuo comportamento è decisamente esagerato, Jimin non è un bambino ed io ti avevo avvisato, ora alzati immediatamente!».

Yoongi rispose con un lamento, che fece solamente innervosire di più il minore. Era assurdo reagire in quel modo per quella scoperta, d'altronde Jimin era un adulto ed era libero di fare ciò che più gli andava, soprattutto in un contesto tanto intimo.

«Yoongi! Mi sto arrabbiando, smettila di fare il bambino!» sbottò il ragazzo riuscendo finalmente a togliere le coperte al maggiore, che lo osservò rimanendo accucciato sul letto con gli occhioni lucidi e il volto arrossato a causa del calore delle lenzuola.

«Sicuro che non sia stato Kookie a cambiare Jimin? Il mio piccolo ChimChim è sempre stato così innocente, probabilmente non sa nemmeno cosa sia il sesso.»

Taehyung lo fissava sconvolto, non riusciva a credere quanto Yoongi fosse ingenuo nei confronti di Jimin.

«No, Yoongi, ti assicuro che sia Jimin il maniaco nella coppia, quindi mettiti il cuore in pace.»

Yoongi sbuffò e rimase immobile sul materasso, osservandolo con due occhioni malinconici, che fecero addolcire un po' il minore.

«Yoonie non devi fare così, va tutto bene e non c'è niente di male se Jiminie è un po' più ... Aperto, ecco.»

Yoongi annui, ma non sembrava affatto convinto, ma si lasciò coccolare dal minore, che si era seduto sul materasso per potergli accarezzare i capelli.

«Ma io volevo solo che ... Non importa.» soffiò il maggiore, ormai arreso all'evidenza e Taehyung sorrise dolcemente prima di chinarsi per baciarlo.

«Alzati ora, altrimenti farai tardi!».

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Jimin aveva preparato la musica, aveva scaldato i muscoli e fissava Jungkook di fronte a lui, che teneva la schiena poggiata contro la parete coperta dallo specchio - sorrideva in modo rassicurante, come se volesse tranquillizzarlo.

Andiamo Jimin, non è difficile.

Jungkook notava la lotta interiore del ragazzo di fronte a lui, ma non si voleva sprecare in parole inutili, che non avrebbero portato a nulla e probabilmente avrebbero solamente confuso di più il maggiore, così rimase lì ad osservarlo in attesa di una sua mossa.
Con un sospiro Jimin fece partire la musica e chiuse gli occhi, ascoltando le prime note per lasciarsi avvolgere da quelle vecchie sensazioni ed emozioni.
Ricordava la prima volta che aveva seguito una lezione di danza, era così piccolo eppure aveva capito subito che era ciò che sognava fare, ricordava il suono dolce della musica, i movimenti fluidi di cui aveva desiderato tanto impadronirsi, ricordava i pomeriggi passati in palestra insieme ad Hoseok per migliorarsi, ricordava il dolore della caduta e di tutto ciò che era subentrato dopo, ma ricordava anche la felicità di potersi muovere seguendo quelle melodie, che senza i suoi movimenti sembravano così vuote.

Jungkook lo fissava ammaliato, non sapeva cosa esattamente stesse pensando il suo ragazzo in quel momento, ma il modo in cui si muoveva, l'espressione così persa e serena lo rendevano ogni secondo più splendente di fronte a lui.
Sembrava di aver di fronte un altro Jimin, un altro ragazzo e questo lo destabilizzava, ma in modo positivo.
Era sicuro che questo fosse il vero Jimin e osservandolo ballare capì perché Hobi, TaeTae e Yoongi desiderassero che tornasse a danzare: non solo era estremamente bravo, ma Jimin sembrava felice, una felicità che era molto diversa da quella che ti poteva donare un amico o un fidanzato, quella era la felicità che ti avvolgeva quando donavi tutto te stesso alla tua passione più grande e Jungkook sapeva esattamente cosa si provasse in quei casi.

La musica giunse al termine e con lei anche la breve esibizione di Jimin, che finalmente si concesse di aprire gli occhi e di puntarli in quelli del suo ragazzo, mentre cercava di prendere più ossigeno possibile: due anni di pausa erano pur sempre tanti e ci sarebbero voluti mesi per recuperare, eppure sapeva per certo che avrebbe ripreso a ballare.
Non ricordava di essersi mai sentito così bene come in quel momento, soprattutto osservando l'espressione sorpresa e innamorata di Jungkook.

«Dimmi qualcosa, qualsiasi cosa ... Ti prego.» sussurrò Jimin e il minore gli sorrise.

«Ti amo.»

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Con gli anni Jungkook avrebbe ripensato spesso a quella sera, che in un modo o nell'altro aveva segnato definitivamente le loro vite.
Avrebbe ricordato come Jimin avesse sgranato gli occhi dopo quelle due parole, come si fosse avvicinato a lui per chinarsi alla sua altezza ed appropriarsi della sue labbra in un bacio passionale e sentito.
Avrebbe ricordato come guardandolo negli occhi gli avesse sussurrato di amarlo anche lui e non avrebbe mai potuto dimenticare come lo avesse afferrato per mano e trascinato via da quella palestra con una fretta più dettata dalla voglia di amarsi, che dal puro piacere fisico.
La loro, quella notte, non sarebbe stata solo un'unione fisica, non avrebbe avuto niente a che fare con le tante sveltine che Jimin avesse alle spalle o con del semplice sesso, quella notte Jimin - così come Jungkook - avrebbe sperimentato cosa volesse dire fare l'amore e la differenza era notevole.
Jungkook avrebbe ricordato sempre con un sorriso il modo in cui il maggiore lo avesse condotto nella stanza di quest'ultimo, come lo avesse aiutato a denudarsi non solo di tutti i suoi vestiti, ma anche di tutti i suoi dubbi, delle sue paure e del suo imbarazzo, lasciandolo nudo con solo i sentimenti più belli.
Avrebbe ricordato il profumo dolce di vaniglia, i capelli arancioni di Jimin che gli solleticavano la punta del naso mentre riempiva il suo collo di tanti piccoli segni rossi, che la mattina seguente lo avrebbero fatto arrossire.
Avrebbe ricordato le parole dolci e rassicuranti di Jimin, che con una dolcezza e una lentezza straziante si era preso cura di lui, amandolo come non aveva mai amato nessuno, facendolo sentire speciale ed importante.
Glielo avrebbe ripetuto spesso quella notte e quelle successive, glielo avrebbe ripetuto per tutto il resto della loro vita e Jungkook avrebbe conservato per sempre il ricordo di quella prima volta.
Si erano amati, si erano cercati e si erano trovati per amarsi ancora e quando le luci dell'alba erano sorte, queste li avevano trovato avvinghiati fra le lenzuola a scambiarsi dolci baci e a sussurrarsi parole d'amore.
Jungkook lo avrebbe ricordato per sempre quel momento, quando, ormai pronto a crollare nel mondo dei sogni a causa della stanchezza, Jimin avesse baciato delicatamente la sua fronte prima di sussurrargli alcune ultime parole.

«Ho bisogno solo di te.»

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